Feb 19, 2025 Scritto da 

Il rapporto con gli esclusi e le loro esigenze (modeste)

(Mc 9,41-50)

 

Con linguaggio tipico della vivacità orientale, le esortazioni di Gesù alla convivenza rovesciano la gerarchia tra potenti e deboli.

Nelle religioni troviamo frotte di emarginati che non possono accedere agli allestimenti della devozione piramidale.

Al contrario, chi come Gesù è in grado di donare tutto, non deve dimenticare i piccoli gesti, che parlano d’un ‘gratis non esemplare’ quindi autentico [limitato nel giorno dopo giorno].

È questo venire incontro nel sommario - poco encomiato - che valorizza il clima e non spinge i deboli al risentimento, e al male.

La nuova ‘dottrina’ di Gesù è sapiente e finalizzata alla decisione. E non smarrisce l’entusiasmo; anzi, ci fa già sperimentare la stessa qualità di Vita come dell’Eterno, allontanando da ciò che corrompe.

Chi è tutto preso dal “grande” e non s’accorge del dettaglio, mai ha il senso del valore delle cose, e presto o tardi finirà per disprezzare tutto.

 

Gesù s’identifica con noi (v.41) perché ci abita: siamo la sua Vittoria reale, incarnata.

Una pietra d’inciampo o anche solo nella scarpa (v.42) allontana i «mikròi» dal cammino di Fede.

Gli «incipienti» - appunto, i dotati di poca energia e relazioni - iniziano a fare i primi passi… sono ancora fuori dalle cordate.

Coloro che pretendono e si mettono di traverso, o danno scialba e pessima testimonianza, hanno però in serbo altro che una pietruzza: una mola al collo e una fine indegna [esistenza mortifera: v.42].

Non perché Dio la fa pagare, ma perché buttano la vita e rovinano gli altri, che infine si allontanano ripugnati - mentre l’avventura di condivisione potrebbe essere meravigliosa per ciascuno.

 

La scelta - se c’è - è radicale, o non convince più. E l’odore che si sprigiona è peggio che maleodorante (v.43).

Invece, la comunità in cui si sperimenta gioia è come quel pizzico di sapidità e sapienza che rende piena - bella - l’onda vitale spontanea della gente.

Ciò nelle religioni dell’impero era abituale pensarlo, anche in nome della legge... dunque, qual è la differenza?

«Avere sale in noi stessi» (v.50) significa che in Cristo siamo resi capaci di dare alle cose minime e consuete quella tonalità e ‘gusto’ in grado di trasmettere anche al prossimo il sapore di una vita da salvati - a partire ‘da dentro’.

 

Nella cultura del medio oriente antico, il «sale» era messo in relazione con Dio e aveva dunque un’importanza anche religiosa: simbolo di durata [per conservare i cibi] e di coraggio [sapidità, condimento, purificazione].

Il sale aveva potere di scacciare i demoni, che corrompevano la vita e suscitavano fetore. Per tale motivo era largamente usato nei sacrifici cultuali e nel sancire Alleanze.

Insomma, il sale era garanzia di durata genuina.

Ma il sale dei ‘figli’ è solo… completezza umanizzante, Amore semplice al prossimo, e capacità di corrispondere alla propria Vocazione.

Se non vi fosse, scomparirebbe il carattere stesso della vita in Cristo.

 

Quindi il «patto del sale» è essenziale per la credibilità, per l’Annuncio, per il tenore della vita; per la sopravvivenza stessa delle comunità, e il loro tocco inconfondibile. 

Nessun’altra opera di difesa dall’esterno - inquisizione, prevenzione o repressione - può garantire la sopravvivenza della Chiesa.

Per il nostro progresso umano, spirituale e della vita intera, Gesù parteggia forse non come ci si attenderebbe - perché a nessuno è data l’esclusiva.

 

 

[Giovedì 7.a sett. T.O.  27 febbraio 2025]

438 Ultima modifica il Giovedì, 27 Febbraio 2025 12:07
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

We see that the disciples are still closed in their thinking […] How does Jesus answer? He answers by broadening their horizons […] and he confers upon them the task of bearing witness to him all over the world, transcending the cultural and religious confines within which they were accustomed to think and live (Pope Benedict)
Vediamo che i discepoli sono ancora chiusi nella loro visione […] E come risponde Gesù? Risponde aprendo i loro orizzonti […] e conferisce loro l’incarico di testimoniarlo in tutto il mondo oltrepassando i confini culturali e religiosi entro cui erano abituati a pensare e a vivere (Papa Benedetto)
The Fathers made a very significant commentary on this singular task. This is what they say: for a fish, created for water, it is fatal to be taken out of the sea, to be removed from its vital element to serve as human food. But in the mission of a fisher of men, the reverse is true. We are living in alienation, in the salt waters of suffering and death; in a sea of darkness without light. The net of the Gospel pulls us out of the waters of death and brings us into the splendour of God’s light, into true life (Pope Benedict)
I Padri […] dicono così: per il pesce, creato per l’acqua, è mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento vitale per servire di nutrimento all’uomo. Ma nella missione del pescatore di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita (Papa Benedetto)
We may ask ourselves: who is a witness? A witness is a person who has seen, who recalls and tells. See, recall and tell: these are three verbs which describe the identity and mission (Pope Francis, Regina Coeli April 19, 2015)
Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione (Papa Francesco, Regina Coeli 19 aprile 2015)
There is the path of those who, like those two on the outbound journey, allow themselves to be paralysed by life’s disappointments and proceed sadly; and there is the path of those who do not put themselves and their problems first, but rather Jesus who visits us, and the brothers who await his visit (Pope Francis)
C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto se stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita (Papa Francesco)
So that Christians may properly carry out this mandate entrusted to them, it is indispensable that they have a personal encounter with Christ, crucified and risen, and let the power of his love transform them. When this happens, sadness changes to joy and fear gives way to missionary enthusiasm (John Paul II)
Perché i cristiani possano compiere appieno questo mandato loro affidato, è indispensabile che incontrino personalmente il Crocifisso risorto, e si lascino trasformare dalla potenza del suo amore. Quando questo avviene, la tristezza si muta in gioia, il timore cede il passo all’ardore missionario (Giovanni Paolo II)
This is the message that Christians are called to spread to the very ends of the earth. The Christian faith, as we know, is not born from the acceptance of a doctrine but from an encounter with a Person (Pope Benedict))

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.