Giu 29, 2025 Scritto da 

La Guarigione nella Fede

Fede Calamita

(Mt 9,18-26)

 

Nelle comunità di Mt i giudei convertiti venivano accusati dai fautori della religione antica di essere spergiuri delle costumanze dei padri e della grande Tradizione di Mosè. Non più «figli del precetto».

D’altro canto, non mancavano predicatori fedeli che annunciavano loro di non essere degli «addormentati» della Legge (v.24), bensì le uniche persone sveglie, viventi dello Spirito di essa (vv.25-26). I veri adulti.

Nel passo di Vangelo le icone di tale insegnamento sono tratte da ciò che i credenti in Cristo sperimentavano sotto i loro occhi. In specie: come ci si contiene quando il “diverso” bussa alla porta di casa e delle assemblee?

Secondo le credenze dell’oriente antico, sangue e morte erano icone d’impurità e fattori d’esclusione sociale. L’allontanamento dalla comunità (sinagoga dei sani e puri) era un obbligo religioso.

E chi fosse stato ritenuto affetto da tare d’imperfezione anche fisica non poteva accostarsi alla soglia delle assemblee, delle famiglie perbene o della vita civile - e neppure chi avesse una qualsiasi relazione con loro.

Ma come si comporta Dio con chi ha problemi? Antepone doveri, procedure, riti di purificazione prescritti? Umilia proprio il bisognoso di comprensione? E con tutta una lunga trafila di discipline, penitenze o pubbliche verifiche?

No, cura per mezzo della Fede personale. Così annienta il potere della morte e il controllo ossessivo degli anziani del Tempio - legalisti, in tutt’altri impegni e calcoli affaccendati.

Con la sua proposta sconvolgente Gesù cura la malattia mortale del popolo intero: sia la «figlia» spirituale dei capi [per questo, “nazione” già perita in partenza] che i considerati immondi.

Tutti ancora se si vuole «adolescenti» della religiosità, ossia impossibilitati a una vita piena, o mai diventati autonomi, sebbene in procinto di poterlo essere.

[Nel linguaggio biblico le icone di donna che richiamano la vicenda del popolo o di una comunità, derivano dal fatto che in ebraico il termine Israele è di genere femminile].

Nel momento della “guarigione” la «folla» e gli apostoli - se inefficaci e devianti - devono sparire: vale solo la Fede (v.22), ossia il tu-per-tu col Signore, che porta Dio fra gli uomini e noi nel cuore del Padre.

Per questo è lecito tralasciare prescrizioni e sorprenderlo per iniziativa personale (vv.20-21) - mentre secondo i maestri ufficiali Gesù dovrebbe guardare e dirigersi altrove (v.22).

Farsi controllare e sequestrare da false guide interessate significa autocondannarsi a non avere un rapporto pieno, colmo di smalto, faccia a faccia, autentico ed efficace, diretto - come nell’amore.

Solo per Fede irripetibile - personale e senza tormenti - si diventa «figli» (v.22) ossia membri puri di Chiesa autentica, che congiunge la creatura al Creatore - incessantemente facendo scoccare un successivo rinnovamento e ulteriori diverse Genesi, man mano potenziate.

Grazie alla Fede, relazione d’amicizia che ha Visione, i veri “adulti” superano i pensieri appannati, i gesti sommari e stagnanti delle concatenazioni scontate. Lo fanno in modo immediato, ininterrotto, crescente.

Qui il nostro credere diventa Via non intorpidita e Rinascita. “Immagine” dentro, che coglie nel mondo e nella Persona del Cristo nuove possibilità.

Fiducia fresca e intensa, invece che delusione. Calamita di ciò che si spera [cf. Eb 11,1].

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Ti senti giudicato ed emarginato? Come intrecci la tua vita con quella di Dio? Come risusciti dalla cappa di un mondo abitudinario e stagnante, assuefatto, pessimista e votato alla morte? Temi di essere un traditore?

 

 

Fonte del brano di Mt: l’episodio di Giairo e l’emorroissa (Mc 5)

 

La Fede è Azione, intraprendente; Forza di vita

 

Fede e Guarigione, o esclusione

(Mc 5,21-43)

 

A Roma, al tempo di Mc, la situazione di confusione generata dalla guerra civile sembrava potesse divenire letale per la sopravvivenza delle giovani comunità perseguitate, che alcuni deridevano (v.40).

I dodici anni di vita e di emorragia delle due donne si richiamano: nella cultura semitica la perdita di sangue indicava impurità [inizio di morte] e conseguente esclusione sociale.

Sangue e morte erano qua e là fattori di emarginazione persino nelle piccole fraternità, che in quel periodo segnato da un pensiero e costumi ancora giudaizzanti impedivano qualsiasi partecipazione, anche agli appuntamenti comuni.

Sotto la diseducazione ossessiva delle guide spirituali, in particolare sul senso di peccato e indegnità - in aggiunta, il terrore religioso dei demoni - tutto sembrava seminasse panico.

Le paure assorbivano gran parte delle risorse emotive. In tal guisa, peggiorando la situazione delle persone (v.26).

Come superare il cumulo di ostacoli, che sembrava non avesse vie d’uscita? Bisognava fare l’esatto contrario di quanto inculcavano le autorità religiose!

Tra l'altro, le donne, del tutto soggiogate, in coscienza non erano affatto d’accordo coi capi.

Esse trovavano persino nel tipo di folla maschile appiccicata a Cristo un impedimento al contatto personale col Signore...

Dunque sapevano che avrebbero dovuto inventarsi qualcosa. E ci provavano di soppiatto.

 

La “donna” si muove cogliendo il Maestro «da dietro» (v.27) - appunto, di nascosto! Ma il suo non è affatto un sacrilegio.

Gesù si accorge del tocco dei minimi, non solo della solita ressa misogina attorno.

Così, i seguaci che già immaginavano di averlo sequestrato, timorosi della sua sensibilità verso gli ultimi e le non persone - lo trattano da imbecille e scriteriato (v.31).

I discepoli [dirigisti e maschi] stanno sempre accanto al Figlio di Dio, ma non sono affatto d’accordo con Lui. Vogliono solo sequestrarlo per loro.

Caro Rabbi, come ti permetti di avere una reazione diversa da quella che ti dettiamo? E come ti viene in mente di fare attenzione a chi andrebbe solo avversato e condannato - per l’indecente iniziativa che si è messo in testa? Vuoi rovinarci? Ci siamo noi, tanto basta; agli altri, morte e inferno; se possibile, anticipati.

Per Gesù, invece, la qualità della vita e delle nostre attese in questo mondo è importante: non basta pensare all’aldilà [del genere: Qui abbozza, e alla fine meriterai...].

Non conta solo il Cielo.

Pertanto, la trasgressione dei (considerati) contaminati - i quali addirittura seguono la loro coscienza [a quel tempo una vergogna] - è colta dal Signore come espressione di Fede viva (v.34)!

«Figlia»: Cristo accoglie la donna nella sua Chiesa, e in Lei valorizza tutti coloro che gli habitué tengono a distanza di sicurezza.

Neppure pretende che vada al Tempio a offrire ai sacerdoti il sacrificio prescritto dalla Legge!

Solo dice: «La tua Fede ti ha salvata. Va’ in Pace».

Ossia: procedi pure verso la gioia di una vita piena, senza più sul groppone il giudizio d’inadeguatezza [e le solite tare ingannevoli].

 

In effetti, anche il capo della devozione antica non può che generare “figli” [ossia, tutto un popolo spirituale] già morti in partenza (v.35).

Ma dal momento in cui egli si volge all’autentico Maestro, inizia a compiere il passaggio dalla religiosità elementare alla Fede (v.36).

In tale relazione sponsale intima, senza più il timore del castigo, la fine prematura rigenera vita, giovinezza, felicità.

La lezione non è solo per la sinagoga tradizionale, bensì anche per i massimi esponenti della Chiesa nascente: gli orgogliosi Pietro, Giacomo e Giovanni (v.37).

Proprio perché autoritari, precipitosi e testardi - tutti gli altri fedeli di comunità è bene che stiano a distanza da un ambente che strepita disperato, perché ancora immagina la morte fisica quale steccato invalicabile (v.38).

E qui sorge una nuova trasgressione religiosa: il libro del Levitico proibiva di toccare un cadavere (v.41).

Con tale incredibile gesto Cristo ribadisce: chi osserva la legge che non umanizza produce egli stesso morte e va incontro alla morte.

 

Unico valore non negoziabile è il bene concreto della persona reale. Dio non guarda meriti [supposti, da osservanze inventate] ma i bisogni.

E la Fede personale è l’Oro divino che realizza la visione interiore.

Qualità di Relazione indistruttibile: tale Azione-compassione oltrepassa la morte che guasta tutto.

Appunto, attirando e compiendo ciò che lo stesso gesto crede (vv.23.28.34.36.39).

 

«Giovanetta, ti dico: Alzati!» (v.41).

San Girolamo commenta: «Fanciulla, alzati per me: non per merito tuo, ma per la mia grazia. Alzati dunque per me: il fatto di essere guarita non è dipeso dalle tue virtù» [Omelie sul Vangelo di Marco, 3].

Nei Vangeli i verbi Vivere, Salvare e Morire sono ambivalenti e descrivono sia salute e vita fisica che salvezza spirituale, del cuore (v.34).

La narrazione della Parola di oggi ci aiuta a superare la visione meccanicistica della vita: nel Mistero dell’Eros fondante che anima e rinnova l’onda vitale, c’è il modo di battere i problemi.

In Cristo la nostra redenzione totale è risposta divina a una Fiducia anche un poco primitiva - forse incipiente - ma appassionata, che guida a rigenerare.

 

Nella Bibbia ebraica non esiste il termine «immortalità».

La lentezza d’Israele nel credere alla vita senza fine è illuminante: fa comprendere che prima di credere nel mondo futuro, è necessario dare valore e amare l’esistenza in questo mondo.

E averne passione allo stesso modo del Padre.

Il contatto con il Figlio, le sue parole, e gli stessi cenni, trasmettono una potenza di guarigione e rinascita che rinnova sia la carne che lo spirito; sia le luci che l’ombra.

Neppure la morte si erge come barriera definitiva e conclusiva.

 

Ancora oggi la cura divina, la sua memoria e forza di consolazione sono resi attuali nei segni della Chiesa.

Ma non limitiamoci a essere spettatori che fanno ressa attorno, senza vero Contatto col Risorto.

Apriamo l’orecchio e rendiamoci conto che non siamo chiamati a ricalcare presenze ingombranti, estranee, altrui.

Parliamogli personalmente, e chiediamo in tutto che intervenga sulle nostre infermità, o cali momentanei.

Ed ecco sorgere il silenzio d’uno spazio nostro, irripetibile, fragrante, segreto; che sboccia da una Sintonia genuina.

Allora Egli ci trasformerà, si comunicherà a noi (v.43), ci farà simili a Lui e in grado di sostenere le sfide.

Infine capaci di sciogliere nodi di morte e aiutare le sospensioni degli altri.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Qual è il richiamo delle azioni di Gesù per te, per la tua famiglia e la comunità?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The disciples, already know how to pray by reciting the formulas of the Jewish tradition, but they too wish to experience the same “quality” of Jesus’ prayer (Pope Francis)
I discepoli, sanno già pregare, recitando le formule della tradizione ebraica, ma desiderano poter vivere anche loro la stessa “qualità” della preghiera di Gesù (Papa Francesco)
Saint John Chrysostom affirms that all of the apostles were imperfect, whether it was the two who wished to lift themselves above the other ten, or whether it was the ten who were jealous of them (“Commentary on Matthew”, 65, 4: PG 58, 619-622) [Pope Benedict]
San Giovanni Crisostomo afferma che tutti gli apostoli erano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia gli altri che hanno invidia di loro (cfr Commento a Matteo, 65, 4: PG 58, 622) [Papa Benedetto]
St John Chrysostom explained: “And this he [Jesus] says to draw them unto him, and to provoke them and to signify that if they would covert he would heal them” (cf. Homily on the Gospel of Matthew, 45, 1-2). Basically, God's true “Parable” is Jesus himself, his Person who, in the sign of humanity, hides and at the same time reveals his divinity. In this manner God does not force us to believe in him but attracts us to him with the truth and goodness of his incarnate Son [Pope Benedict]
Spiega San Giovanni Crisostomo: “Gesù ha pronunciato queste parole con l’intento di attirare a sé i suoi ascoltatori e di sollecitarli assicurando che, se si rivolgeranno a Lui, Egli li guarirà” (Comm. al Vang. di Matt., 45,1-2). In fondo, la vera “Parabola” di Dio è Gesù stesso, la sua Persona che, nel segno dell’umanità, nasconde e al tempo stesso rivela la divinità. In questo modo Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a Sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato [Papa Benedetto]
This belonging to each other and to him is not some ideal, imaginary, symbolic relationship, but – I would almost want to say – a biological, life-transmitting state of belonging to Jesus Christ (Pope Benedict)
Questo appartenere l’uno all’altro e a Lui non è una qualsiasi relazione ideale, immaginaria, simbolica, ma – vorrei quasi dire – un appartenere a Gesù Cristo in senso biologico, pienamente vitale (Papa Benedetto)
She is finally called by her name: “Mary!” (v. 16). How nice it is to think that the first apparition of the Risen One — according to the Gospels — took place in such a personal way! [Pope Francis]
Viene chiamata per nome: «Maria!» (v. 16). Com’è bello pensare che la prima apparizione del Risorto – secondo i Vangeli – sia avvenuta in un modo così personale! [Papa Francesco]
Jesus invites us to discern the words and deeds which bear witness to the imminent coming of the Father’s kingdom. Indeed, he indicates and concentrates all the signs in the enigmatic “sign of Jonah”. By doing so, he overturns the worldly logic aimed at seeking signs that would confirm the human desire for self-affirmation and power (Pope John Paul II)
Gesù invita al discernimento in rapporto alle parole ed opere, che testimoniano l'imminente avvento del Regno del Padre. Anzi, Egli indirizza e concentra tutti i segni nell'enigmatico "segno di Giona". E con ciò rovescia la logica mondana tesa a cercare segni che confermino il desiderio di autoaffermazione e di potenza dell'uomo (Papa Giovanni Paolo II)
Without love, even the most important activities lose their value and give no joy. Without a profound meaning, all our activities are reduced to sterile and unorganised activism (Pope Benedict)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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