Dic 17, 2025 Scritto da 

Natale: Pasqua, respiro per me

(Natale di Lc)

 

Non avrebbe senso mettere una torta farcita di candeline, davanti al Presepe. Inneggiamo ben altra Meraviglia: la scoperta di un Tesoro, nascosto dietro i nostri lati oscuri.

Natale non è una ricorrenza o compleanno, ma un evento di Rivelazione del Volto divino: non Padrone assoluto, ma povero nudo e disarmato tra gente qualsiasi, adagiato su luogo impuro.

Ci sentiamo “malfatti”? Siamo sulla strada giusta - che non è quella dei controlli esasperati.

Dio non si è “fatto superuomo”, bensì «Carne». Realtà che il Padre fa respirare, abbraccia e recupera - illumina e non scarta.

Senso del Natale è lasciare che tutte le incerte ma irripetibili implicazioni dell’imperfezione ci attraversino. Non come una colpa.

I punti “deboli” e le eccentricità diverranno punti di forza.

C’è bisogno di tempo imprevedibile, per tracciare la via della crescita - percorso inatteso; e Dio lo accetta.

Incarnazione è un’irruzione d’Eternità fra le nostre mura e le crisi, Imprevisto sognante che investe le periferie e non pone distanze.

Nei pastori - che siamo noi - i grezzi, supplenti e impuri, diventano incaricati prioritari.

Giudizio stridente rispetto all’effimero autentico: quello delle opinioni cerimoniali.

Non è una redenzione estrinseca, mirata solo per i disadattati della società, beninteso. Ci riguarda.

Sotto la momentanea scorza delle nostre “cose certe” briga un seme che farà il nostro nuovo Bimbo.

 

Il Gesù interiore vuole essere allattato, custodito, nutrito, affinché cresca secondo un Disegno intimo, un processo di Esodo sacro (ma non protetto) che salva.

Mistero che non è a portata naturale esterna, perché in sintonia con la Chiamata per Nome, con l’irripetibile carattere vitale innato, anche poliedrico - il quale non va spento.

Lo sviluppo delle emozioni, d’inclinazioni e passioni, delle nostre Radici, non va disturbato da tare di pensiero, da cappe di consuetudini, o condizionamenti.

[Persino le accelerazioni intralciano l’evoluzione: ad es. la voglia di affrontare l’insufficienza, onde risolverla immediatamente].

In generale, nuoce la battaglia che allestiamo con noi stessi per essere accettati - conformi al contorno.

Ma così l’impegno è a sedersi in una armatura che non ci appartiene.

Giorno dopo giorno una Fiamma sta partorendo un altro e differente Infante - in apparenza contraddittorio, squilibrato, malfermo, intaccato.

Questo gagliardo adolescente non gode di programmi laceranti, bensì d’una consapevolezza di Fede: il Creatore vuole passeggiare-con le nostre difformità.

C’è un Gesù intimo, forse non ancora svezzato: ci sorride sereno e a braccia aperte.

Non c’è verità più bella che nella vertigine di poter partorire ed esprimere il Piccolo nascosto che ciascuno è nel volto dell’anima.

 

Nell’ultima sua Veglia di Natale Paolo VI tenne a sottolineare che nell’arrivo del Verbo «Ciascuno può dire: per me!».

Questo Tempo ci aiuti a comprendere tale dimensione personale; non siamo coloro che devono lottare contro se stessi.

Per un Natale ch’è già Pasqua. Il bozzolo bucato farà la nostra Farfalla.

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

“They found”: this word indicates the Search. This is the truth about man. It cannot be falsified. It cannot even be destroyed. It must be left to man because it defines him (John Paul II)
“Trovarono”: questa parola indica la Ricerca. Questa è la verità sull’uomo. Non la si può falsificare. Non la si può nemmeno distruggere. La si deve lasciare all’uomo perché essa lo definisce (Giovanni Paolo II)
Thousands of Christians throughout the world begin the day by singing: “Blessed be the Lord” and end it by proclaiming “the greatness of the Lord, for he has looked with favour on his lowly servant” (Pope Francis)
Migliaia di cristiani in tutto il mondo cominciano la giornata cantando: “Benedetto il Signore” e la concludono “proclamando la sua grandezza perché ha guardato con bontà l’umiltà della sua serva” (Papa Francesco)
The new Creation announced in the suburbs invests the ancient territory, which still hesitates. We too, accepting different horizons than expected, allow the divine soul of the history of salvation to visit us
La nuova Creazione annunciata in periferia investe il territorio antico, che ancora tergiversa. Anche noi, accettando orizzonti differenti dal previsto, consentiamo all’anima divina della storia della salvezza di farci visita
Luke the Evangelist of the Poor celebrates the reversals of the situation: pharisee and tax collector, prodigal son and firstborn, samaritan and priest-levite, Lazarus and rich man, first and last place, Beatitudes and “woe to you”... so in the anthem of the Magnificat
Luca evangelista dei poveri celebra i ribaltamenti di situazione: fariseo e pubblicano, figlio prodigo e primogenito, samaritano e sacerdote-levita, Lazzaro e ricco epulone, primo e ultimo posto, Beatitudini e “guai”... così nell’inno del Magnificat
In these words we find the core of biblical truth about St. Joseph; they refer to that moment in his life to which the Fathers of the Church make special reference (Redemtoris Custos n.2)
In queste parole è racchiuso il nucleo centrale della verità biblica su san Giuseppe, il momento della sua esistenza a cui in particolare si riferiscono i padri della Chiesa (Redemtoris Custos n.2)
The ancient priest stagnates, and evaluates based on categories of possibilities; reluctant to the Spirit who moves situations
Il sacerdote antico ristagna, e valuta basando su categorie di possibilità; riluttante allo Spirito che smuove le situazioni
«Even through Joseph’s fears, God’s will, his history and his plan were at work. Joseph, then, teaches us that faith in God includes believing that he can work even through our fears, our frailties and our weaknesses. He also teaches us that amid the tempests of life, we must never be afraid to let the Lord steer our course. At times, we want to be in complete control, yet God always sees the bigger picture» (Patris Corde, n.2)
«Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» (Patris Corde, n.2)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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