Ott 3, 2025 Scritto da 

«Beati piuttosto»: nuova devozione a Maria

Fratelli tutti e noi stessi

(Lc 11,27-28)

 

«All’inizio l’attaccamento potrà sembrare amore, ma a mano a mano che si sviluppa diventa sempre più chiaramente l’opposto, caratterizzato dall’aggrapparsi, dal tenere sotto controllo, dalla paura» (Jack Kornfield).

 

Nella mentalità antica la gioia della madre era la grandezza conclamata del figlio.

Gesù contesta che l’autenticità della Beatitudine possa essere legata a rapporti di clan e parentela fisica, o di strepito sociale.

Il Signore smonta ogni esteriorità. Rifiuta questo modo rozzo di concepire la fortuna della vita.

Non si è felici per il cognome illustre o per il sangue. Anche essere nipote di cardinale o re non significherebbe nulla.

La Felicità piena dipende dalla percezione delle proprie radici essenziali e della unicità preziosa che siamo - non viene a noi da una tribù, dal ricalco sociale, o per l’appartenenza da sempre.

 

Proprio qui la Parola di Dio introduce nella comprensione del motivo irripetibile per cui siamo nati, e trascina in modo energetico integrale; facendoci nuovi ogni giorno.

La Parola vive nel nostro lato Eterno; è oltre il tempo, e sembra faccia diventare stranieri. Eppure non è una rivale disarmonica.

Viaggiando verso la Mèta che non sappiamo, avanziamo assieme ad essa. Senza prima le definizioni.

Così i fratelli; ciascuno nel Verbo dispiegato e originale, per la crescita. Senza prima i giudizi.

La sacra Scrittura è chiave di lettura degli accadimenti; un evento che ci attraversa e insieme una sorta di codice genetico.

Fiuto il quale consente a ciascuno di rivivere Cristo in modo sereno e fiducioso, malgrado eventuali lati logori della personalità.

 

Ogni letizia dei rapporti umani nel focolare domestico diventa così piattaforma per il nostro balzo verso la più vasta Famiglia umana. Uno stupore.

In tale esodo gli affetti particolari sono via via integrati dalla scoperta, da una impensata missione, dalla vita qualitativa e beata di condivisione universale.

 

Maria ha generato il Messia, ma ancor più ha fatto Persona non comune la Parola.

Il suo vero titolo di gloria - ciò che Le vale - è aver saputo accogliere la proposta d’un cammino di crescita che ha riscritto le aspettative e la storia.

Chi si attacca agli aspetti più ordinari dell’esistere materiale, o di consorteria - e alle sicurezze tutto sommato scadenti [cui però ci aggrappiamo volentieri] rischia di entrare in crisi terribile quando tante assicurazioni si sgretolano.

La differenza personale e sociale tra religiosità mediocre e traiettoria ideale di Fede?

Nei loro processi, la vita segreta con Dio e i codici dell’anima acquistano respiro e godono del venir meno di vantaggi già riconosciuti!

 

«Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e [la] custodiscono» (v.28).

La «Beatitudine», pienezza di essere e di umanizzazione, chiede un distacco da situazioni abitudinarie, anche di piccolo vincolo parentale - cui siamo aggrappati.

Talora anche i pregiudizi di ‘carisma’ istituzionale (o di “cordata”) non vengono a capo di nulla.

I modi usuali, le domesticazioni da routine, tante emozioni imprigionate, ma anche i codici di gruppo... possono essere di ostacolo allo sviluppo e fioritura della semenza interiore che più ci appartiene.

 

In tal guisa, persino nella devozione a Maria vogliamo riconoscere il valore d’un cammino in fieri.

Desideriamo cogliere come dare il benvenuto alla Vocazione - sia essa individuale, di relazione, comunitaria, e al Logos stesso di Dio.

E come cercare di comprenderli nel profondo, lasciando che ci plasmino la destinazione.

Cerchiamo allora in che modo fare spazio dentro, rispettando i caratteri distinti.

In aggiunta, proprio riallacciando i nodi dell’essere, potremmo intuire come ritessere l’identità-carattere personale con apporto creativo.

In quale maniera poi partorire l’altro al suo procedere. Come allattarlo e nutrirlo con cibo via via più solido, e accompagnarlo, sostenerlo.

Infine irradiarlo, affinché anche attorno a sé trabocchi e scateni lo Spirito della Vita che nobilita la dignità creaturale - esaltandone le aspirazioni.

 

La pietà antica rimandava a un progetto di convivenza unilaterale, che pur nutriva l’anima individuale in modo intimo.

Ma talora il troppo “saper stare al mondo” [attorno] non metteva in campo i lati insoliti, che pure chiedevano spazio.

Vale anche per noi; in specie nel tempo della crisi globale.

Evitare ciò che sorprende non costruisce comunione nella Novità epocale dello Spirito divino: ossia, convivialità delle differenze.

Ebbene, quantunque situati nell’era dell’emergenza, l’azzardo largo della Fede ci ripropone invece un ‘fuoco’ di vita, di passione.

Ecco un’ebbrezza alternativa, davvero appagante. Un brio che supera le tacite convinzioni di ripiego, soffocanti.

 

La vita di Fede vuole appunto rompere l’uniformità conformista e il suo tran tran di blocchi, linguaggi e lacciuoli (a nodo scorsoio).

Costumi o pareri che non sbloccano le situazioni difficili, né consentono di attivare svolte di trasformazione.

Diventano appunto [è bene ribadire] lacci a nodo scorsoio.

Viceversa, la Via dell’Esodo nel Signore dona un’esperienza di scoperta e rilancio di virtù cui ancora non abbiamo dato fioritura completa.

Come per la Madre: nella Gioia integrale, non attraverso quietismi - né con rivincite che allontanino dai ‘fratelli tutti’ e da noi stessi.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Ritieni che la tua vicenda personale giaccia ancora nella morte, e non sia ancora riscattata da una vittoria di Pasqua?

Per quale motivo?

A quale Speranza piena o idea di fortuna - a cosa e Chi - sei legato?

O ti lasci sedurre da quietismi, da manipolatori, e mentalità vincenti?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The saints: they are our precursors, they are our brothers, they are our friends, they are our examples, they are our lawyers. Let us honour them, let us invoke them and try to imitate them a little (Pope Paul VI)
I santi: sono i precursori nostri, sono i fratelli, sono gli amici, sono gli esempi, sono gli avvocati nostri. Onoriamoli, invochiamoli e cerchiamo di imitarli un po’ (Papa Paolo VI)
Man rightly fears falling victim to an oppression that will deprive him of his interior freedom, of the possibility of expressing the truth of which he is convinced, of the faith that he professes, of the ability to obey the voice of conscience that tells him the right path to follow [Dives in Misericordia, n.11]
L'uomo ha giustamente paura di restar vittima di una oppressione che lo privi della libertà interiore, della possibilità di esternare la verità di cui è convinto, della fede che professa, della facoltà di obbedire alla voce della coscienza che gli indica la retta via da seguire [Dives in Misericordia, n.11]
We find ourselves, so to speak, roped to Jesus Christ together with him on the ascent towards God's heights (Pope Benedict)
Ci troviamo, per così dire, in una cordata con Gesù Cristo – insieme con Lui nella salita verso le altezze di Dio (Papa Benedetto)
Church is a «sign». That is, those who looks at it with a clear eye, those who observes it, those who studies it realise that it represents a fact, a singular phenomenon; they see that it has a «meaning» (Pope Paul VI)
La Chiesa è un «segno». Cioè chi la guarda con occhio limpido, chi la osserva, chi la studia si accorge ch’essa rappresenta un fatto, un fenomeno singolare; vede ch’essa ha un «significato» (Papa Paolo VI)
Let us look at them together, not only because they are always placed next to each other in the lists of the Twelve (cf. Mt 10: 3, 4; Mk 3: 18; Lk 6: 15; Acts 1: 13), but also because there is very little information about them, apart from the fact that the New Testament Canon preserves one Letter attributed to Jude Thaddaeus [Pope Benedict]
Li consideriamo insieme, non solo perché nelle liste dei Dodici sono sempre riportati l'uno accanto all'altro (cfr Mt 10,4; Mc 3,18; Lc 6,15; At 1,13), ma anche perché le notizie che li riguardano non sono molte, a parte il fatto che il Canone neotestamentario conserva una lettera attribuita a Giuda Taddeo [Papa Benedetto]
Bernard of Clairvaux coined the marvellous expression: Impassibilis est Deus, sed non incompassibilis - God cannot suffer, but he can suffer with (Spe Salvi, n.39)
Bernardo di Chiaravalle ha coniato la meravigliosa espressione: Impassibilis est Deus, sed non incompassibilis – Dio non può patire, ma può compatire (Spe Salvi, n.39)
Pride compromises every good deed, empties prayer, creates distance from God and from others. If God prefers humility it is not to dishearten us: rather, humility is the necessary condition to be raised (Pope Francis)
La superbia compromette ogni azione buona, svuota la preghiera, allontana da Dio e dagli altri. Se Dio predilige l’umiltà non è per avvilirci: l’umiltà è piuttosto condizione necessaria per essere rialzati (Papa Francesco)
A “year” of grace: the period of Christ’s ministry, the time of the Church before his glorious return, an interval of our life (Pope Francis)
Un “anno” di grazia: il tempo del ministero di Cristo, il tempo della Chiesa prima del suo ritorno glorioso, il tempo della nostra vita (Papa Francesco)
The Church, having before her eyes the picture of the generation to which we belong, shares the uneasiness of so many of the people of our time (Dives in Misericordia n.12)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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