Set 15, 2025 Scritto da 

Come ricostruire il Tempio?

Il Signore vuole nuova gente, che ascolta

(Lc 8,19-21)

 

Nella vita di chi è interpellato dalla relazione di Fede, per diventare consanguinei del Padre secondo lo Spirito è fondamentale Percepire [nel senso profondo di Ascoltare - non tanto materialmente ‘vedere’ in modo diretto].

Neppur vale lo «stare fuori», o voler direttamente ‘parlare’, per ‘convincere’ il Signore (vv.19-21).

È necessario intuire e cogliere: un cammino per incontrare i propri strati profondi dell’essere, la verità delle inclinazioni, e della vita (vv.20-21).

Decisivo è accogliere una Parola saziante, che si fa linguaggio e cultura, che ha forza creatrice: data alle orecchie e scoperta dentro. Colta nella storia personale e nella realtà, e trasmessa di nuovo.

Allontanarsi da tale Verbo ed Eros fondante significa distaccarsi da se stessi, disperdersi in rivoli che non ci appartengono, precipitare nel vuoto [“vuoto” non inteso come stato energetico profondo, che prepara i nuovi sviluppi].

Paradossalmente, sia la nostra Libertà che la Salvezza del mondo sono frutto di una Obbedienza - ma non esteriore, o altrui.

È piuttosto sintonizzarsi sulla parte del Logos in noi che sta fiorendo; davvero “perfetta”. Nessun modello condizionante.

Nessuna correzione a priori, né forzatura secondo pregiudizio: piuttosto, un’eterna Metamorfosi - accompagnata dal Verbo, che misteriosamente guida di Esodo in Esodo.

Nessuna aspettativa culturale configurata congiungerebbe alla piena comunione con la grande scintilla e pienezza divina in ciascuno e tutti.

Realizzazione del Regno e di ogni giorno - anche fuori dal tempo.

 

Per conoscere Cristo da vicino non basta guardarlo e farsi prendere dalla simpatia o dalla commozione religiosa.

È l’Ascolto che allaccia e instaura legami intimi, che non si spengono - di coinvolgente sintonia col Maestro.

Attorno a Gesù la Parola di Dio crea Famiglia nuova, con vincoli di parentela spirituale più stretti di ciò che offriva il legame di clan.

Il Signore vuole altra gente, che nasca appunto dalla Percezione-presentimento.

Il connubio non è più riservato ed esclusivo; diventa accessibile a chiunque e in qualsiasi condizione si trovi - anche fosse “cieco” esteriore, incapace di scorgere quel che è a portata di mano.

Ciascuno è Chiesa, Casa del Padre, e così può realizzare il Sogno di Dio di abitare con gli uomini e passeggiare affianco.

Egli dimora in mezzo a noi e in noi. Nel suo Verbo, senza più ‘distanze’.

In tal guisa, tutte le nostre azioni devono tendere a questo scopo: formare il Tempio di Dio, la sua casata, il Corpo del Cristo vivente.

Per giungere a tale meta compiuta, mezzo essenziale è ospitare la Vocazione che ci trasforma, fondamento assai più profondo di qualsiasi legame o emozione.

Indispensabile non è un’esperienza (iniziale) di entusiasmo, bensì la custodia della Chiamata che interpreta la vita e diventa mentalità, dinamismo dentro che guida e sfocia in percorsi di periferia.

 

Nell’antico Israele la base della convivenza sociale era la grande famiglia. Clan e comunità erano garanzia di protezione sia dei focolari particolari che delle persone.

Quel legame di solidarietà reale assicurava il possesso della terra - che dava senso di libertà - e si faceva veicolo della trasmissione culturale, del modo di sentirsi popolo, e della spiritualità stessa.

Difendere la convivenza che garantiva l'identità globale era lo stesso che difendere la Prima Alleanza.

Ma in Palestina al tempo di Gesù la vita del clan e quella comunitaria - più ampia - stavano subendo un declino.

L’eccesso di tasse da pagare ai governi collaborazionisti e al Tempio, l’inevitabile aumento dei ceti che dovevano vendersi come schiavi per debito, forse la mentalità più individualista del mondo ellenista, le minacce imperiali e l’obbligo di accogliere, foraggiare e ospitare le truppe romane [che spesso approfittavano anche dei suoi componenti più deboli], accentuavano i problemi di sopravvivenza.

Oltre a ciò, la severità delle norme di purità era un ulteriore fattore di emarginazione, accanto all’idea crescente - tipica delle religioni - che ci fosse un legame tra maledizione celeste e condizione di miseria.

Le preoccupazioni materiali e di tutela della singola famiglia accentuava il distacco dai momenti collettivi.

Gesù voleva allargare di nuovo i limiti stretti della piccola fraternità del focolare, e allargarli alla grande casata del Regno di Dio.

 

Dal confronto con i brani paralleli dell’episodio, risulta che Gesù ebbe problemi coi suoi congiunti naturali.

Essi tendevano a riassorbirlo nei parametri della tradizione, per timore di ritorsioni e perché lo consideravano estremista (forse squilibrato).

Il Risorto allarga l’idea di Famiglia e contesta i vincoli che allontanano dalla nostra identità-carattere, e missione - si tratti degli impedimenti posti dai suoi, da Pietro, dai discepoli, da potenti, o leaders della religione ufficiale.

Come accennato sopra, in un momento di soggezione politica e di rigida ideologia religiosa legalista, i valori centrali del clan e della comunità si andavano indebolendo a causa della situazione di collasso sociale ed economico.

La situazione di controllo estrinseco - schiavitù sociale e delle coscienze - impediva alle persone di unirsi e condividere, costringendole a limitarsi ai problemi individuali, e di dinastia esclusiva.

[Situazione del tempo di Gesù, eppure non sono aspetti a noi del tutto estranei, anche dal punto di vista di alcuni “carismi” configurati troppo in dettaglio, e delle realtà già affermate sul territorio].

 

Affinché il nuovo Regno potesse manifestarsi era necessario che l’idea di convivenza superasse gli stretti limiti del singolo e del minuscolo focolare domestico - anche dal punto di vista culturale.

C’era bisogno di uno stimolo che aprisse alla vita comunitaria - intesa secondo lo spirito delle Beatitudini, per una convivialità delle differenze; anche nella coabitazione reale, perfino cruda.

Ancora oggi nel tempo della crisi globale, la meta è un’esistenza non più sfigurata da ripiegamenti, né pregiudicata da necessità immediate, fantasie disincarnate, o schemi radicati.

Sorge impellente il bisogno d’una nuova idea di Famiglia universale, che superi la sorte delle micro-relazioni abituali [appunto, del gruppo, del movimento o persino della denominazione].

Il mondo che prepariamo non renderà più così difficile la libera partecipazione, lo scambio indulgente e concreto, nonché il sorpasso delle domesticazioni.

Una nuova idea di Parentela universale, che favorisca lo scambio e il superamento.

 

C’è ben altro Tempio da edificare.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

La tua famiglia e il tuo gruppo ecclesiale favoriscono l’ascolto luminoso del Vangelo e il ‘fare la Parola’, o ti concedono solo pillole già pronte e confezionate?

Ti aiutano o chiudono nell’apertura al confronto d’idee, all’accorgersi di te stesso, dei lontani e alla dovizia delle risorse in essere, tue o altrui?

100
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Sadducees, addressing Jesus for a purely theoretical "case", at the same time attack the Pharisees' primitive conception of life after the resurrection of the bodies; they in fact insinuate that faith in the resurrection of the bodies leads to admitting polyandry, contrary to the law of God (Pope John Paul II)
I Sadducei, rivolgendosi a Gesù per un "caso" puramente teorico, attaccano al tempo stesso la primitiva concezione dei Farisei sulla vita dopo la risurrezione dei corpi; insinuano infatti che la fede nella risurrezione dei corpi conduce ad ammettere la poliandria, contrastante con la legge di Dio (Papa Giovanni Paolo II)
Are we disposed to let ourselves be ceaselessly purified by the Lord, letting Him expel from us and the Church all that is contrary to Him? (Pope Benedict)
Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario? (Papa Benedetto)
Jesus makes memory and remembers the whole history of the people, of his people. And he recalls the rejection of his people to the love of the Father (Pope Francis)
Gesù fa memoria e ricorda tutta la storia del popolo, del suo popolo. E ricorda il rifiuto del suo popolo all’amore del Padre (Papa Francesco)
Ecclesial life is made up of exclusive inclinations, and of tasks that may seem exceptional - or less relevant. What matters is not to be embittered by the titles of others, therefore not to play to the downside, nor to fear the more of the Love that risks (for afraid of making mistakes)
La vita ecclesiale è fatta di inclinazioni esclusive, e di incarichi che possono sembrare eccezionali - o meno rilevanti. Ciò che conta è non amareggiarsi dei titoli altrui, quindi non giocare al ribasso, né temere il di più dell’Amore che rischia (per paura di sbagliare).
Zacchaeus wishes to see Jesus, that is, understand if God is sensitive to his anxieties - but because of shame he hides (in the dense foliage). He wants to see, without being seen by those who judge him. Instead the Lord looks at him from below upwards; Not vice versa
Zaccheo desidera vedere Gesù, ossia capire se Dio è sensibile alle sue ansie - ma per vergogna si nasconde nel fitto fogliame. Vuole vedere, senza essere visto da chi lo giudica. Invece il Signore lo guarda dal basso in alto; non viceversa
The story of the healed blind man wants to help us look up, first planted on the ground due to a life of habit. Prodigy of the priesthood of Jesus
La vicenda del cieco risanato vuole aiutarci a sollevare lo sguardo, prima piantato a terra a causa di una vita abitudinaria. Prodigio del sacerdozio di Gesù.
Firstly, not to let oneself be fooled by false prophets nor to be paralyzed by fear. Secondly, to live this time of expectation as a time of witness and perseverance (Pope Francis)
Primo: non lasciarsi ingannare dai falsi messia e non lasciarsi paralizzare dalla paura. Secondo: vivere il tempo dell’attesa come tempo della testimonianza e della perseveranza (Papa Francesco)
O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane (Papa Paolo VI)
O Lord, let my faith be full, without reservations, and let penetrate into my thought, in my way of judging divine things and human things (Pope Paul VI)
«Whoever tries to preserve his life will lose it; but he who loses will keep it alive» (Lk 17:33)
«Chi cercherà di conservare la sua vita, la perderà; ma chi perderà, la manterrà vivente» (Lc 17,33)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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