Ago 27, 2025 Scritto da 

Da «Maestro» a «Signore»

«Pescare», portare alla vita. Attrazione e attenzione (feriali)

(Lc 5,1-11)

 

L’episodio della Chiamata dei discepoli in Lc indica l’attrazione della Parola di Gesù - che agisce in noi, come una sorta di Sé eminente.

La Vocazione si manifesta in un luogo e giorno feriale, non all’interno d’un recinto sacro, né in data stabilita (di rito ufficiale e pubblico).

Il Messaggio di Cristo non collima con quello esclusivo dei soliti maestri di sinagoga, che si rivolgevano a una platea di persone scelte.

Il Signore è per qualsiasi luogo, e dove c’è gente non selezionata - che desideri ascoltarlo.

Poi è interpellato proprio il responsabile della Chiesa: primo a farsi esempio di affidamento. Se così, tutti gli altri seguiranno.

La Barchetta è simbolo della comunità, da cui ci si deve attendere proclamazione e attenzione verso la Parola.

Forza che si fa evento - malgrado sembra che il Signore chieda gesti inutili e insensati.

Nella relazione di Fede, l’Amicizia e il fidarsi sponsale diventa più determinante di ciò che la mentalità comune e i convincimenti normali suggeriscono all’io inferiore [con aggiunta di riunioni, assemblee, consigli, progetti, schemi, sussiego alla catena di comando, obbedienza conformista estranea alla nostra quintessenza; e propaganda, carta, avvisi].

Per fare il balzo e dare un colpo d’ali alla realtà e all’uomo spento, meglio dell’organizzare e pianificare vale il consegnarsi alla Parola, che vibra all’unisono con l’anima.

L’esperienza del recupero altrui, della vicinanza - prossimità della condizione divina in Gesù, nella potenza del suo Verbo - ci fa comprendere chi siamo, e incontrare noi stessi in verità (v.8).

Qui la soluzione dei problemi non rinnega il portato umano, bensì tenta di farlo parlare, nei disagi di tutti, nell’ascoltarne i sintomi, nel dargli piena voce - perché sono spie che già sanno in se stesse cosa non va (v.8).

È il frutto interiore dell’esperienza della missione: una nuova e più lucida consapevolezza di sé, ormai senza rimozioni, che ridona naturalezza, e a sua volta apre nuovi canali di comunicazione.

Il rispetto del buonsenso, e di pareri comuni, dei giudizi conformisti, meccanismi, propositi più logici… non ha la molla della rigenerazione. Vale anche nel tempo della crisi globale.

La nuova nascita si attua nel trasformare ciò ch’è oscuro o incompiuto in quel che fa intuire e conoscere noi stessi e la vita intima dell’Eterno, aiutando i fratelli, vivendo in simbiosi coi guai della gente.

Pertanto chi guida la Chiesa deve scostarsi dalla “riva” che sa, e ha l’obbligo di condurre nel «profondo» [v.4 testo greco] anche dei marosi.

 

Nella cultura semitica il mare è simbolo del caos, della morte, del demoniaco, delle forze contrarie alla vita. È il contesto in cui si affoga.

I pesci stanno benone nell’acqua, e non son contenti di essere tratti fuori. Però nell’acqua gli uomini non si trovano altrettanto a loro agio, in specie quando si tratta di mare cupo e agitato.

La Missione è «tirar fuori vivi» [v.10 testo greco] gli uomini sopraffatti da liquami putridi, sommersi da onde impetuose, trascinati sul fondo (a profondità abissali) dalla violenza di forze inumane.

Il verbo greco non indica un “pescare” bensì un «catturare vivi», il «prendere per mantenere in vita», dunque «portare alla vita»: recuperare alla luce, al respiro; essere sospinti oltre gli abissi inquinati che soffocano gli indigenti in attesa di compassione.

Un venire innalzati dal contesto tenebroso degl’impedimenti interiori e a contorno, che imbrigliano l’esistere e smorzano lo sviluppo.

Esser guidati dove la vita non attenua né annega: afferrati e sollevati a libertà e compiutezza; emancipati, collocati in ambito puro, qualitativamente relazionale, animato da spirito di benessere integrale.

 

Portare avanti l’opera del Maestro significa aiutare a esistere intensamente; recuperare le persone coinvolte in contesti mortiferi, travolte da gorghi e onde che trascinano in basso - affinché possano tuffarsi in un’acqua non più torbida ma sana.

Accanto all’adesione alla Chiamata che corrisponde alla nostra essenza profonda, è questa attività di recupero che consente di superare il senso d’inadeguatezza, producendo sovrabbondanza di libertà e virtù.

Opera che si configura nella sinergia plurale delle chiese, perché nessuna di esse riesce a farsi completa da sola (v.7).

L’obiettivo comune della missione in favore degli uomini fa superare alle denominazioni particolari qualsiasi distinguo o ripartizione, ogni conflitto tra fraternità di fede.

Malgrado le incertezze e l’ora forse inadatta, credere che la Parola di Cristo possa realizzare l’impossibile val più dell’abilità e delle opinioni. 

Pronti o meno, in orario o fuori dei tempi giusti (e forse già inappagati per l’insuccesso: v.5) quel Logos rimane il cardine della comunione tra differenti realtà - e farà succedere ciò che afferma.

Ecco infatti manifestarsi la forza e l’azione della Fede in avanti, col suo differente portato rispetto alla logica comune - quando nelle scelte diventa determinante il cedere all’Appello di Dio, e lanciarsi. 

Richiamo che irrompe nel caos, con una carica umanizzante, di totale novità: consente di far entrare nel mondo un’altra potenza, discreta ma che infine realizza quel che dice.

Essa non appartiene alla sfera dei programmi o dei successivi “rimedi”! Capiremo allora per quale motivo il Signore non disdegna le stravaganze dei trasgressivi.

 

Se anche per noi tutti i giorni sembrano uguali, inserendo nelle frustrazioni e nella fatica questa Novità di Luce non conformista, daremo respiro e renderemo nitido, marcato e fecondo qualsiasi lavoro. 

Comprenderemo la Vocazione di Gesù, che insegna in qualsiasi luogo e a ciascuno - operando recuperi inspiegabili.

Egli continua a rivolgersi non solo al “suo” pubblico di eletti, predestinati al sacro; apparentemente tutti d’un pezzo, imperterriti e scelti. Ma che talora covano di ripescare e innalzare solo se stessi.

Lasciamo dunque scivolar via le opinioni condizionanti la nostra natura e vocazione, da parte di false sirene: è stato ben altro l'impulso che ci ha incalzati, allargando le prospettive sul mondo - e dato frutto.

Senza sforzo, riusciremo a far scivolar via le opinioni condizionanti la natura e la stessa Chiamata.

 

 

Sulla Tua Parola, e i sintomi

(Mt 5,5)

 

L’uomo comune si compiace dei suoi traguardi, il religioso dei suoi meriti, ma la persona di Fede della sua debolezza redenta.

Proprio quando ci si percepisce insufficienti, l’esperienza del Gratis risulta impareggiabile fonte di Felicità.

Se dobbiamo affrontare una sconfitta, lo sguardo della Fede ricupera l’umiliazione in occasione di fioritura e migliore Ricchezza.

Una spiritualità cresciuta lontano dall’equilibrio della Parola di Dio faceva leva sulle virtù attive e sul volontarismo personale.

Il Sogno del Padre è viceversa quello di uno sviluppo armonioso dei suoi figli, creature insufficienti per natura, non per colpa.

Non dobbiamo annientarci per superare continuamente i limiti, distruggendo le linee portanti della nostra personalità - con lo sforzo di valicare continuamente gli steccati.

A volte non riusciamo a capire le situazioni, talora non siamo in grado di comprendere fini e mezzi adeguati a conseguire un buon risultato.

Spesso, quand’anche capissimo il da farsi, proprio non ce la facciamo a imporci una disciplina; e siamo tutti qui (non geni forzuti).

San Tommaso affermava: «Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu». Ciascuna creatura ha bisogno di aiuto - non siamo onnipotenti nel bene.

Comprendere e attuare tutte le correlazioni e gli equilibri valutativi è fuori dalla nostra portata: scampare da voragini e incertezze è puro Dono.

«Tirare su gli uomini alla vita» [Lc 5,10: «catturare vivi», testo greco] - persone sommerse da flutti soffocanti in acque velenose - verso la luce e il respiro: palesa il Progetto e l’Azione liberante di Dio sull’intera umanità.

Per affacciarsi all’essere proprio e altrui con piglio battesimale, conviene allora trascurare il dolorismo e la mistica del patire, che nel passato ha soppiantato il senso dell’accoglienza di sé, del prossimo e degli eventi, contenuto nella Parola.

Jacopone da Todi poteva esprimersi in modo paradossale nella lauda «O Segnor, per cortesia, manname la malsania» [Signore per cortesia mandami la malattia].

Nel suo poema il rigorista elenca decine d’infermità comuni, e (malgrado ciò) non le considera una espiazione sufficiente, per la nostra stolta irriconoscenza - come se fossimo noi a dover consolare l’Eterno almeno con uno zuccherino:

«Signor mio, non è vendetta/ tutta la pena c’ho ditta:/ ché me creasti en tua diletta/ e io t’ho morto a villanìa».

 

Termini come ingratitudine nostra, penitenza, mortificazione… sono sconosciuti ai Vangeli; hanno costituito viceversa la trama della religiosità che ancora stordisce alcune folle praticanti.

Purtroppo parliamo della più diffusa piattaforma di spiritualità popolare.

Noi preti sentiamo spesso persone di preghiera chiedersi per quale motivo sono state punite con un tonfo particolare della vita, che altri non subiscono in tal guisa.

I farisei avrebbero sottolineato (proprio così): «Benedetto il Giudice Giusto!». Come dire: «imprudenti e peccatori hanno avuto la punizione spettante».

«Lasciamoli al loro destino, intanto si purifichino. Non solo gli fa bene, evitiamo pure di contaminarci!».

Solo con Gesù tutto questo è finito.

Di fronte agli smacchi, Egli non ha mai sottolineato la volontà di Dio, né ha detto: «È la tua croce...».

Non si è neppure immaginato che qualcuno in un tempo futuro potesse giungere a mettergli in bocca il consiglio devoto di “offrire” al Cielo le proprie umiliazioni (divagazione incredibile!).

È il Creatore stesso che negli accadimenti e nell’aiuto dei fratelli si porge a noi per dare senso alla crescita, persino su territori ardui; anche nei momenti dello sconforto, dell’indifferenza, dell’insuccesso.

Il Disegno del Padre non è quello di cristallizzare eroi indifferenti ai traumi; irriducibili i quali perfezionano se stessi esercitando resilienza.

Tutto nelle difficoltà, giungendo a una santità sterilizzata - e sconfortante, che distacca questi “fenomeni” dalla famiglia terrena cui siamo accomunati in carne e sangue.

Il Progetto di redenzione è che diventiamo Figli attraverso una pratica gratuita di Amore simile al suo; unico che non scarta nulla del nostro essere, anzi lo ricupera e dilata.

Non c’è religiosità o tattica paragonabili all’Incarnazione; affinché si soccorra e trasmetta respiro vitale - prossimo e famigliare - a chi è sommerso da onde di morte.

Col carico della sua straordinaria esperienza, Annalena Tonelli designava gli emarginati e disagiati con l’epiteto eccentrico di «Mozart assassinati».

 

Qui la soluzione dei problemi non rinnega il portato umano, bensì tenta di farlo parlare; negli squilibri di tutti, nell’ascoltarne i sintomi, nel dargli piena voce - perché sono spie che già sanno in se stesse cosa non va (v.8).

Solo sulla Parola di Gesù riusciremo ad attuare recuperi inspiegabili - sperimentando noi stessi autenticamente.

E faremo sbocciare futuro, «tirando su» quelle scorze (e i lati cui non abbiamo dato spazio) che nascondono Perle.

 

Da «Maestro» (v.5) a «Signore» (v.8): l’Amico interiore si fa presenza, relazione intima, sistema di riconoscimento e autostima; appoggio non esterno, e trampolino.

Principio e Motore di Pace, pienezza d’essere, temerarietà e sequela (vv.10-11) - quindi Annuncio, fantasia, incisività e conciliazione.

Come sottolineato da papa Benedetto (Angelus 10 febbraio 2013):

«Osserviamo che, prima di questo segno, Simone si rivolge a Gesù chiamandolo “Maestro” (v. 5), mentre dopo lo chiama “Signore” (v. 7). E’ la pedagogia della chiamata di Dio, che non guarda tanto alle qualità degli eletti, ma alla loro fede, come quella di Simone che dice: “Sulla tua parola getterò le reti” (v. 5)».

«Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio ravvivi anche in noi e nelle nostre comunità cristiane il coraggio, la fiducia e lo slancio nell’annunciare e testimoniare il Vangelo. Gli insuccessi e le difficoltà non inducano allo scoraggiamento: a noi spetta gettare le reti con fede, il Signore fa il resto».

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quali opinioni condizionanti la tua natura e vocazione devi ancora far scivolare via?

Qual è stato invece l’impulso che ti ha incalzato, e dato frutto?

Qual è stata la tua esperienza di prospettive allargate sul mondo, e di recupero inspiegabile?

Credi che tutto ciò possa avvenire anche nel tempo della crisi globale?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Those living beside us, who may be scorned and sidelined because they are foreigners, can instead teach us how to walk on the path that the Lord wishes (Pope Francis)
Chi vive accanto a noi, forse disprezzato ed emarginato perché straniero, può insegnarci invece come camminare sulla via che il Signore vuole (Papa Francesco)
Many saints experienced the night of faith and God’s silence — when we knock and God does not respond — and these saints were persevering (Pope Francis)
Tanti santi e sante hanno sperimentato la notte della fede e il silenzio di Dio – quando noi bussiamo e Dio non risponde – e questi santi sono stati perseveranti (Papa Francesco)
In some passages of Scripture it seems to be first and foremost Jesus’ prayer, his intimacy with the Father, that governs everything (Pope Francis)
In qualche pagina della Scrittura sembra essere anzitutto la preghiera di Gesù, la sua intimità con il Padre, a governare tutto (Papa Francesco)
It is necessary to know how to be silent, to create spaces of solitude or, better still, of meeting reserved for intimacy with the Lord. It is necessary to know how to contemplate. Today's man feels a great need not to limit himself to pure material concerns, and instead to supplement his technical culture with superior and detoxifying inputs from the world of the spirit [John Paul II]
Occorre saper fare silenzio, creare spazi di solitudine o, meglio, di incontro riservato ad un’intimità col Signore. Occorre saper contemplare. L’uomo d’oggi sente molto il bisogno di non limitarsi alle pure preoccupazioni materiali, e di integrare invece la propria cultura tecnica con superiori e disintossicanti apporti provenienti dal mondo dello spirito [Giovanni Paolo II]
This can only take place on the basis of an intimate encounter with God, an encounter which has become a communion of will, even affecting my feelings (Pope Benedict)
Questo può realizzarsi solo a partire dall'intimo incontro con Dio, un incontro che è diventato comunione di volontà arrivando fino a toccare il sentimento (Papa Benedetto)
We come to bless him because of what he revealed, eight centuries ago, to a "Little", to the Poor Man of Assisi; - things in heaven and on earth, that philosophers "had not even dreamed"; - things hidden to those who are "wise" only humanly, and only humanly "intelligent"; - these "things" the Father, the Lord of heaven and earth, revealed to Francis and through Francis (Pope John Paul II)
Veniamo per benedirlo a motivo di ciò che egli ha rivelato, otto secoli fa, a un “Piccolo”, al Poverello d’Assisi; – le cose in cielo e sulla terra, che i filosofi “non avevano nemmeno sognato”; – le cose nascoste a coloro che sono “sapienti” soltanto umanamente, e soltanto umanamente “intelligenti”; – queste “cose” il Padre, il Signore del cielo e della terra, ha rivelato a Francesco e mediante Francesco (Papa Giovanni Paolo II)
We are faced with the «drama of the resistance to become saved persons» (Pope Francis)
Siamo davanti al «dramma della resistenza a essere salvati» (Papa Francesco)
That 'always seeing the face of the Father' is the highest manifestation of the worship of God. It can be said to constitute that 'heavenly liturgy', performed on behalf of the whole universe [John Paul II]
Quel “vedere sempre la faccia del Padre” è la manifestazione più alta dell’adorazione di Dio. Si può dire che essa costituisce quella “liturgia celeste”, compiuta a nome di tutto l’universo [Giovanni Paolo II]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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