Giu 7, 2024 Scritto da 

Il folle di Cristo, giullare di Dio

L’evangelista Mc ritrae Gesù circondato di folla, tanto da non aver tempo neppure per sé. E i suoi lo vanno a riprendere considerandolo «fuori di sé».

Francesco d’Assisi fu spesso considerato “il folle” di Cristo.

Il suo vivere il Vangelo ‘sine glossa’ era incomprensibile a molti.

D’altra parte lui stesso si considerava pazzo per il Signore.

“Molti si facevano gioco di lui, persuasi che gli avesse dato di volta il cervello; altri invece erano impietositi fino alle lacrime, vedendo quel giovane passato così rapidamente da una vita di piaceri e di capricci a una esistenza trasfigurata dall’ebrezza dell’amore divino.

Ma lui, non badando agli scherni, rendeva con fervore grazie a Dio.

Quanto abbia tribolato in quei restauri, sarebbe lungo e difficile raccontarlo.

Abituato ad ogni delicatezza nella casa paterna, eccolo ora portare pietre sulle spalle, soffrendo molti sacrifici per servire Dio” (FF 1421).

In Francesco splendeva lo spirito di profezia, ma quando si esponeva accadeva che lo prendevano per pazzo, perché la sapienza del povero veniva disprezzata, mentre il cuore del giusto annunciava cose vere.

“Quando l’esercito cristiano stava assediando Damiata, c’era anche l’uomo di Dio, munito non di armi ma di fede.

Venne «il giorno della battaglia» in cui i cristiani avevano stabilito di dare l’assalto alla città.

Quando seppe questa decisione, il servo di Cristo, uscendo in forti lamenti, disse al  suo compagno:

«Se si tenterà l’assalto, il Signore mi ha rivelato che non andrà bene per i cristiani. Ma, se io dico questo, mi riterranno un pazzo; se tacerò non potrò sfuggire al rimprovero della coscienza. Dunque: a te che cosa sembra meglio?».

Gli rispose il suo compagno: «Fratello, non preoccuparti affatto del giudizio della gente: non è la prima volta che ti giudicano pazzo. Liberati la coscienza e abbi il timore più di Dio che degli uomini».

A queste parole, l’araldo di Cristo affronta, pieno di slancio, i crociati e, preoccupato di salvarsi dal pericolo, cerca di impedire l’attacco, preannuncia la disfatta.

Ma la verità viene presa per una favola: indurirono il loro cuore e non vollero convertirsi […].

Le schiere dei cristiani tornarono decimate da un terribile macello: circa seimila tra morti e prigionieri” (FF 1190).

 

«E viene in Casa; e di nuovo si riunisce la folla, così che essi non potevano neppure mangiare Pane. E avendo udito, i suoi [i presso di lui] uscirono per prenderlo, perché dicevano: È fuori di sé» (Mc 3,20-21).

 

 

«Se un regno è diviso contro se stesso, quel regno non può stare in piedi»

 

L’evangelista Marco pone attenzione all’affermazione blasfema degli scribi che vede in Gesù un posseduto da Beelzebùl, principe dei demoni. Ma il Signore li spiazza con risposte inattaccabili.

Il ‘giullare di Dio’, proprio perché amante di Lui, fu molto perseguitato ed ebbe strenue lotte con chi punta il dito davanti a Dio giorno e notte contro i fratelli.

Le Fonti raccontano di varie circostanze nelle quali il servo di Dio ebbe a soffrire per causa sua, difendendosi con la preghiera continua e profonda, che trasferiva nella sua anima lo Spirito Santo.

“Arrivò un giorno ad Arezzo, mentre tutta la città era scossa dalla guerra civile e minacciava prossima la sua rovina. Il servo di Dio venne ospitato nel borgo fuori città, e vide sopra di essa demoni esultanti, che rinfocolavano i cittadini a distruggersi fra loro. Chiamò frate Silvestro, uomo di Dio e di ragguardevole semplicità, e gli comandò:

«Va’ alla porta della città, e da parte di Dio Onnipotente comanda ai demoni che quanto prima escano dalla città».

Il frate pio e semplice si affrettò ad obbedire, e dopo essersi rivolto a Dio con inno di lode, grida davanti alla porta a gran voce:

«Da parte di Dio e per ordine del nostro padre Francesco, andate lontano di qui, voi tutti demoni!».

La città poco dopo ritrovò la pace e i cittadini rispettarono i  vicendevoli diritti civili con grande tranquillità.

Più tardi parlando loro, Francesco all’inizio della predicazione, disse:

«Parlo a voi come a persone un tempo soggiogate e schiave dei demoni. Però so che siete stati liberati per le preghiere di un povero»” (FF 695).

«Se un regno è diviso contro se stesso, quel regno non può stare in piedi» (Mc 3,24).

Anche Chiara d’Assisi ebbe da combattere più  volte.

Nella Leggenda troviamo:

«Tra le Ore del Giorno, a Sesta e a Nona è presa per solito da maggiore compunzione, volendo immolarsi col Signore immolato.

Così accadde una volta che, mentre pregava nella sua celletta all’Ora Nona, il diavolo la colpì sulla mascella  e le soffuse di sangue un occhio, le illividì una guancia» (FF 3215).

 

Questi due grandi testimoni della fede sapevano che il male é invidioso del Bene, ma pure che quest’ultimo gli toglie terreno palmo a palmo, visto che le tenebre non possono prevalere sulla Luce.

 

 

La volontà di Dio, spartiacque della parentela spirituale

 

In questo brano del Vangelo di Marco, Gesù, con un colpo di mano stupefacente, spiega chi sono sua madre e i suoi fratelli: quanti incarnano la volontà di Dio. 

Dopo la conversione, Francesco e Chiara cercarono sempre la volontà di Dio guardando a Maria, la serva del Signore, colei che aveva trovato favore presso l’Onnipotente, divenendo la Madre di Gesù.

Francesco, fin dagli inizi della sua vocazione-missione rivolse alla Vergine speciale e devota attenzione.

Le Fonti ci mettono al corrente dello straordinario amore per Lei, sintetizzato da un’antifona ieratica del Poverello:

«Santa Maria Vergine, non vi è alcuna simile a te, nata nel mondo, tra le donne, figlia e ancella dell’altissimo sommo Re il Padre celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo; prega per noi con san Michele arcangelo e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi, presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e maestro» (FF 281).

Francesco "Circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà" (FF 786).

Ma Chiara stessa, considerata ‘altera Maria’, quando giunse alla Porziuncola, dove  Francesco con i frati l’aspettavano per la sua totale dedizione a Dio:

"Dopo che ebbe prese le insegne della santa penitenza davanti all’altare di Santa Maria e, quasi davanti al talamo nuziale della Vergine, l’umile ancella si fu sposata a Cristo, subito San Francesco la condusse alla chiesa di San Paolo*, con l’intenzione che rimanesse in quel luogo finché la Volontà dell’Altissimo non disponesse diversamente" (FF 3172).

Come Maria, Chiara pronunciò il suo "Fiat" alla volontà del Padre.

Oh quanto hanno amato la volontà di Dio entrambe!

Dimentiche di sé hanno aderito al progetto divino su di loro, ognuna nel suo tempo, ognuna nel suo solco.

Nelle Fonti ancora:

«A quel modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia, specialmente dell’umiltà e povertà di lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale.

E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute, e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo» (FF 2893 - Lettera terza alla Beata Agnese di Praga).

Francesco e Chiara, sull’esempio dell’umile Maria di Nazareth, hanno amato la volontà di Dio su di loro in modo solare e duraturo.

Infatti, in una preghiera conclusiva di Francesco, contempliamo il suo costante anelito a ricercarla e assecondarla con abbandono.

«Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per la forza del tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e, con l’aiuto della tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nella Unità semplice vivi e regni glorioso, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen» (FF 234 - Lettera a tutto l’Ordine).

 

«E rispondendo dice loro: Chi è mia madre e i fratelli? […] Chi fa la volontà di Dio, questi è mio fratello e sorella e madre» (Mc 3,33.35).

169
Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.