Ott 27, 2025 Scritto da 

Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti

(Rm 5,5-11)

 

Romani 5:5 La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Romani 5:6 Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito.

Romani 5:7 Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene.

Romani 5:8 Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Romani 5:9 A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui.

Romani 5:10 Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

Romani 5:11 Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione.

 

Romani 5:5 La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

 

La speranza non delude dice San Paolo. Non sappiamo nulla del nostro domani. Il rapporto di grazia con Dio non ci tira fuori dai problemi della vita, ma lungi dall'essere scoraggiati, se andiamo in profondità ci accorgeremo che, dentro le fatiche della vita, quello che conta è la relazione con Dio. Se io ho una relazione basata sulla speranza, anche se vivo quotidianamente fatiche, sofferenze, malattie, mi accorgo che nonostante tutto, il peso della vita si regge; ho una capacità di tenuta. Ecco dunque che la speranza riposta in Dio - virtù teologale - non delude, perché essa ha le sue radici nell'amore di Dio e Dio mai deluderà l'uomo che ha posto speranza in Lui.

Cosa è la delusione? È attendersi una cosa e poi non riceverla. È essere convinti che ci sarà un domani migliore, mentre in realtà altro non viene se non miseria e dolore. La delusione è speranza che non si compie. È una speranza che non mantiene ciò che promette. Nulla di tutto questo accade nella speranza riposta in Dio per mezzo di Gesù Cristo. Perché? «Perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». Dio ha riversato in noi tutto il suo amore. Ci possiamo chiedere se il genitivo "amore di Dio" sia oggettivo o soggettivo, cioè se Dio è oggetto di amore da parte dell'uomo o se Dio è il soggeto che ama. In altre parole, la speranza che non delude è perché noi amiamo Dio, o perché Dio ama noi? È più probabile che sia l'amore di Dio per noi che rende salda la nostra speranza. Come caparra e sigillo di questo amore, Dio ci ha donato il suo Spirito Santo.

La speranza posta in Dio però si scontrerà sempre contro un futuro che non si vede con gli occhi della carne, perché è visibile solo con gli occhi della fede. Da notare, in questo brano, che manca il riferimento esplicito alla fede; ma la fede è sempre da supporre, poiché la speranza può essere stabilita solo sul fondamento della fede e senza fede non può esserci speranza cristiana.

Questo va detto per evitare equivoci che sovente serpeggiano nella mente di molti, che vorrebbero una speranza che non deluda ma senza possedere una fede ben ferma in Cristo. Desiderare i frutti della fede senza la fede è cosa impossibile. Sul legame tra fede e speranza il cristiano deve  crescere, perché troppo spesso si sente deluso da Dio, mentre in verità è il cristiano che ha deluso Dio perché ha smesso di avere fede in Lui; oppure la sua fede non è vera e quindi in realtà la sua è non fede.

«Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito» (v. 6). Letteralmente San Paolo dice che eravamo «asthenōn», senza forza, in uno stato d'infermità spirituale. Eravamo lontani da Dio, schiavi del male, e Dio ci ha offerto la morte del Figlio suo unigenito per la nostra redenzione. La morte di Cristo non fu spesa dal Padre a favore di brave persone, ma di «empi», un termine questo che dice l'opposizione dell'uomo a Dio. Quindi il Padre sacrifica il Figlio a favore di persone che gli sono avverse. Dimostrazione più grande di amore di quella dataci da Dio non esiste e mai potrà esistere. È questo il motivo per cui la speranza riposta in Dio non potrà mai deludere, dal momento che Dio ha fatto questo mentre noi eravamo peccatori, nemici, lontani. Basta, dunque, aver paura di Dio; basta essere ripiegati su noi stessi e sulle nostre miserie. Apriamoci al suo amore e viviamo con fiducia e speranza la nostra vita.

È interessante che Paolo usa il tempo presente, "Dio dimostra il suo amore" (v. 8), anche se la croce è nel passato. Il fatto è che la morte di Cristo è una prova sempre attuale dell'amore di Dio; l'evento storico della croce continua ad essere una realtà presente per la redenzione dei peccatori e la loro riconciliazione con Dio. Anche se Cristo è morto duemila anni fa, questo fatto continua ad essere la più grande manifestazione dell'amore di Dio per gli uomini.

Potremmo anche chiederci perché è la dimostrazione dell'amore di Dio (v. 8) e non invece la dimostrazione dell'amore di Cristo, dato che è Cristo che è morto per noi. La risposta è che il Padre e il Cristo sono uno, cosicché quello che il Cristo fa può essere accreditato al Padre, e viceversa. Così, il dolore e le sofferenze che Cristo ha subito nella sua morte espiatoria, erano anche il dolore e le sofferenze del Padre, e nella morte di Cristo è dimostrato l'amore del Padre come quello del Figlio.

Paolo vuole che il credente in Cristo sia sicuro, certo. Questi suoi versetti diventano un inno alla speranza e alla gioia: se già ora, pur essendo ancora fragili e peccatori, abbiamo superato la paura di Dio, tanto più dobbiamo essere fiduciosi e gioiosi di incontrarlo alla fine della nostra vita.

Chi guarda la croce deve caricarsi di certezza e questa certezza è l'amore di Dio che trionfa sul peccato dell'uomo. Una volta che si vive da riconciliati, la riconciliazione ha come frutto la salvezza. Saranno salvati tutti coloro che hanno vissuto da riconciliati. La salvezza viene dal vivere da veri riconciliati, vivere da veri figli di Dio.    

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata
  •  Cattolici e Protestanti a confronto – In difesa della fede
  •  La Chiesa e Israele secondo San Paolo – Romani 9-11

 

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Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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We cannot draw energy from a severe setting, contrary to the flowering of our precious uniqueness. New eyes are transmitted only by the one who is Friend. And Christ does it not when we are well placed or when we equip ourselves strongly - remaining in a managerial attitude - but in total listening
Non possiamo trarre energia da un’impostazione severa, contraria alla fioritura della nostra preziosa unicità. Gli occhi nuovi sono trasmessi solo da colui che è Amico. E Cristo lo fa non quando ci collochiamo bene o attrezziamo forte - permanendo in atteggiamento dirigista - bensì nell’ascolto totale
The Evangelists Matthew and Luke (cf. Mt 11:25-30 and Lk 10:21-22) have handed down to us a “jewel” of Jesus’ prayer that is often called the Cry of Exultation or the Cry of Messianic Exultation. It is a prayer of thanksgiving and praise [Pope Benedict]
Gli evangelisti Matteo e Luca (cfr Mt 11,25-30 e Lc 10,21-22) ci hanno tramandato un «gioiello» della preghiera di Gesù, che spesso viene chiamato Inno di giubilo o Inno di giubilo messianico. Si tratta di una preghiera di riconoscenza e di lode [Papa Benedetto]
The human race – every one of us – is the sheep lost in the desert which no longer knows the way. The Son of God will not let this happen; he cannot abandon humanity in so wretched a condition. He leaps to his feet and abandons the glory of heaven, in order to go in search of the sheep and pursue it, all the way to the Cross. He takes it upon his shoulders and carries our humanity (Pope Benedict)
L’umanità – noi tutti - è la pecora smarrita che, nel deserto, non trova più la strada. Il Figlio di Dio non tollera questo; Egli non può abbandonare l’umanità in una simile miserevole condizione. Balza in piedi, abbandona la gloria del cielo, per ritrovare la pecorella e inseguirla, fin sulla croce. La carica sulle sue spalle, porta la nostra umanità (Papa Benedetto)
"Too bad! What a pity!" “Sin! What a shame!” - it is said of a missed opportunity: it is the bending of the unicum that we are inside, which every day surrenders its exceptionality to the normalizing and prim outline of common opinion. Divine Appeal of every moment directed Mary's dreams and her innate knowledge - antechamber of her trust, elsewhere
“Peccato!” - si dice di una occasione persa: è la flessione dell’unicum che siamo dentro, che tutti i giorni cede la sua eccezionalità al contorno normalizzante e affettato dell’opinione comune. L’appello divino d’ogni istante orientava altrove i sogni di Maria e il suo sapere innato - anticamera della fiducia
It is a question of leaving behind the comfortable but misleading ways of the idols of this world: success at all costs; power to the detriment of the weak; the desire for wealth; pleasure at any price. And instead, preparing the way of the Lord: this does not take away our freedom (Pope Francis)
Si tratta di lasciare le strade, comode ma fuorvianti, degli idoli di questo mondo: il successo a tutti i costi, il potere a scapito dei più deboli, la sete di ricchezze, il piacere a qualsiasi prezzo. E di aprire invece la strada al Signore che viene: Egli non toglie la nostra libertà (Papa Francesco)
Inside each woman and man resides a volcano of potential energies which are not to be smothered and aligned. The Lord doesn’t level the character; he doesn’t wear out the creatures. He doesn't make them desolate. The Kingdom is Near: it reinstates the imbalances. It does not mortify them, it convert them and enhances them
Dentro ciascuna donna e uomo risiede un vulcano di energie potenziali che non devono essere soffocate e allineate

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

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