Giu 21, 2025 Scritto da 

«Chi sono per voi» e le Chiavi della comunità aperta

(Mt 16,13-19)

 

A oltre metà della sua vita pubblica Gesù non ha ancora dato formule, ma fa una domanda impegnativa - che ha la pretesa di chiederci molto più delle usuali espressioni con struttura di legge.

Globalmente la folla può averlo accostato a personaggi eminenti come il Battista [colui che ha dimostrato di essere estraneo alle cortigianerie] o Elia [per la sua attività di denuncia degli idoli] o Geremia [l’oppositore della compravendita di benedizioni].

Ma Egli non è venuto - come i profeti antichi - a migliorare la situazione o rabberciare devozioni, né a purificare il Tempio, bensì a sostituirlo!

Le immagini della tradizione raffigurano Cristo in molti modi (per gli atei un filantropo), il più diffuso dei quali è ancora quello di un Signore antico, garante di comportamenti convenzionali.

Egli invece - per farci riflettere - porta i discepoli in un ambiente di cantiere [a nord della Palestina, Cesarea di Filippo era in costruzione], lontano dalla nomenclatura interessata della Città “santa”.

 

La mentalità comune valutava la riuscita della vita - e la verità di una religione - sulla base del successo, del dominio, dell’arricchimento, delle sicurezze in genere.

Il quesito che Gesù pone ai suoi fa trapelare una novità che soppianta tutto il sistema: la Chiamata si rivolge a ogni singola persona.

È una proposta di confine, al pari del luogo geografico simbolico della capitale del regno di Filippo, uno dei tre figli eredi di Erode il Grande: in Palestina, il punto più lontano dal centro della religiosità conformista.

Il Volto del «Figlio dell’uomo» è riconoscibile solo ponendo la massima distanza da schemi politici e veterani - altrimenti anche noi non saremmo in grado di percepirne la ‘luce’ personale.

Nella comunità di Mt si stava appunto facendo esperienza di una sempre più larga partecipazione di pagani, che prima si sentivano degli esclusi e man mano si integravano.

 

Per la nostra mentalità, le chiavi di casa servono a chiudere e serrare il portone, per non far entrare i malintenzionati.

In quella semitica, erano piuttosto icona dell’apertura dell’uscio.

 

Nel celebre capolavoro del Perugino sulla parete nord della Cappella Sistina, Gesù consegna al capo della Chiesa due chiavi: quella d’oro del Paradiso e quella d’argento del Purgatorio.

Ma il senso del brano non è l’Aldilà - anzi, non è neppure istituzionale. In ebraico il termine ‘chiave’ è derivante dal verbo ‘aprire’!

Massimo compito missionario dei responsabili di comunità è tenere il Regno dei Cieli spalancato, ossia garantire una Chiesa accogliente!

Pietro non deve ricalcare il tipo del monarca arrogante, immagine dell’autorità; sostitutiva dell’imperatore.

Simone deve farsi primo responsabile dell’accettazione di coloro che sono fuori.

Sembra strano per qualsiasi proposta antica, ove si supponeva che Dio temesse di rendersi impuro nel contatto col mondo.

Il Padre è Colui che osa di più.

Questo il motivo per cui Gesù impone severamente un totale silenzio messianico (v.20) alle labbra e al cervello antico degli Apostoli.

 

Pietro e i discepoli volevano tornare all’idea consueta de «il» Messia [cf. testo greco] atteso da tutti.

Un canovaccio troppo normale, incapace di rigenerarci.

 

 

[Ss. Pietro e Paolo, 29 giugno]

 

Solennità dei Ss. Pietro e Paolo,  29 giugno

 

Dissimili: differenza fra religiosità e Fede (la Chiesa che verrà)

 

In un’identica data la Chiesa celebra Discepoli dissimili.

Entrambi del tutto lontani da modelli di santità conforme e non eccentrica - anzi divagante, non rassicurante né quieta.

Uno cresce accumulando esperienze incerte: un po’ Pietro (testardo e ostile), un po’ Simone (discepolo, ma raramente), un po’ Simon Pietro (pro e contro, coi piedi in due staffe).

L’altro cresce sì, ma per caduta immediata dall’ideologia dello stare e sentirsi più puro e in alto degli altri:

in un attimo, dal “destriero” focoso dei capi e giudicanti, al ceto popolare capace di ascolto e benevolenza.

D’improvviso, da Saulo a Paolo.

Il primo, Apostolo per smania e lunga consuetudine [nell’andirivieni], l’altro per Chiamata diretta. Non per imposizione di mani da parte di superiori dalla vita pia che avrebbero dovuto saperla più lunga di lui.

Vocazione immediata - essa sconvolge, capovolge il modo di vedere.

Nessuno dei due Protagonisti, figlio devoto e obbediente: entrambi piuttosto cocciuti e smaniosi, ma ciascuno a modo suo; in maniera incerta e diplomatica, o tagliente.

A lungo inquieti e persino oppositori del Cristo.

 

Anche nell’Annuncio, nella Catechesi, nell’Animazione, nella Pastorale e nelle opere di carità iniziamo ad accorgerci che il punto di partenza dell’Evangelizzazione non è quello solito, rassicurante, che solo insegna agli altri [e trasmette finte sicurezze].

L’input è suscitare interrogativi, che coinvolgono in prima persona.

E qualsiasi iniziativa è utile in primo luogo a migliorare chi la propone - non le folle che non avrebbero consapevolezze.

Questo il perno dell’atteggiamento verso il bene pieno e la realizzazione di ogni essere umano.

 

Nell’unità della Fede confluiscono diversità di Doni.

Non siamo chiamati a fare i paternalisti, né i pompieri: subito a spegnere fuocherelli che neppure conosciamo ma ardono bene (solo oltre la cappa del camino di casa nostra).

La Chiesa che verrà dipende anche dalla nostra forma mentis.

Cardine della Tradizione viva è credere nel mondo a venire - non malgrado, bensì grazie alle sue difformità.

L’amore divino si manifesta, si fa presente, interviene in molti modi.

Le scintille che alimentano la Fiamma dello Spirito sono variegate: tutte illuminano e riscaldano il mondo... a meno che non le si costruisca attorno un muro di refrattari.

Ciò talora capita sul territorio, ad opera di cordate. Con giovani astuzie già normalizzate, o parrucconi timorosi di perdere privilegi sui quali galleggiano.

Un panorama di astuzie e acque chete, già morta.

 

Ma nel Cristo personale anche la nostra insicurezza apre sentieri inesplorati verso nuovi mondi.

Ogni missionario conosce la sua ‘certezza’ qual frutto d’un punto interrogativo.

Valore aggiunto che non sa; prodotto d’una forza primordiale che sorge dal caos delle sue o altrui prevedibilità.

La formazione variegata e persino lo scompiglio delle sfaccettature diventano luogo della Pace.

Possibilità d’Immenso, invece che appiglio per un arretramento sotto pena di castigo tipico di condanne religiose.

 

Mentre dottrina e disciplina inoculano certezze e aspettative ostinate che ci farebbero viaggiare solo su binari già tracciati, la Fede si lascia guidare dalla Provvidenza manifestata nella vita reale, che sorprende.

Un’adesione, una Relazione creativa - la Fede - dalla misteriosa Energia, sempre pura, nitida, trasparente, intatta, incontaminata.

Appello per Nome che porta a tu per tu con noi stessi e Dio, senza mai spersonalizzare.

Solo così rendendo concordi. È la chiesa che verrà.

Infatti, gli incerti che non sanno tirare subito le somme vanno sino in fondo: non abbandonano, non emarginano, non tradiscono; non usano la posizione religiosa come un’arma di ricatto.

Non fanno il male.

 

«Quando il tessitore alza un piede, l’altro si abbassa. Quando il movimento cessa e uno dei piedi si ferma, il tessuto non si fa più. Le sue mani lanciano la spola che passa dall’una all’altra; ma nessuna mano può sperare di tenerla. Come i gesti del tessitore, è l’unione dei contrari a tessere la nostra vita».

[Tradizione orale africana Peul]

 

Omaggio al Poliedro e non allo Sfero. Diversità e Pluralità significa spazio per ciascuno di noi, così com’è. Dilatato, non “migliore”.

Non omogeneo, non regolare, non omologato. Anche se la catena di comando locale non vuole.

Omaggio alla chiesa? Non quella uniforme e standard. La strana coppia Pietro e Paolo non lo è stata.

 

Omaggio alla Chiesa, Omaggio alla vita.

602 Ultima modifica il Domenica, 29 Giugno 2025 11:59
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Without love, even the most important activities lose their value and give no joy. Without a profound meaning, all our activities are reduced to sterile and unorganised activism (Pope Benedict)
Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato (Papa Benedetto)
In reality, an abstract, distant god is more comfortable, one that doesn’t get himself involved in situations and who accepts a faith that is far from life, from problems, from society. Or we would even like to believe in a ‘special effects’ god (Pope Francis)
In realtà, è più comodo un dio astratto, distante, che non si immischia nelle situazioni e che accetta una fede lontana dalla vita, dai problemi, dalla società. Oppure ci piace credere a un dio “dagli effetti speciali” (Papa Francesco)
It is as though you were given a parcel with a gift inside and, rather than going to open the gift, you look only at the paper it is wrapped in: only appearances, the form, and not the core of the grace, of the gift that is given! (Pope Francis)
È come se a te regalassero un pacchetto con dentro un dono e tu, invece di andare a cercare il dono, guardi soltanto la carta nel quale è incartato: soltanto le apparenze, la forma, e non il nocciolo della grazia, del dono che viene dato! (Papa Francesco)
The Evangelists Matthew and Luke (cf. Mt 11:25-30 and Lk 10:21-22) have handed down to us a “jewel” of Jesus’ prayer that is often called the Cry of Exultation or the Cry of Messianic Exultation. It is a prayer of thanksgiving and praise [Pope Benedict]
Gli evangelisti Matteo e Luca (cfr Mt 11,25-30 e Lc 10, 21-22) ci hanno tramandato un «gioiello» della preghiera di Gesù, che spesso viene chiamato Inno di giubilo o Inno di giubilo messianico. Si tratta di una preghiera di riconoscenza e di lode [Papa Benedetto]
It may have been a moment of disillusionment, of that extreme disillusionment and the perception of his own failure. But at that instant of sadness, in that dark instant Francis prays. How does he pray? “Praised be You, my Lord…”. He prays by giving praise [Pope Francis]
Potrebbe essere il momento della delusione, di quella delusione estrema e della percezione del proprio fallimento. Ma Francesco in quell’istante di tristezza, in quell’istante buio prega. Come prega? “Laudato si’, mi Signore…”. Prega lodando [Papa Francesco]
The Lord has our good at heart, that is, that every person should have life, and that especially the "least" of his children may have access to the banquet he has prepared for all (Pope Benedict)
Al Signore sta a cuore il nostro bene, cioè che ogni uomo abbia la vita, e che specialmente i suoi figli più "piccoli" possano accedere al banchetto che lui ha preparato per tutti (Papa Benedetto)
As the cross can be reduced to being an ornament, “to carry the cross” can become just a manner of speaking (John Paul II)
Come la croce può ridursi ad oggetto ornamentale, così "portare la croce" può diventare un modo di dire (Giovanni Paolo II)
Without love, even the most important activities lose their value and give no joy. Without a profound meaning, all our activities are reduced to sterile and unorganised activism (Pope Benedict)
Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato (Papa Benedetto)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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