Lug 22, 2025 Scritto da 

Tesoro e Perla - forme dell’interiorità

(o peso anonimo, fatica, e privazione, di rituali collettivi)

(Mt 13,44-46)

 

Gesù non vuole renderci poveri poveri, bensì Alleati - non perché intende arricchirci di “beni superiori” in modo generico.

L’Incontro e la sua Azione non solo liberano dall’attaccamento alle cose (come un tempo si diceva, quale caposaldo del discernimento negativo).

La sua Presenza ci completa e realizza per Nome, a pieno titolo.

Vuole ch’emancipiamo rapidamente e radicalmente: nella capacità di acquisto e pienezza, non di svuotamento e spersonalizzazione.

La scelta o “rinuncia” che chiede, non riguarda opzioni piccine.

Egli non fa sporgere ciò che non vale. Per questo non ci sminuisce.

La religione antica enfatizzava le maniere e i rituali collettivi, così paradossalmente accentuava l’attenzione proprio sul transitorio per tutti - quel che proprio non meritava di essere sopravvalutato.

Il Signore sa che esiste un “più e meglio” degli atti spiccioli di mortificazione, e delle scelte anonime comuni.

Infatti non parla di sacrifici per il Regno, ma di Gioia, di pienezza di essere.

Come recita il Messaggio per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù, tutta l’esperienza di Fede è per la Gioia - misura e Fonte del cuore: Felicità persino nella Conversione e nelle prove (nn.5-6).

Insomma, la condizione divina Viene, si offre gratis: non è un premio per meriti sommari precedenti.

Però mette in gioco tutto, affinché sfociamo in una ricerca completa - non dei pesi, di fatiche, e privazioni. Tantomeno d’approvazioni.

 

È la Parola totale il vero affare.

Un Tesoro nascosto che prima si deve di nuovo nascondere (v.44)!

Ci rendiamo conto che abbiamo visto solo in parte; c’è ancora molto più da scoprire.

Non è cosa verificabile immediatamente e completamente.

Attenzione: si deve di nuovo nascondere! I codici della guarigione non assumono posture da configurazioni esterne.

Qui è tutta la partita, perché tale Splendore non appartiene ai rituali del folklore, o ai doveri di contorno, che ci renderebbero prigionieri.

Appunto, la molla per uscire dal cliché, dal protocollo, dai modi di branco conforme, diventa opportunità per scoprire qualcosa di nuovo.

Il Regno autentico non sarà invadente: non pretende l’adesione - pena esclusioni. Consegna altri messaggi, trasmutativi da dentro.

Lo si coglie nella nostra radice, perché corrisponde al progetto di vita completa che ci abita e misteriosamente intuiamo nostro.

Capiamo: fa trasferire lo sguardo, fa star bene. Fa scoprire altri mondi,  e il nostro stesso nucleo; al di là dei problemi che attanagliano.

Fuori dall’ingranaggio dei pensieri e del “così fan tutti” - il territorio della  mente può produrre percezioni diverse, eccentriche; non tanto idee, piuttosto immagini, forse apparentemente assurde.

Ma attinge a esperienze importanti di altre energie, cosmiche e acutamente personali; quindi di sé, degli altri, delle opinioni fuori dal comune, e di Dio.

Profili poliedrici e convergenti, misteriosamente alleati: che non ci costringono a vivere da estranei a noi stessi, eppure tracciano un altro futuro.

Qui si opera l’inspiegabile.

L’insicuro diventa deciso, il perdente si tramuta per grazia in sapiente - persino cogliendo a fondo i disagi (non sono intoppi da eliminare).

Capiamo che accogliere il Logos sorgivo e corrispondere alla propria Vocazione personale non sarà terrificante, ma rigenerante.

 

Chi sposterà i suoi pensieri, punterà tutto, e farà venir fuori la propria essenza.

Sarà una Persona raggiungibile, non manipolabile.

L’Amicizia poliedrica col proprio Sé eminente e profondo, supererà ogni valore posticcio.

Nello Spirito e nella vita reale - anche prima valutata inferiore - ciascuno scoprirà il Magnifico che altri nemmeno lontanamente immaginano possa intimamente eccellere.

Anche la Comunione - convivialità delle differenze - impareremo dall’interno.

 

In antico le Perle erano le cose più pregiate e splendide: insomma, l’uomo è alla Ricerca del Bello come senso della vita e della propria personalità.

Ma Chi è l’uomo Bello, davvero affascinante e che vive in modo completo, non epidermico?

Matteo prima di lasciarsi fare apostolo supponeva che suo inestimabile Diamante fosse l’accaparrare. E deve ricredersi.

Saulo immaginava che la Gemma sconfinata - l’autenticità dell’uomo - fosse l’inappuntabilità del devoto e praticante. L’inflessibilità di colui che osservava tutte le tradizioni (anche orali) del popolo, e apparteneva al gruppo più coerente e severo del fariseismo.

D’improvviso entrambi percepiscono la differenza fra l’Amore di chi incontra Cristo sul serio e la spazzatura e il brutto delle puerili credenze - che li facevano sentire sempre sbagliati.

Questi “credo” imparaticci esterni alla donna e all’uomo producevano infatti persone poi inavvicinabili, doppie, inaffidabili, sleali; scroccone, pericolose, astute, violente, sempre pronte all’imbroglio.

 

Il Dono gratuito di Dio sollecita la Ricerca della Perla preziosa: ciò che è delizioso, fraterno, donativo, amabile e da non perdere.

È la vita di credenti trasformati in uomini di Fede che imparano la necessità della trasformazione, per la vita.

Adulti dotati di spirito d’infanzia: che non sentono più incombere sentenze altrui su di sé, secondo aspettative assurde, e pure nella comune selezione tra “dentro” e “fuori”.

Ciò, magari solo per la discrepanza fra mitologia dei “modelli” devoti straordinari proposti in alcuni ambienti di élite, e il proprio vissuto (inculcato come insufficiente).

I testimoni critici scelgono allora di non lasciarsi più turbare da impegni provvisori e di circostanza normalmente propagandati - né da ogni forma di spiritualità vuota.

In tal guisa, non ci sgrideranno più gli obblighi del ruolo, le date, gli orari fissi o altrui… i quali non si accorgono delle speranze della Persona.

E l’anima non verrà più ridotta a un’asservita dipendente che deve continuamente fare comparazione, e imporsi rapporti fatui, forzati, insidiosi (per paura di restare isolata).

 

La preziosità del Vangelo, l’Unicità pregevole della Fede in Cristo, il suo Regno autentico, sono il vero Capitale che rende felici.

L’imprevisto più bello della Chiesa genuina: che nulla ha da spartire con la fiction delle identificazioni - disattenta all’umanizzazione - né con l’appariscenza inculcata delle molte cose esterne.

Il popolo dei figli generati a vita nuova troverà ricchezza già nell’essere delle cose, nei solchi della storia; dall’anima, e nelle prove.

 

Dal nascondimento, dal silenzio paziente, dalla realtà improvvisa, nascono intese, empatie, corrispondenze spontanee.

Voci che possono venire a trovarci, per cambiarci la vita e renderla imprevedibile.

Gli Incontri eccezionali dicono all’anima: non siamo soltanto i disagi che ci affliggono.

Ma quegli eventi, bisogna saperli attendere.

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

These words are full of the disarming power of truth that pulls down the wall of hypocrisy and opens consciences [Pope Benedict]
Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze [Papa Benedetto]
While the various currents of human thought both in the past and at the present have tended and still tend to separate theocentrism and anthropocentrism, and even to set them in opposition to each other, the Church, following Christ, seeks to link them up in human history, in a deep and organic way [Dives in Misericordia n.1]
Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e perfino a contrapporre il teocentrismo e l'antropocentrismo, la Chiesa invece, seguendo il Cristo, cerca di congiungerli nella storia dell'uomo in maniera organica e profonda [Dives in Misericordia n.1]
Jesus, however, reverses the question — which stresses quantity, that is: “are they few?...” — and instead places the question in the context of responsibility, inviting us to make good use of the present (Pope Francis)
Gesù però capovolge la domanda – che punta più sulla quantità, cioè “sono pochi?...” – e invece colloca la risposta sul piano della responsabilità, invitandoci a usare bene il tempo presente (Papa Francesco)
The Lord Jesus presented himself to the world as a servant, completely stripping himself and lowering himself to give on the Cross the most eloquent lesson of humility and love (Pope Benedict)
Il Signore Gesù si è presentato al mondo come servo, spogliando totalmente se stesso e abbassandosi fino a dare sulla croce la più eloquente lezione di umiltà e di amore (Papa Benedetto)
More than 600 precepts are mentioned in the Law of Moses. How should the great commandment be distinguished among these? (Pope Francis)
Nella Legge di Mosè sono menzionati oltre seicento precetti. Come distinguere, tra tutti questi, il grande comandamento? (Papa Francesco)
The invitation has three characteristics: freely offered, breadth and universality. Many people were invited, but something surprising happened: none of the intended guests came to take part in the feast, saying they had other things to do; indeed, some were even indifferent, impertinent, even annoyed (Pope Francis)
L’invito ha tre caratteristiche: la gratuità, la larghezza, l’universalità. Gli invitati sono tanti, ma avviene qualcosa di sorprendente: nessuno dei prescelti accetta di prendere parte alla festa, dicono che hanno altro da fare; anzi alcuni mostrano indifferenza, estraneità, perfino fastidio (Papa Francesco)
Those who are considered the "last", if they accept, become the "first", whereas the "first" can risk becoming the "last" (Pope Benedict)
Proprio quelli che sono considerati "ultimi", se lo accettano, diventano "primi", mentre i "primi" possono rischiare di finire "ultimi" (Papa Benedetto)
St Clement of Alexandria commented: “Let [the parable] teach the prosperous that they are not to neglect their own salvation, as if they had been already foredoomed, nor, on the other hand, to cast wealth into the sea, or condemn it as a traitor and an enemy to life, but learn in what way and how to use wealth and obtain life” (Who is the Rich Man That Shall Be Saved, 27, 1-2) [Pope Benedict]
«La parabola insegni ai ricchi che non devono trascurare la loro salvezza come se fossero già condannati, né devono buttare a mare la ricchezza né condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita»

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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