Dic 2, 2024 Scritto da 

Lì c’è profezia. Lì c’è forza

Le malattie dell’anima vanno guarite e la medicina è chiedere il perdono. Lo ha detto Papa Francesco alla messa mattutina, celebrata venerdì 17 gennaio a Casa Santa Marta, commentando il racconto evangelico della guarigione del paralitico compiuta da Gesù. È giusto, ha affermato il Pontefice, curare le malattie del corpo, ma «pensiamo alla salute del cuore?».

Presentando il brano della liturgia del giorno, tratto dal Vangelo secondo Marco, il Papa ripropone l’immagine di Gesù a Cafarnao con la folla gli si raduna intorno. Attraverso un’apertura fatta nel tetto della casa, alcuni gli portano un uomo steso su una barella. La speranza è che Gesù guarisca il paralitico, ma egli spiazza tutti dicendogli: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Solo dopo gli ordinerà di alzarsi, di prendere la barella e di tornarsene a casa. Francesco ha commentato dicendo che con le sue parole Gesù permette di andare all’essenziale. «Lui è un uomo di Dio», ha affermato; guariva, ma non era un guaritore, insegnava ma era più di un maestro e davanti alla scena che gli si presenta va all’essenziale: «Guarda il paralitico e dice: “Ti sono perdonati i peccati”. La guarigione fisica è un dono, la salute fisica è un dono che noi dobbiamo custodire. Ma il Signore — ha proseguito il Papa — ci insegna che anche la salute del cuore, la salute spirituale dobbiamo custodirla».

Gesù va all’essenziale anche con la donna peccatrice, di cui parla il Vangelo, quando davanti al suo pianto le dice: «Ti sono perdonati i peccati». Gli altri si scandalizzano, ha affermato Francesco, «quando Gesù va all’essenziale, si scandalizzano perché lì c’è la profezia, lì c’è la forza». Allo stesso modo, «Vai, ma non peccare più», dice Gesù all’uomo della piscina che non arriva mai in tempo a immergersi nell’acqua per poter guarire. Alla Samaritana che gli fa tante domande, — «lei faceva un po’ la parte della teologa» ha detto il Pontefice — Gesù chiede del marito. Va all’essenziale della vita e, ha sottolineato il Papa, «l’essenziale è il tuo rapporto con Dio. E noi dimentichiamo, tante volte, questo, come se avessimo paura di andare proprio lì dove c’è l’incontro con il Signore, con Dio». Noi ci diamo tanto fare, ha osservato ancora, per la nostra salute fisica, ci diamo consigli sui medici e sulle medicine, ed è una cosa buona, «ma pensiamo alla salute del cuore?». Quindi ha affermato: «C’è una parola, qui, di Gesù che forse ci aiuterà: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Siamo abituati a pensare a questa medicina del perdono dei nostri peccati, dei nostri sbagli? Ci domandiamo: “Io devo chiedere perdono a Dio di qualcosa?”. “Sì, sì, sì, in generale, siamo tutti peccatori”, e così la cosa si annacqua e perde la forza, questa forza di profezia che Gesù ha quando va all’essenziale. E oggi Gesù, a ognuno di noi, dice: “Io voglio perdonarti i peccati”».

Il Papa ha proseguito dicendo che forse qualcuno non trova peccati in se stesso da confessare perché «manca la coscienza dei peccati». Dei «peccati concreti», delle «malattie dell’anima» che vanno guarite «e la medicina per guarire è il perdono». È una cosa semplice, quella che Gesù insegna quando va all’essenziale, ha detto Papa Francesco, e conclude: «L’essenziale è la salute, tutta: del corpo e dell’anima. Custodiamo bene quella del corpo, ma anche quella dell’anima. E andiamo da quel Medico che può guarirci, che può perdonare i peccati. Gesù è venuto per questo, ha dato la vita per questo».

[Papa Francesco, s. Marta, in L’Osservatore Romano 18/01/2020]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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“They found”: this word indicates the Search. This is the truth about man. It cannot be falsified. It cannot even be destroyed. It must be left to man because it defines him (John Paul II)
“Trovarono”: questa parola indica la Ricerca. Questa è la verità sull’uomo. Non la si può falsificare. Non la si può nemmeno distruggere. La si deve lasciare all’uomo perché essa lo definisce (Giovanni Paolo II)
Thousands of Christians throughout the world begin the day by singing: “Blessed be the Lord” and end it by proclaiming “the greatness of the Lord, for he has looked with favour on his lowly servant” (Pope Francis)
Migliaia di cristiani in tutto il mondo cominciano la giornata cantando: “Benedetto il Signore” e la concludono “proclamando la sua grandezza perché ha guardato con bontà l’umiltà della sua serva” (Papa Francesco)
The new Creation announced in the suburbs invests the ancient territory, which still hesitates. We too, accepting different horizons than expected, allow the divine soul of the history of salvation to visit us
La nuova Creazione annunciata in periferia investe il territorio antico, che ancora tergiversa. Anche noi, accettando orizzonti differenti dal previsto, consentiamo all’anima divina della storia della salvezza di farci visita
People have a dream: to guess identity and mission. The feast is a sign that the Lord has come to the family
Il popolo ha un Sogno: cogliere la sua identità e missione. La festa è segno che il Signore è giunto in famiglia
“By the Holy Spirit was incarnate of the Virgin Mary”. At this sentence we kneel, for the veil that concealed God is lifted, as it were, and his unfathomable and inaccessible mystery touches us: God becomes the Emmanuel, “God-with-us” (Pope Benedict)
«Per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria». A questa frase ci inginocchiamo perché il velo che nascondeva Dio, viene, per così dire, aperto e il suo mistero insondabile e inaccessibile ci tocca: Dio diventa l’Emmanuele, “Dio con noi” (Papa Benedetto)
The ancient priest stagnates, and evaluates based on categories of possibilities; reluctant to the Spirit who moves situationsi
Il sacerdote antico ristagna, e valuta basando su categorie di possibilità; riluttante allo Spirito che smuove le situazioni
«Even through Joseph’s fears, God’s will, his history and his plan were at work. Joseph, then, teaches us that faith in God includes believing that he can work even through our fears, our frailties and our weaknesses. He also teaches us that amid the tempests of life, we must never be afraid to let the Lord steer our course. At times, we want to be in complete control, yet God always sees the bigger picture» (Patris Corde, n.2).
«Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» (Patris Corde, n.2).
Man is the surname of God: the Lord in fact takes his name from each of us - whether we are saints or sinners - to make him our surname (Pope Francis). God's fidelity to the Promise is realized not only through men, but with them (Pope Benedict).

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