Ago 8, 2025 Scritto da 

Fare pace col mondo dei giudizi

Avvicinarsi senza stare sottomessi

(Mt 19,13-15)

 

Papa Francesco ha spesso ribadito: «Preferisco mille volte una Chiesa incorsa in un incidente, che una Chiesa malata per chiusura». Non una «zona di comfort», ma un «ospedale da campo» coinvolto nelle nostre speranze, addirittura piagato - non assente, né distaccato.

Nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium (49): «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».

Insomma, per dirla con il Vangelo di Mt, non bisogna lasciarsi trascinare dalle ovvie sentenze sprezzanti sull’impurità legale. Secondo Gesù, un peso inutile, artificioso; che tarpa le ali e rende infelici.

Al contrario, è sempre opportuno acquisire una differente percezione delle cose di Dio nell’uomo. E non occorre essere ben formati nelle pratiche consuetudinarie: i giovinetti non lo sono.

Cosa succedeva nelle piccole chiese di Galilea e Siria all’inizio degli anni 80? Molti pagani iniziavano a presentarsi alle soglie delle comunità  (giudaizzanti) e stavano diventando maggioranza.

I membri della catena di comando impedivano ai lontani e incipienti l’immediatezza del rapporto faccia a faccia col Signore - valutandoli poco qualificati dal punto di vista dell’osservanza delle disposizioni dei “padri”.

Alcuni reduci altezzosi consideravano i nuovi che chiedevano di essere accolti, alla stregua di servetti ancora torbidi [«paidìa»: età 9-11 anni], contaminati e frammisti.

A quel tempo, nelle condizioni in cui vivevano, certo i ragazzetti non adempivano le leggi di purità religiosa; però servivano gli altri, sia in casa che al lavoro.

Insomma, Gesù propone agli Apostoli un cambiamento di paradigma.

Chinarsi? Un modello di vita insopportabile per gli ambiziosi reduci che di frequente attorniavano il Maestro - ma stentavano a seguire il suo insegnamento vitale.

La libertà di scendere dal tabellone - viceversa - era cifra umana da cesellare quale “modello” del discepolo autentico, che riflette Cristo e “conquista” il Regno.

 

Fare pace col mondo dei giudizi.

La proposta sembrava un’assurdità per le religioni (tutte piramidali), non per la persona di Fede che procede sulla Via, nello Spirito.

Dio non ritiene affatto che la sua santità sia messa in pericolo dal contatto con le realtà normali di questo mondo.

Anzi, il Signore e Maestro s’identifica proprio con i garzoncini di bottega e di casa, con gli esseri “inquinati”, socialmente nulli e valutati male [da qualsiasi cricca legalista, pur devota].

Ciò a dire: il discepolo del Regno non può permettersi di disconoscere le esigenze di vita altrui.

Bando a luoghi comuni, nomenclature, doppiezze e procedure riconosciute.

Ciò che conta è il bene concreto della persona reale, così com’è.

L’accoglimento di fanciulli - ossia di coloro che sono al principio - nella loro condizione d’integrità creativa e affettiva, ancora ritenuta ambigua e trasgressiva, è icona d’una logica sociale, religiosa e di ceto capovolta; radicalmente impari.

Quindi guai a chi impedisce agli insignificanti di andare al Signore!

L’imposizione delle mani su di essi (vv.13.15) è un segno di redenzione, valorizzazione, emancipazione e promozione della condizione di ultimi, esclusi, irrisi, nullatenenti e “meticci” [non di quadretti tutti limpidezza e candore].

Chi accoglie un privilegiato, un purista osservante, uno che si è fatto strada ma non accetta i cambiamenti (manichino spesso di buone maniere e pessime abitudini) difficilmente accoglie Gesù.

Infatti, e la stessa cronaca di oggi è zeppa di sorprese amare, i direttori - così mediocri - che selezionano (v.13) e fanno gli adultoidi sono bambinoni egoisti e pericolosissimi, non «bambini».

 

Solo i misconosciuti e incerti vanno posti al centro della nuova Chiesa che dovremo costruire.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Ci sono tuoi aspetti vitali che hai dovuto tarpare per essere accolto nella comunità?

 

 

Il Fiuto senza cittadinanza

 

Nel cammino sinodale, l’ascolto deve tener conto del sensus fidei, ma non deve trascurare tutti quei “presentimenti” incarnati dove non ce l’aspetteremmo: ci può essere un “fiuto senza cittadinanza”, ma non meno efficace. Lo Spirito Santo nella sua libertà non conosce confini, e non si lascia nemmeno limitare dalle appartenenze. Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi raccomando: lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi – che saranno il 3, 4 o 5%, non di più. Permettete a tutti di entrare… Permettete a voi stessi di andare incontro e lasciarsi interrogare, che le loro domande siano le vostre domande, permettete di camminare insieme: lo Spirito vi condurrà, abbiate fiducia nello Spirito. Non abbiate paura di entrare in dialogo e lasciatevi sconvolgere dal dialogo: è il dialogo della salvezza.

Non siate disincantati, preparatevi alle sorprese. C’è un episodio nel libro dei Numeri (cap. 22) che racconta di un’asina che diventerà profetessa di Dio. Gli ebrei stanno concludendo il lungo viaggio che li condurrà alla terra promessa. Il loro passaggio spaventa il re Balak di Moab, che si affida ai poteri del mago Balaam per bloccare quella gente, sperando di evitare una guerra. Il mago, a suo modo credente, domanda a Dio che fare. Dio gli dice di non assecondare il re, che però insiste, e allora lui cede e sale su un’asina per adempiere il comando ricevuto. Ma l’asina cambia strada perché vede un angelo con la spada sguainata che sta lì a rappresentare la contrarietà di Dio. Balaam la tira, la percuote, senza riuscire a farla tornare sulla via. Finché l’asina si mette a parlare avviando un dialogo che aprirà gli occhi al mago, trasformando la sua missione di maledizione e morte in missione di benedizione e vita.

Questa storia ci insegna ad avere fiducia che lo Spirito farà sentire sempre la sua voce. Anche un’asina può diventare la voce di Dio, aprirci gli occhi e convertire le nostre direzioni sbagliate. Se lo può fare un’asina, quanto più un battezzato, una battezzata, un prete, un Vescovo, un Papa. Basta affidarsi allo Spirito Santo che usa tutte le creature per parlarci: soltanto ci chiede di pulire le orecchie per sentire bene.

(Papa Francesco, Discorso 18 settembre 2021)

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

From a human point of view, he thinks that there should be distance between the sinner and the Holy One. In truth, his very condition as a sinner requires that the Lord not distance Himself from him, in the same way that a doctor cannot distance himself from those who are sick (Pope Francis))
Da un punto di vista umano, pensa che ci debba essere distanza tra il peccatore e il Santo. In verità, proprio la sua condizione di peccatore richiede che il Signore non si allontani da lui, allo stesso modo in cui un medico non può allontanarsi da chi è malato (Papa Francesco)
The life of the Church in the Third Millennium will certainly not be lacking in new and surprising manifestations of "the feminine genius" (Pope John Paul II)
Il futuro della Chiesa nel terzo millennio non mancherà certo di registrare nuove e mirabili manifestazioni del « genio femminile » (Papa Giovanni Paolo II)
And it is not enough that you belong to the Son of God, but you must be in him, as the members are in their head. All that is in you must be incorporated into him and from him receive life and guidance (Jean Eudes)
E non basta che tu appartenga al Figlio di Dio, ma devi essere in lui, come le membra sono nel loro capo. Tutto ciò che è in te deve essere incorporato in lui e da lui ricevere vita e guida (Giovanni Eudes)
This transition from the 'old' to the 'new' characterises the entire teaching of the 'Prophet' of Nazareth [John Paul II]
Questo passaggio dal “vecchio” al “nuovo” caratterizza l’intero insegnamento del “Profeta” di Nazaret [Giovanni Paolo II]
The Lord does not intend to give a lesson on etiquette or on the hierarchy of the different authorities […] A deeper meaning of this parable also makes us think of the position of the human being in relation to God. The "lowest place" can in fact represent the condition of humanity (Pope Benedict)
Il Signore non intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità […] Questa parabola, in un significato più profondo, fa anche pensare alla posizione dell’uomo in rapporto a Dio. L’"ultimo posto" può infatti rappresentare la condizione dell’umanità (Papa Benedetto)
We see this great figure, this force in the Passion, in resistance to the powerful. We wonder: what gave birth to this life, to this interiority so strong, so upright, so consistent, spent so totally for God in preparing the way for Jesus? The answer is simple: it was born from the relationship with God (Pope Benedict)
Noi vediamo questa grande figura, questa forza nella passione, nella resistenza contro i potenti. Domandiamo: da dove nasce questa vita, questa interiorità così forte, così retta, così coerente, spesa in modo così totale per Dio e preparare la strada a Gesù? La risposta è semplice: dal rapporto con Dio (Papa Benedetto)
These words are full of the disarming power of truth that pulls down the wall of hypocrisy and opens consciences [Pope Benedict]
Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze [Papa Benedetto]
While the various currents of human thought both in the past and at the present have tended and still tend to separate theocentrism and anthropocentrism, and even to set them in opposition to each other, the Church, following Christ, seeks to link them up in human history, in a deep and organic way [Dives in Misericordia n.1]
Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e perfino a contrapporre il teocentrismo e l'antropocentrismo, la Chiesa invece, seguendo il Cristo, cerca di congiungerli nella storia dell'uomo in maniera organica e profonda [Dives in Misericordia n.1]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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