Set 27, 2025 Scritto da 

Servi inutili. Vita standard e Fede

(Lc 17,5-10)

 

Accrescere la Fede? Il Dono non è un regalo, ma un Appello. Perciò Gesù neppure risponde - ciononostante fa riflettere sui risultati dell’eventuale adesione.

Basterebbe un minimo coinvolgimento e nel mondo si produrrebbero risultati straordinari (v.6); in comunità, nelle famiglie, nella vita personale.

Realizzeremmo l’impossibile e importante. Si risolverebbero i veri problemi. Si trasformerebbero anche le azioni più semplici.

Parole assai provocatorie, quelle di Gesù, che neppure condannano a priori né demonizzano la Via contraria alla sua.

Ma ci mette sull’avviso su come funzionano le cose in ambiente piramidale (vv.7-9).

«Quando avete fatto tutto quello che vi è stato “ordinato”...» (v.10).

Il Signore allude all’obbedienza della Torah, e vorrebbe renderci liberi dal giogo ossessivo, limitante, meschino e ansiogeno della Legge antica. 

Essa produce impoverimento delle anime.

È come se il Signore dicesse:

«Provate pure a ricalcare il modello prevedibile, ingessato, privo di scossoni... Tentate e vedrete sulla vostra pelle che inconcludenza, che lacerazioni e disastri produce!».

 

In una prospettiva di Fede e di crescita umana in Cristo bisogna abbandonare il modello standard limitante «suddito-Sovrano».

Esso toglie ricchezza espressiva all’Annuncio e alla vita.

La Fede accoglienza-somiglianza ci porterà invece a crescere da ‘inutili’ schiavi a Figli; collaboratori e alleati del Padre.

Da gretti sottomessi e obbedienti pedissequi, a famigliari, amici e consanguinei-assomiglianti.

Altrimenti rimarremo nella condizione puerile di bambinoni e garzoni «di nessun conto» (v.10) che non si esprimono né reinterpretano, ma restano sottoposti e fanno solo “quello che devono”.

La religione dei meriti e dei ruoli è deleteria; produce malessere, va avanti per inerzia e con atteggiamento difensivo.

Non reinventa il presente, né apre il futuro.

Essa non ascolta i bisogni, piuttosto ci spinge a improntare rapporti sulla base dell’egoismo, anche spirituale.

Qui non si guarda più ciò che si affaccia spontaneamente - costringendo le nostre facoltà a valutazioni tutte predicibili, conformiste.

 

La vita dunque impoverisce, desertificando se stessa, perché intimidita.

Diventando un’assurda farsa che Gesù non vuole: un’accozzaglia di atteggiamenti paludosi, incapaci di riattivarci - disattenti alle azioni speciali che trasformano la routine in avventura.

Parafrasando l’enciclica Fratelli Tutti, in quelle condizioni suonerebbe «come un delirio» anche elaborare «grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta l’umanità» (n.16).

Mancherebbe il senso del Mistero, mai percependolo nei solchi della storia: ci trascineremmo nei rimedi, tutelando solo il tran tran.

Perciò nessun cambiamento inatteso, nessuna trasformazione inspiegabile, nessun recupero eccezionale (v.6).

Nessuna imprevedibilità scorgerebbe il ‘sacro’ nelle mille situazioni che la Provvidenza inventa, stimolando risposte nuove.

 

Il mistico Ibn Ata Allah - Maestro delle due Scienze [sapienza dell’analisi ed esperienza dell’ebbrezza mistica] - sosteneva:

«Se vuoi che ti si apra la porta del timore, guarda ciò che da te va a Lui. Se vuoi che ti si apra la porta della Speranza, guarda a ciò che da Lui viene a te».

 

 

[27.a Domenica T.O. (anno C), 5 Ottobre 2025]

152 Ultima modifica il Domenica, 05 Ottobre 2025 11:59
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Those living beside us, who may be scorned and sidelined because they are foreigners, can instead teach us how to walk on the path that the Lord wishes (Pope Francis)
Chi vive accanto a noi, forse disprezzato ed emarginato perché straniero, può insegnarci invece come camminare sulla via che il Signore vuole (Papa Francesco)
Many saints experienced the night of faith and God’s silence — when we knock and God does not respond — and these saints were persevering (Pope Francis)
Tanti santi e sante hanno sperimentato la notte della fede e il silenzio di Dio – quando noi bussiamo e Dio non risponde – e questi santi sono stati perseveranti (Papa Francesco)
In some passages of Scripture it seems to be first and foremost Jesus’ prayer, his intimacy with the Father, that governs everything (Pope Francis)
In qualche pagina della Scrittura sembra essere anzitutto la preghiera di Gesù, la sua intimità con il Padre, a governare tutto (Papa Francesco)
It is necessary to know how to be silent, to create spaces of solitude or, better still, of meeting reserved for intimacy with the Lord. It is necessary to know how to contemplate. Today's man feels a great need not to limit himself to pure material concerns, and instead to supplement his technical culture with superior and detoxifying inputs from the world of the spirit [John Paul II]
Occorre saper fare silenzio, creare spazi di solitudine o, meglio, di incontro riservato ad un’intimità col Signore. Occorre saper contemplare. L’uomo d’oggi sente molto il bisogno di non limitarsi alle pure preoccupazioni materiali, e di integrare invece la propria cultura tecnica con superiori e disintossicanti apporti provenienti dal mondo dello spirito [Giovanni Paolo II]
This can only take place on the basis of an intimate encounter with God, an encounter which has become a communion of will, even affecting my feelings (Pope Benedict)
Questo può realizzarsi solo a partire dall'intimo incontro con Dio, un incontro che è diventato comunione di volontà arrivando fino a toccare il sentimento (Papa Benedetto)
We come to bless him because of what he revealed, eight centuries ago, to a "Little", to the Poor Man of Assisi; - things in heaven and on earth, that philosophers "had not even dreamed"; - things hidden to those who are "wise" only humanly, and only humanly "intelligent"; - these "things" the Father, the Lord of heaven and earth, revealed to Francis and through Francis (Pope John Paul II)
Veniamo per benedirlo a motivo di ciò che egli ha rivelato, otto secoli fa, a un “Piccolo”, al Poverello d’Assisi; – le cose in cielo e sulla terra, che i filosofi “non avevano nemmeno sognato”; – le cose nascoste a coloro che sono “sapienti” soltanto umanamente, e soltanto umanamente “intelligenti”; – queste “cose” il Padre, il Signore del cielo e della terra, ha rivelato a Francesco e mediante Francesco (Papa Giovanni Paolo II)
We are faced with the «drama of the resistance to become saved persons» (Pope Francis)
Siamo davanti al «dramma della resistenza a essere salvati» (Papa Francesco)
That 'always seeing the face of the Father' is the highest manifestation of the worship of God. It can be said to constitute that 'heavenly liturgy', performed on behalf of the whole universe [John Paul II]
Quel “vedere sempre la faccia del Padre” è la manifestazione più alta dell’adorazione di Dio. Si può dire che essa costituisce quella “liturgia celeste”, compiuta a nome di tutto l’universo [Giovanni Paolo II]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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