Nel Vangelo di oggi Gesù parla ai suoi con la parabola dell’amministratore disonesto che scaltramente si assicura amici con la ricchezza altrui per essere accolto da loro nel suo incerto futuro.
Francesco d’Assisi, in realtà, è colui che ha saputo farsi amici nel Cielo con la disonesta ricchezza.
Non la amava, infatti restituì tutto al padre, sposando Madonna Povertà.
Ma il suo merito fu che seppe giovarsi dei beni terreni in modo sapiente, evangelico.
Le Fonti francescane, luogo di ricchezza spirituale, lo pongono in evidenza:
“Anche nelle feste principali, quando ve n’era l’opportunità, era solito andare per l’elemosina. Perché, diceva, nei poveri di Dio si realizza la parola del profeta: l’uomo ha mangiato il pane degli Angeli. Il pane degli Angeli è quello che la santa povertà raccoglie di porta in porta e che, domandato per amor di Dio, per amor di Dio viene elargito, per suggerimento degli Angeli santi” (FF 1129).
E nella Regola di Chiara vediamo come ella parla della povertà rivolta alle sorelle:
«Questa sia la vostra parte di eredità, che introduce nella terra dei viventi. Aderendo totalmente ad essa, non vogliate mai, sorelle dilettissime, avere altro sotto il cielo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre» (FF 2795).
Sapevano, infatti, che i beni donati a chi ha bisogno costituiscono la pietra miliare del seguire Gesù e la sua Santa Parola.
«I figli di questo secolo sono più scaltri dei figli della luce verso la loro stessa specie» (Lc 16,8b).
Venerdì 31.a sett. T.O. (Lc 16,1-8)