Conformandosi sempre più al Vangelo, Francesco sperimentava l’appartenenza totale a Cristo, e ne condivideva la crocifissione - perfetta Comunione con il Cristo vivo.
Nella sua debolezza, riconosceva il luogo speciale, fecondato dalla Divina Misericordia.
Nelle Fonti:
“Allorché dimorava nel romitorio, che dal nome del luogo è chiamato Verna, due anni prima della sua morte, ebbe da Dio una visione.
Gli apparve un uomo, in forma di Serafino, con sei ali, librato sopra di lui, con le mani distese ed i piedi uniti, confitto a una croce.
Due ali si prolungavano sopra il capo, due si dispiegavano per volare e due coprivano tutto il corpo.
A quell’apparizione il beato servo dell’Altissimo si sentì ripieno di una ammirazione infinita, ma non riusciva a capirne il significato.
Si alzò triste e lieto, poiché gaudio e amarezza si alternavano nel suo spirito.
Mentre era in questo stato di preoccupazione e di totale incertezza, ecco: nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quel misterioso uomo crocifisso.
Anche il lato destro era trafitto come da un colpo di lancia, con ampia cicatrice, e spesso sanguinava.
Si era fatto un programma di non manifestare quasi a nessuno il suo straordinario segreto, nel timore che gli amici non resistessero alla tentazione di divulgarlo per amicizia, e gliene venisse una diminuzione di grazia.
Aveva continuamente sulle labbra il detto del salmista: Nel mio cuore ho riposto tutte le tue parole, per non peccare dinanzi a Te”.
«Uno dei soldati gli colpì il fianco con la sua lancia e uscì subito sangue e acqua» (Gv 19,34).
Venerdì del Sacratissimo Cuore di Gesù - anno B (Gv 19,31-37)