Francesco era stato deriso e trattato da pazzo nella sua Assisi, guardato come un panno immondo dalla “gente bene” del luogo, sprofondata nei sollazzi e divertimenti feudali.
Dopo la conversione, investito dalla potenza dello Spirito, aveva compreso che la sua missione era quella di annunciare ai poveri il lieto messaggio del Padre, proclamando l’anno di grazia del Signore con la testimonianza concreta della vita.
Questo lo aveva posto sul binario della povertà del Figlio di Dio, facendosi uno con essa, ovunque la scorgesse.
Le Fonti, maestre di vita vissuta, c’informano:
“Si chinava, con meravigliosa tenerezza e compassione, verso chiunque fosse afflitto da qualche sofferenza fisica e quando notava in qualcuno indigenza o necessità, nella dolce pietà del cuore, la considerava come una sofferenza di Cristo stesso.
Aveva innato il sentimento della clemenza, che la pietà di Cristo, infusa dall’alto, moltiplicava.
Sentiva sciogliersi il cuore alla presenza dei poveri e dei malati, e quando non poteva offrire l’aiuto, offriva il suo affetto.
Un giorno, un frate rispose piuttosto duramente ad un povero, che chiedeva l’elemosina in maniera importuna.
Udendo ciò, il pietoso amatore dei poveri comandò al frate di prostrarsi nudo ai piedi del povero, di dichiararsi colpevole, di chiedergli in carità che pregasse per lui e lo perdonasse.
Il frate così fece, e il Padre commentò con dolcezza:
«Fratello, quando vedi un povero, ti vien messo davanti lo specchio del Signore e della sua Madre povera. Così pure negli infermi, sappi vedere le infermità di cui Gesù si è rivestito».
In tutti i poveri, egli, a sua volta povero e cristianissimo, vedeva l’immagine di Cristo. Perciò quando li incontrava, dava generosamente tutto quanto avevano donato a lui, fosse pure il necessario per vivere; anzi era convinto che doveva restituirglielo a loro, come se fosse loro proprietà” (FF 1142).
La voce del Signore si era fatta sentire nel suo cuore da tempo, invitandolo a compiere una precisa e nuova missione, per opera dello Spirito.
Dopo una visione donatagli dall’alto, una Voce divina gli aveva parlato e Francesco aveva risposto:
«Signore, che vuoi che io faccia?».
«Ritorna nella tua terra - rispose il Signore - perché la visione, che tu hai avuto raffigura una missione spirituale, che si deve compiere in te, non per disposizione umana, ma per disposizione divina» (FF 1032).
Francesco davvero poté ripetere forte:
«Lo Spirito del Signore su di me, perciò mi ha unto per annunciare la Buona Notizia ai poveri» (Lc 4,18).
Ovunque venne a trovarsi, in chiesa o all’aperto, davanti ai poveri o agli altolocati, mai temette d’incarnare la profezia-missione che lo aveva toccato e scelto.
Ai diseredati del suo tempo come a quelli di ogni epoca annunciava la Buona Novella del Regno con tenace attualità.
3.a Domenica T.O. (anno C) (Lc1,1-4; 4,14-21)