Ago 28, 2025 Scritto da 

Conflitti di coscienza: Legge o fame

Incarnazione, o il modulo spirituale vuoto d’umanità

(Lc 6,1-5)

 

Nel cammino di conversione i conflitti di coscienza non sono parentesi o incidenti di percorso, ma nodi cruciali.

La genuinità del credere genera poi forza implicativa e nuove capacità espressive.

 

Secondo valutazioni religiose ordinarie, la normativa valeva più della fame... ma l’esperienza di Dio nella vita capovolge le idee elaborate dagli esperti.

A dirla tutta, l’osservanza del sabato era divenuta una legge centrale non per delle sottigliezze teologiche, ma perché nel periodo dell’Esilio il riposo settimanale aveva consentito di riunirsi, condividere speranze, incoraggiarsi, mantenere l'identità di popolo.

Ma il legalismo finì per soffocare lo spirito del giorno di culto, un tempo segno di una libertà a servizio della fede e dell’uomo, entrambi non asservibili.

Così dove giunge Gesù si sgretola ogni modulo spirituale vuoto di umanità, e prende piede l’Incarnazione: il luogo in cui Dio e l’uomo riposano sul serio [altro che sabato!].

Nel passo parallelo di Mt (12,1-8) la risposta di Gesù è più articolata e completa:

Nel giorno di sabato i sacerdoti avevano molti più impegni sacrali e di preparazione, macellazione e riordino del Santuario, rispetto agli altri giorni della settimana, e la Torah li obbligava... succede anche a noi.

Ancora in Mt, il Signore cita una celebre frase del profeta Osea - uomo dall’esperienza cruda, ma che ben definisce la vetta dell’intimità con Dio: Rito autentico è accorgersi dei bisogni del prossimo e avere il cuore nell’altrui necessità.

 

Cristo mette in rilievo la povertà d’ogni attaccamento legalista e ipocrita nel modo di concepire i rapporti col Padre.

Segno dell’Alleanza con Dio, e Incontro [santificazione autentica] è l’aderire che continua nella trama dei giorni e nella sua Persona attiva - non una ridicola idolatria delle osservanze o di parentesi cultuali.

Fatti e riti celebrano l’amore; e l’adempimento schietto non ricalca il pedante “come dovremmo essere”, bensì esprime una Liberazione della persona.

 

L’episodio biblico che Gesù cita poteva forse apparire non del tutto pertinente alla questione teorica: i suoi discepoli non sembravano re e neppure sacerdoti.

Invece nel tempo nuovo che urge, sì: ‘sovrani’ della propria vita per Dono e Chiamata, nonché ‘mediatori’ [delle benedizioni divine sull’umanità] - e anche Profeti.

Il Dio amabile allaccia con noi un dialogo e un’amicizia che invita, dà slancio, dona gusto di fare.

È l’esito d’una coscienza messianica da «Figlio dell’uomo» (v.5): trasmissibile a noi, suoi fratelli e amici - a Lui unitissimi per Fede.

Per questo [dopo la chiamata dei discepoli e le prime guarigioni, poi la vocazione di Levi e la controversia sul digiuno] il Signore si presenta ai farisei nella controfigura regale di Davide, che s’accinge alla conquista del “regno” anche con un piccolo manipolo di seguaci.

Nel tempo della crisi globale che ipoteca il futuro, e ancora tenta di calcolarlo dirigendolo a priori, secondo interessi selettivi, la sfida è più che mai aperta.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Come hai percepito di rivivere Cristo nella scioltezza delle norme?

 

 

[Sabato 22.a sett. T.O.  6 settembre 2025]

258 Ultima modifica il Sabato, 06 Settembre 2025 11:59
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

However, the equality brought by justice is limited to the realm of objective and extrinsic goods, while love and mercy bring it about that people meet one another in that value which is man himself, with the dignity that is proper to him (Dives in Misericordia n.14)
L'eguaglianza introdotta mediante la giustizia si limita però all’ambito dei beni oggettivi ed estrinseci, mentre l'amore e la misericordia fanno si che gli uomini s'incontrino tra loro in quel valore che è l'uomo stesso, con la dignità che gli è propria (Dives in Misericordia n.14)
The Church invites believers to regard the mystery of death not as the "last word" of human destiny but rather as a passage to eternal life (Pope John Paul II)
La Chiesa invita i credenti a guardare al mistero della morte non come all'ultima parola sulla sorte umana, ma come al passaggio verso la vita eterna (Papa Giovanni Paolo II)
The saints: they are our precursors, they are our brothers, they are our friends, they are our examples, they are our lawyers. Let us honour them, let us invoke them and try to imitate them a little (Pope Paul VI)
I santi: sono i precursori nostri, sono i fratelli, sono gli amici, sono gli esempi, sono gli avvocati nostri. Onoriamoli, invochiamoli e cerchiamo di imitarli un po’ (Papa Paolo VI)
Man rightly fears falling victim to an oppression that will deprive him of his interior freedom, of the possibility of expressing the truth of which he is convinced, of the faith that he professes, of the ability to obey the voice of conscience that tells him the right path to follow [Dives in Misericordia, n.11]
L'uomo ha giustamente paura di restar vittima di una oppressione che lo privi della libertà interiore, della possibilità di esternare la verità di cui è convinto, della fede che professa, della facoltà di obbedire alla voce della coscienza che gli indica la retta via da seguire [Dives in Misericordia, n.11]
We find ourselves, so to speak, roped to Jesus Christ together with him on the ascent towards God's heights (Pope Benedict)
Ci troviamo, per così dire, in una cordata con Gesù Cristo – insieme con Lui nella salita verso le altezze di Dio (Papa Benedetto)
Church is a «sign». That is, those who looks at it with a clear eye, those who observes it, those who studies it realise that it represents a fact, a singular phenomenon; they see that it has a «meaning» (Pope Paul VI)
La Chiesa è un «segno». Cioè chi la guarda con occhio limpido, chi la osserva, chi la studia si accorge ch’essa rappresenta un fatto, un fenomeno singolare; vede ch’essa ha un «significato» (Papa Paolo VI)
Let us look at them together, not only because they are always placed next to each other in the lists of the Twelve (cf. Mt 10: 3, 4; Mk 3: 18; Lk 6: 15; Acts 1: 13), but also because there is very little information about them, apart from the fact that the New Testament Canon preserves one Letter attributed to Jude Thaddaeus [Pope Benedict]
Li consideriamo insieme, non solo perché nelle liste dei Dodici sono sempre riportati l'uno accanto all'altro (cfr Mt 10,4; Mc 3,18; Lc 6,15; At 1,13), ma anche perché le notizie che li riguardano non sono molte, a parte il fatto che il Canone neotestamentario conserva una lettera attribuita a Giuda Taddeo [Papa Benedetto]
Bernard of Clairvaux coined the marvellous expression: Impassibilis est Deus, sed non incompassibilis - God cannot suffer, but he can suffer with (Spe Salvi, n.39)
Bernardo di Chiaravalle ha coniato la meravigliosa espressione: Impassibilis est Deus, sed non incompassibilis – Dio non può patire, ma può compatire (Spe Salvi, n.39)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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