Nel Vangelo odierno la guarigione dei due ciechi pone in risalto il tema della cecità interiore dei discepoli ambiziosi, correlata con la Fede profonda.
Francesco era convinto che questa non la si testimonia con le belle parole, ma con l’eloquenza dei fatti.
Nel suo Testamento - ad esempio - il Servo di Dio sottolinea tutto questo.
Infatti, in tale prezioso documento troviamo un susseguirsi di espressioni che sottolineano «il credere» di lui riconoscente, capace di avvolgere nel silenzio anche i difetti che vedeva nella sua comunità.
Leggiamo:
«E il Signore mi dette tale fede nelle chiese» (FF 111).
«Il Signore mi dette […] una così grande fede nei sacerdoti» (FF 112).
Ancor più Fede ebbe nella Parola, latrice di guarigione interiore.
Infatti, sulla base di questa, avvennero molte guarigioni nella stessa comunità dei frati, afflitta, a volte, da varie forme di cecità, dinanzi alle quali Francesco così si esprimeva:
«E tutti i frati, che fossero a conoscenza del peccato di lui […] tengano assai segreto il peccato del loro fratello, perché non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (FF 237).
Questa la logica evangelica adottata dalla comunità di Francesco, che, investito dallo Spirito, sanava ogni frate che avesse trasgredito.
“Il Santo aveva in orrore la superbia, origine di tutti i mali, e la disobbedienza sua pessima figlia.
Accoglieva però di buon grado chi umilmente si pentiva.
Una volta gli fu presentato un frate, che aveva trasgredito i comandi dell’obbedienza, perché lo correggesse con il magistero del castigo.
Ma l’uomo di Dio notò da segni evidenti che quel frate era sinceramente pentito e perciò si sentì incline a essere indulgente con lui, per amore della sua umiltà.
Tuttavia, a evitare che la facilità del perdono fosse per gli altri incentivo a mancare, comandò di togliere al frate il cappuccio e di gettarlo tra le fiamme, perché tutti potessero osservare quanta e quale vendetta esige la trasgressione contro l’obbedienza.
E dopo che il cappuccio era rimasto un bel pezzo nel fuoco, ordinò di levarlo dalle fiamme e di ridarlo al frate umile e pentito.
Meraviglia: il cappuccio non aveva alcun segno di bruciatura!
Così avvenne che con questo solo miracolo Dio esaltò la potenza del Santo e l’umiltà del frate pentito” (FF 1116).
Venerdì 1.a sett. Avvento (Mt 9,27-31)