Istanze del mondo, idea di ‘perfezione’, senso del Cristo
(Lc 21,5-11)
Nel suo Discorso Apocalittico Lc vuol farci meditare sul senso della storia e su ‘ciò che permane’... ma quante condizioni avverse e opposizioni!
Quindi mira a sostenere la speranza della gente povera e sotto persecuzione delle sue comunità.
Certo, la Fede volge al Dio che guida la storia. Egli ne è Signore; però l’oggi rimane oscuro e incerto, così restiamo come braccati da istanze che non ci corrispondono - ma sopravanzano.
Anche alcuni credenti iniziavano a dubitare: Dio ha davvero il controllo dei fatti e del cosmo? È la stessa domanda che ci poniamo oggi: in mezzo a tante sciagure, dove andremo a finire?
Per non farsi confondere e plagiare, deve subentrare una migliore consapevolezza, un affinamento della percezione, onde discernere il senso dei “regni” che si avvicendano e passano.
La Chiesa autentica ha una nuova Visione, che appunto caldeggia questi terremoti e calamità, ossia gli sconquassi delle concatenazioni del mondo antico.
D’altro canto i sommovimenti non disintegrano la creazione: ne preparano una radicalmente nuova.
Bisogna resistere dentro e applicarsi - forse avendo più cura del carattere del tempo, degli amici inconsueti dell’anima, e trascurando l’idea ereditata [o imposta] di ‘perfezione’.
Tanti mondi costruiti dalla mente e dalle mani dell’uomo s’immaginavano perpetui, addirittura il Fine di tutto.
Invece continuano a crollare, trascinando via antiche espressioni, convinzioni, costumi, egemonie, visioni delle cose.
Ogni era porta con sé lo sgretolamento delle umane edificazioni e dei suoi imperi - fragili e inconsistenti, nonostante le apparenze contrarie (e il senso di permanenza con cui li interpretavamo).
Le funzioni della terra non hanno altra legge che quella di perire: sono minate alla base, destinate a evaporare.
In un attimo passano dal controllo allo sfaldamento e dal predominio all’insignificanza.
Basta un rovesciamento.
Viceversa, il Regno nuovo si presenta intimo e sottovoce: per questo non rimane scheggiato da eventi esterni.
Ad alcuni sconvolgimenti non bisogna tanto resistere, quanto stare con essi.
L’obbiettivo è ‘ri-nascere’ - come figli, ancora rigenerati, che percorrono un altro Eros fondante [cui abbandonarsi, altrimenti non potrà svolgere la sua alta funzione].
Esso si stabilisce nei cuori e li trasforma; li cementa, senza clamore: con una potenza grandissima, sovversiva, che fa scattare nuove forme - ma con virtù segreta.
Ha un altro passo, accogliente, e un diverso tempo.
Così non perdiamo alcuna parte di noi, anzi facciamo crescere tutti i lati della personalità e delle relazioni.
È la Fede plurale che accoglie gli opposti, a solidificare le pietre.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
Come vivi gli sconvolgimenti?
Appalti la tua libertà o accendi le tue potenze segrete più sfolgoranti (anche opposte)?
[Martedì 34.a sett. T.O. 26 novembre 2024]