Gesù ai suoi discepoli aveva detto che, legati a Lui come il tralcio alla vite, avrebbero fatto cose più grandi di quelle operate finora dalla sua Persona.
Francesco è uno di quei discepoli mediante il quale Dio ha potuto compiere prodigi.
Infatti, investito dallo Spirito, così leggiamo nelle Fonti:
“Un cittadino di Fano che si chiamava Buonuomo, era paralitico e lebbroso. Portato dai genitori nella chiesa del beato Francesco, ottenne la guarigione da entrambe le malattie.
Ma anche un giovane di San Severino, di nome Atto, che aveva il corpo tutto ricoperto di lebbra, fu guarito per i meriti del Santo, dopo aver fatto un voto ed avere visitato il suo sepolcro” (FF 1312).
La folla radunata attorno fu sanata.
Molteplici guarigioni avvenivano per opera del suo Servo.
Ma tutto questo aveva un segreto: l’indicibile Fede di Francesco nell’efficacia della Parola che trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo.
Francesco riposava su tali certezze.
Le Fonti ci offrono splendidi passi dove appare tutta la bellezza dell’accorato amore del Poverello per l’Eucaristia: Pane di Vita da distribuire agli uomini.
«Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato» (FF 144 - Ammonizioni).
E ancora:
«Sappiamo che non ci può essere il corpo se prima non è santificato dalla parola.
Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti “da morte a vita”» (FF 207- Lettera a tutti chierici).
Si, Pane della Vita che sfama a sazietà chi crede in Colui che tutto a noi si è donato.
«Ho compassione per la folla, poiché [sono] tre giorni che rimangono presso di me e non hanno qualcosa da mangiare, e non voglio licenziarli digiuni perché non vengano meno nella vita» (Mt 15,32)
Mercoledì 1.a sett. di Avvento (Mt 15,29-37)