Ago 7, 2024 Scritto da 

ASSUNTA, GUIDA SPIRITUALE

L’itinerario della creatura (e della Chiesa) che realizza in sé la vittoria della Vita sulla morte

 

Maria è Icona di come trovare la strada giusta, da cui le vicende della vita possono allontanarci o portar via.

Emblema di chi è sul proprio e conforme percorso di persona, Gemma di paragone per non tradire la nostra identità-carattere vocazionale e disposizione innata.

Come Lei però abbandonandosi; tuttavia mutando. E così realizzando la nostra vera natura, nel pellegrinaggio verso il Nucleo dell’essere - perché presenti alle cose, nei diversi modi di stare al mondo, nitidamente.

La sua anima possedeva una freschezza giovane, una capacità di avvicinarsi a se stessa senza tuttavia smarrire la portata dei riscontri: nell’accorgersi, vivendo d’ogni Dono.

Chi ne ricalca lo stile abbraccia e adora l’inatteso, e quando d’improvviso irrompe la Novità dello Spirito, immediatamente gli sa fare posto.

L’attitudine della sua anima non volgeva alla banale ripetitività: meravigliata da una Parola, sbalordita dall’Imprevisto, sorpresa da una Ferita.

Itinerante, insegnava ad aprire il cuore e la mente a nuovi percorsi che non solo schivavano ma addirittura sorvolavano il preponderante dei condizionamenti.

Ella spontaneamente attivava flussi di possibilità che si ponevano alle spalle tante abitudini, senza neppure combatterle.

Maria disponeva se stessa a cogliere le varianti, le sfumature dell’anima; anche i sentimenti non abituali che magari ripudiamo di attribuirgli e che invece provava. Talora anche perdendosi nei labirinti di una spaventosa lotta epocale col «drago», l’ideologia del potere.

Una vita piena, da mamma di famiglia, non da creatura incorporea che si ritrae, e solo vereconda.

 

Nulla d'ingenuo e asservito. Donna libera, Maria parte senza chiedere l'autorizzazione della società attardata, gerarchica e ancora patriarcale.

E non si associa a carovane rassicuranti, perché non è persona di branco ma di novità.

Non si è incamminata lungo il Giordano, che era la strada più battuta e sicura. Ma perché rischiare la vita in terra ostile? Perché l'amore non conosce ostacolo.

E l’esuberanza non ripete conformismi. Vita che scorre dalla Galilea alla Giudea, ossia dalla periferia al centro religioso ufficiale, mai viceversa.

 

Non di rado, per il devoto d'un territorio osservante ogni annuncio di vita e qualsiasi novità sono percepiti con estrema diffidenza [attentato alle proprie sicurezze e offesa personale, invece che servizio].

Ecco perché giunta nella casa dell'uomo del culto neanche lo “saluta”. Elisabetta (sembra anche lei una dimenticata) coltivava la promessa [«Elì-shébet» il Signore Mio-Personale ha giurato; come dire «Dio Mi è fedele»].

Lui Zaccaria [«Zachar-Ja» il Signore sì ma non mio bensì d'Israele «ricorda»; ok, Dio non soffre amnesia ma è stato, è stato... e chissà quando ‘Viene’]. Non riusciva a passare dalla religiosità alla Fede.

Cliché usuale, non capacità innata:

Nelle religioni antiche il sacerdote è l’anziano dalle grandi reminiscenze. Egli fa memoria devota - d'accordo - ma come ancora in un museo, che quasi imbalsama il decadimento temporale.

L’uomo del culto è parte d'un ceto che ama frequentare i posti che contano; refrattario a uno Spirito che insiste e fa appello, che butta all’aria la vita [anche degli istituti] facendo breccia e infiammando le coscienze, per smuovere situazioni.

Ecco invece la povera donna. Lei profetizza - come le prime comunità di evangelizzazione che vi sono rappresentate in filigrana.

Non era persona giuridica in quella cultura, piuttosto una non-persona, che doveva perfino chiedere permesso al figlio maschio, su tutto.

Il contrario dell'autorità e dell'ufficialità (dentro e fuori Casa), che permaneva incapace di comunicare alcunché: non «beato» ma infelice; «muto» perché non aveva più nulla da dire a chi era in attesa fuori del Tempio.

Niente di vitale e nessuna benedizione reale da trasmettere alla gente; zero con cui colmare l'esistenza del prossimo.

Quindi l’Anima Sposa ragazza è colei che sembra ignorare l’immobile professionista del sacro e del rito!

Neanche gli rivolge parola - perché destinata alla «gloria celeste», non a lasciarsi trascinare nelle minuzie dei ragionamenti e di una razionalità che fa impallidire l’amore.

 

Creatura e comunità autentica che riflette Gesù.

Insegna invece a fare la nostra parte, proprio tentando di lasciar coesistere le cose che piacciono e le difformità che si affacciano.

Tutto ciò, senza inibizioni - cercando il Senso delle contraddizioni invece di domarle a prescindere; perché l’unilateralità l’avrebbe resa fragile, arida, incompleta.

Così ha accettato di far coabitare in sé e rendere compresenti le situazioni variegate con le sfaccettature dei molti appelli, l’afflato della premura e lo spirito di decisione - da Donna emancipata.

Come recita la Liturgia di oggi, l’Assunta ha accettato il Deserto ma ha trovato un Rifugio, «dimenticando il suo popolo e la casa di suo padre».

Solidarietà, Sobrietà, Silenzio: l’esperienza dell’Esodo. Novità, Fraternità e Orizzonte di Persona che consentono la riscoperta del proprio seme - e il senso della Chiesa.

 

Maria è insegna dell’esistenza paradossale del credente, che conosce la sua bassezza e l’Imprevedibile di Dio: nella sua vicenda riconosciamo il tracciato ideale del nostro cammino.

Non possiamo ignorare che nel mondo talora la forza prevale sulla debolezza, il bisogno fa impallidire l’amore, il declino sembra ridicolizzare la vita…

Ma nella dialettica del perdere se stessi per ritrovarsi, introduciamo nuove energie; acquisiamo come Lei una capacità di vedere spalancate le tombe, scorgendo vita anche in luoghi di morte.

In tal guisa, Lc è l’evangelista che celebra i ribaltamenti di situazione [fariseo e pubblicano, primo e ultimo posto, figlio scapestrato e primogenito; così via].

In detti rovesci la Vita nello Spirito non si palesa come replica che rassicura o che sacralizza posizioni, ma come attitudine a un guadagno nella perdita; una fioritura nell’amarezza della croce.

Un saper scovare occasioni di crescita persino nell’apparente degrado del mondo corrotto [anche pio e perbene].

E in noi? La ridefinizione di ciò che è “affare o umiliazione” può diventare storia redenta, l’autentica forza dirompente nel corso degli eventi, e di qualsiasi vicenda.

Negli inermi e incapaci di miracolo si cela infatti la percezione di una potenza che sa recuperare tutto l’essere. Virtù che ricompone l’armonia dell’onda vitale.

Progetto che vuole innalzare il povero dalle immondizie, per trasformarci in capolavori - a partire dalla verità di pitocche radici [dove siamo noi stessi].

La sfida della Fede è aperta.

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
Queste divisioni si manifestano nei rapporti fra le persone e fra i gruppi, ma anche a livello delle più vaste collettività: nazioni contro nazioni, e blocchi di paesi contrapposti, in un'affannosa ricerca di egemonia [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
But the words of Jesus may seem strange. It is strange that Jesus exalts those whom the world generally regards as weak. He says to them, “Blessed are you who seem to be losers, because you are the true winners: the kingdom of heaven is yours!” Spoken by him who is “gentle and humble in heart”, these words present a challenge (Pope John Paul II)
È strano che Gesù esalti coloro che il mondo considera in generale dei deboli. Dice loro: “Beati voi che sembrate perdenti, perché siete i veri vincitori: vostro è il Regno dei Cieli!”. Dette da lui che è “mite e umile di cuore”, queste parole  lanciano una sfida (Papa Giovanni Paolo II)
The first constitutive element of the group of Twelve is therefore an absolute attachment to Christ: they are people called to "be with him", that is, to follow him leaving everything. The second element is the missionary one, expressed on the model of the very mission of Jesus (Pope John Paul II)
Il primo elemento costitutivo del gruppo dei Dodici è dunque un attaccamento assoluto a Cristo: si tratta di persone chiamate a “essere con lui”, cioè a seguirlo lasciando tutto. Il secondo elemento è quello missionario, espresso sul modello della missione stessa di Gesù (Papa Giovanni Paolo II)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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