(Famiglia di Nazaret)
Come mai Gesù ha avuto parole così sublimi sull'Amore? E dove ha imparato il linguaggio dell'amore?
Dio ha voluto avere come icona di sé una Famiglia, affinché nell'esercizio delle virtù domestiche il cuore divenisse oasi di pace, e volgesse al dono.
Tra i tanti modi che aveva per venire ha scelto la fucina del focolare, perché esso resta la vera scuola dell'amorevolezza, il luogo in cui si manifesta completamente il progetto del Creatore.
La Famiglia è l’innesco e il sillabario dell'amore perché immagine della Trinità. Infatti lo scambio d'amore degli sposi col sostegno della fede e della preghiera diventa poesia che sorregge, e fa fiorire.
A meno che non faccia leva sulla fragilità dei sentimenti e su uno spirito di sopraffazione, la famiglia unita nella sottomissione reciproca acquista l'occhio di Dio e supera ogni prova.
Da tale intensità di relazione - così dotata di cifra soprannaturale - nasce poi la tenerezza, il sorriso dell'anima e un anticipo di Paradiso già sulla terra.
Amore sponsale: immagine della Trinità, che però non si chiude, non s'incarta, non ripiega. Il nucleo famigliare diviene trampolino di lancio per la missione, per l'ingresso in una famiglia senza steccati e barricate; ampia, universale.
Gesù ha fatto esperienza piena dell'amore materno, di un cuore di madre che batteva per il figlio; perché è sul cuore di madre che i figli riposano.
Ecco la caratteristica del genio femminile, nell'esperienza della gestazione, e nel poi della vita: è la sensibilità di chi ha concepito, fatto spazio dentro, lasciato crescere in grembo, generato al mondo, nutrito, educato-preparato e sostenuto... accogliendo, facendo maturare, rispettando l'identità dell'altro.
Cristo ha sperimentato l'amore paterno, più virile ed esigente, capace di custodia e protezione; ha fatto esperienza di un modello di laboriosità, di attenzione e presenza, così come di valigie sempre pronte (se necessario).
Come noi, anche il Maestro e Signore ha vissuto il diritto di ricevere amore, ma si è anche coinvolto nel saziare d'amore di figlio i suoi. Perché anche l'amore figliale fortifica la Famiglia e contribuisce a non sfaldarla.
Insomma, è in Famiglia che Gesù ha vissuto l'esperienza di tutte le sfumature dell'amore, in braccio a Maria e a fianco di Giuseppe. Questo il modello che oggi la liturgia propone perché anche noi attingiamo alle fonti perenni e non diventiamo pericolosi vasi di coccio, svuotati e vagabondi.
Ecco il segreto...
Nella Santa Famiglia di Nazaret non si trova opposizione o resistenza alla Parola di Dio. Non che i problemi fossero pochi o semplici, anzi; ma a differenza di ciò che accade in giro e forse anche nelle nostre case, i momenti di crisi, le difficoltà e persino le sventure non sono state motivo di allontanamento e disgregazione.
Gli ostacoli sono divenuti uno stimolo al dialogo, all'unione, al servizio verso il più debole e (al momento) più bisognoso di aiuto.
I due sposi si sono sempre mossi insieme, sono rimasti in sintonia, e con cuore e mente rivolti a Dio si sono trovati d'accordo nelle scelte. Non però per coltivare un egoismo da cerchia autosufficiente, ma per acquistare un calore che straripa.
Per il cristiano la Famiglia è nucleo della società e non può essere svalutata, ma essa non va considerata né vissuta come un idolo. Anche Gesù a un certo punto ha preso distanza da certe ristrettezze ambientali e si è aperto a orizzonti di più largo respiro.
È nato in una Famiglia, per diventare cittadino di ogni terra, perché ciascun figlio è dono di Dio a tutta l'umanità. Restringere le prospettive e compiacersi di un piccolo mondo di affetti e interessi che ignorano la fraternità universale significa svilire quella che resta una semplice tappa per balzare verso altre mète.
La Famiglia è sì una piccola Chiesa domestica voluta da Dio come abbecedario delle molte sfumature dell'amore [sponsale, materno, paterno, figliale] ma al pari di ‘fermento’.
Da piattaforma solida deve poi consentirci di spiccare arditamente il volo, con un balzo verso la vita.
Omelia ai giovani di Taizé, Roma 30.12.2012
[S. Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (28 dicembre 2025)]







