Gesù ci ricorda che l’odio del mondo per i suoi discepoli rivela l’odio verso di Lui.
E aggiunge che se hanno perseguitato il Figlio di Dio, i suoi non saranno trattati meglio.
Francesco era convinto che solo l’amore e la cortesia spengono l’odio e davanti alla persecuzione per Cristo conta perseverare nella chiamata ricevuta.
Nella Leggenda dei tre compagni si legge:
"Mentre prolungava il soggiorno in quel luogo, suo padre, preoccupato, andava cercando dove mai fosse finito il figlio.
Venne così a sapere che, completamente trasformato, abitava presso San Damiano.
L’uomo ne fu profondamente addolorato e, sconvolto da quell’incredibile voltafaccia del figlio, chiamò amici e vicini e in tutta furia si precipitò a San Damiano.
Francesco, divenuto ormai cavaliere di Cristo, com’ebbe appreso che i suoi lo minacciavano, presentendone l’irruzione, per schivare la violenta ira paterna, andò a rifugiarsi in una caverna segreta, che aveva appositamente preparato, e vi restò nascosto un mese intero.
La caverna era conosciuta da un solo membro della famiglia.
Costui portava di quando in quando al sequestrato volontario del cibo, che consumava senza farsi vedere.
E pregava con abbondanti lacrime che il Signore lo liberasse da quella persecuzione e amorevolmente lo aiutasse a realizzare le sue aspirazioni" (FF 1416).
E ancora:
"Un giorno, infuocato di entusiasmo, lasciò la caverna e si mise in cammino verso Assisi, vivace, lesto e gaio. Armato di fiducia in Cristo e acceso di amore celeste, rinfacciava a se stesso la codardia e la vana trepidazione, e con audacia decise di esporsi alle mani e ai colpi dei persecutori.
Al primo vederlo, quelli che lo conoscevano com’era prima, presero ad insultarlo, gridando ch’era un pazzo e un insensato, gettandogli fango e sassi.
Vedendolo così mutato, sfinito dalle penitenze, attribuivano ad esaurimento e demenza il suo cambiamento.
Ma il cavaliere di Cristo passava in mezzo a quella tempesta senza farci caso, non lasciandosi colpire e agitare dalle ingiurie, rendendo invece grazie a Dio" (FF 1417).
L’esser chiamati da Dio per il suo Regno, comporta vivere sulle orme di Cristo: quanto vissuto dal Signore.
Il servo non è superiore al suo padrone e certamente viene messo alla prova come lui.
Forte di questo, Francesco visse in unità con Gesù la persecuzione di chi non considerava né viveva la Parola di Dio.
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me» (Gv 15,18)
Sabato della 5.a sett. di Pasqua (Gv 15,18-21)