Ott 28, 2025 Scritto da 

Tre impegni, poca adrenalina

E preoccuparsi del numero

(Lc 14,25-33)

 

Nel suo commento al Tao Tê Ching (vii) il maestro Ho-shang Kung scrive: «Il santo è privo di interessi personali e non si cura di darsi importanza: perciò può realizzare il suo interesse».

Gesù è preoccupato di vedere attorno a sé «molte folle» [v.25 testo greco]: avere tanti ammiratori è cosa strana per Chi propone d’implicarsi e non cedere all’indifferenza.

Inusuale che una proposta di dono totale e rischio dell’intera vita (beni, relazioni, prestigio, speranze) possa trovare consenso oceanico.

Davvero insolito, forse grottesco, che tanta gente desideri giocarsi tutto, persino la salute, per un ideale che in genere non “vende” granché.

Chi fa scelte autentiche sa bene che sequela Christi non è partecipare a un corteo trionfale.

In effetti non sono pochi coloro che non sanno «dove» va…

Non a prendere il potere e parteciparlo - accanto al bottino - agli amici della sua cerchia!

Nella migliore delle ipotesi lo hanno frainteso, immaginando di riuscire a sacralizzare un’esperienza tranquilla e senza scossoni - con Lui sul comodino.

Ovvero, pittoresca e brillante in società - intimista dentro (con Lui nel cuoricino). Tutte cappe che attenuano le sporgenze di principio.

Gesù si accorge di chi lo segue per motivi indotti, quasi di festival entusiasti, o addirittura venali, opportunisti, e vuole solo spartirsi il malloppo del nuovo Re della Città santa. 

Comprende per quale motivo si ritrova attorno tanti assiepati. Non hanno colto che Dio è al di là della loro portata.

Ancora ai giorni nostri, le molte folle che partecipano agli appuntamenti della «Chiesa degli eventi» - direbbe Papa Francesco - meravigliano.

Per questo motivo, il Cristo invia e fa verifiche, interpella e continua a incitare lo sgretolamento di qualsiasi illusione riflessa, quietista, esterna, interessata o facilona - che però aggrega.

 

La prima disposizione d’animo che incalza e punge è l’integrazione degli affetti, persino “famigliari”. Non per farci rinunciare a vivere.

Essi possono staccarci dalle esigenze sconfinate d’un rapporto tra persone che condividono grandi ideali oltre confine.

L’intralcio di vecchi sentimenti e legami devono essere infatti ricollocati, acquistando una luce nuova.

Obbiettivo è l’autentica festa. Non l’utile e immediato; neppure le mortificazioni devote o l’astratto perfezionismo di chi insegue atti di forza concitati e artificiosi.

Nessuno è tanto eroe da riuscire a non pensare più a se stesso e i suoi, ma subentra una dimensione prospettica; nonché l’esperienza del Padre, che provvede a creare svolte più sapienti.

Tutte le logiche di buonsenso ed equilibrio vengono valorizzate, eppure assumono un altro significato. In vista di un Amore nel quale ogni altro bene acquista pieno valore.

 

Persino l’attaccamento alla propria immagine e reputazione: «prendere, sollevare e portare il braccio della Croce» [v.27 senso del verbo greco].

Era il momento della massima solitudine e percezione di fallimento, personale, religioso, sociale.

Chi è agitato per l’opinione-attorno si limita, non inizia percorsi, non s’affida alle proprie doti e neppure le scopre; non impara a prendere il passo di ciò che avviene, né sovverte ciò che va detestato.

Parafrasando l'enciclica Fratelli Tutti (n.187, «I sacrifici dell’amore») si potrebbe dire che proprio «a partire da lì, le vie che si aprono sono diverse da quelle d’un pragmatismo senz’anima».

 

Non basta accettare le normali contrarietà.

 

Non possono essere in sequela Christi coloro che permangono attaccati all’idolo delle aspettative tranquille, del look, delle folle inneggianti e dell’opinione (tonificante) altrui.

Bugie, ma in fondo preziose - a rovescio. Perché non è questo l’entusiasmo che cerchiamo.

Lo sperimentiamo dentro: la brama di prestigio non ascolta gli autentici bisogni, non reinventa il presente.

La soggezione al timore del disprezzo sociale [questa la proposta della Croce] non costruisce la sorte di svolta che ci appartiene; la perde.

Malgrado il concitato vociare delle apparenze esteriori, nel giudizio dei Vangeli i conformisti e qualunquisti non scorgono il Sacro autentico.

 

La Parola di Dio non dichiara Fede certa “quanto ci serve” o quel che si riesce a “vendere”.

La disciplina e il discernimento tradizionali - ma anche le grandi idee disincarnate del pensiero modaiolo - mai vorranno rendere importante ciò che caratterizza la donna e l’uomo reali.

Secondo le attuali sofisticazioni, eventualmente, prima costoro dovranno accontentarsi d’essere numeri, ricalcare la consuetudine, adeguarsi.

In tal guisa, a prima vista il testimone critico potrebbe sembrare sbagliato o non equiparato: bisognerebbe allinearsi - non siamo per una ecclesiologia di comunione?.

Ma lo chiede la stessa convivialità delle differenze, anche in una medesima Famiglia.

Ciò che vale è sintonia che recupera tutto l’essere umano, compresi i poli opposti.

Essi ci completano, e dovranno prima o poi scendere in campo; sebbene non corrispondano al tratto fondamentale di ogni carattere.

Lo vediamo: personaggi che per non sentirsi svalutati e poco apprezzati si riadattano a tutte le stagioni - ma solo per assestarsi.

Non valorizzano le loro stesse contraddizioni energetiche… con l’unico scopo di vivacchiare.

Pensano: quando la vita sembra essere più forte di noi, tanto vale pareggiarsi - senza mai tentare di oggettivare le proprie più intime aspirazioni, inedite, personali, sproporzionate.

 

L’appuntamento con l’Imprevisto non s’accontenta di cose ordinate, artificiose, o cerebrali e schematiche, le quali attenuano il potenziale di crescita.

Siamo costretti a rimettere in circolo forze, virtù, risorse, persino quelle più aguzze, eccentriche e imprevedibili - che neppure pensavamo di avere.

Il contrasto coi poteri forti che chiedono la solita fedeltà a doppio taglio, e l’avversione degl’inquilini dei castelli di cartapesta, è semplicemente da mettere in conto.

Il potere cerca utili idioti e portaborse servili, non Apostoli che amano le variegate espressioni della vita.

Apparteniamo a un altro pianeta: non c’interessa la carriera, la gestione e la considerazione, ma la Chiamata per Nome, che attiva capacità sconosciute - quelle che moltiplicano energie e rimettono in moto.

Non c’è strada alternativa migliore, per superare anche l’emergenza globale, che attanaglia la vita odierna e il mondo: ci sta chiedendo di rigenerare, non di tornare come prima.

 

Terzo “impegno” (v.33): i beni in eccesso servono solo per costruire Relazione. Questa è la soglia della Felicità: rende simili a Dio.

Affare assurdo, ma fonte di gioia incondizionata, che ci porta assai più dell’emozione. Quindi bisogna aprire bene gli occhi.

Perché in missione non si vive di adrenalina, ma di convinzioni che riflettono la vita intima e la pienezza di essere - condizione celeste.

Non sogneremo più di cambiare smartphone, né la riga o lo strappo dei pantaloni, e divertirci comunque: allargheremo spazi, inventeremo strade, pianteremo un germe di società alternativa.

Chi ci mette la faccia per rendere saggio e trasparente il mondo anche ecclesiastico, deve però prima incontrare e misurare se stesso molto molto a fondo, perché egli va come in guerra (vv.31-32).

Anche per questo bisogna imparare a mettere in gioco una mente tutta nuova e non limitarsi a pettinare ninnoli da salotto, come fossimo presi dallo squallore delle rincorse - invece che da Mete struggenti e sacre.

Qui non si scherza: i gendarmi e i diversi clan consolidatissimi a guardia del loro antico o à la page sono capaci di tutto il peggio che c’è, per continuare a darsi importanza e occupare posizioni che contano, e rendono.

Si paga di persona. Si viene respinti. Ma la Fede sostiene: crede che il Signore non eserciti soprusi, né voglia attorno seguaci rassegnati.

Il suo Sogno valica il buon senso - per farci trasalire d’un imprevisto pondus che ritroviamo gratis in cuore.

 

A commento del Tao xxvi, il maestro Wang Pi scrive: «Perdere il fondamento è perdere la persona».

E il maestro Ho-shang Kung aggiunge: «Se il sovrano è leggero e arrogante perde i suoi ministri, se chi governa la sua persona è leggero e licenzioso perde l’essenza».

 

Comodino, cuoricino, esteriorità e bottino sono aspettative puerili.

D’ora in poi non si mercanteggia più: questa la nuova Torre (vv.28-30) da costruire.

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

«Even through Joseph’s fears, God’s will, his history and his plan were at work. Joseph, then, teaches us that faith in God includes believing that he can work even through our fears, our frailties and our weaknesses. He also teaches us that amid the tempests of life, we must never be afraid to let the Lord steer our course. At times, we want to be in complete control, yet God always sees the bigger picture» (Patris Corde, n.2)
«Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» (Patris Corde, n.2)
Man is the surname of God: the Lord in fact takes his name from each of us - whether we are saints or sinners - to make him our surname (Pope Francis). God's fidelity to the Promise is realized not only through men, but with them (Pope Benedict).
L’uomo è il cognome di Dio: il Signore infatti prende il nome da ognuno di noi — sia che siamo santi, sia che siamo peccatori — per farlo diventare il proprio cognome (Papa Francesco). La fedeltà di Dio alla Promessa si attua non soltanto mediante gli uomini, ma con loro (Papa Benedetto)
In the communities of Galilee and Syria the pagans quickly became a majority - elevated to the rank of sons. They did not submit to nerve-wracking processes, but spontaneously were recognizing the Lord
Nelle comunità di Galilea e Siria i pagani diventavano rapidamente maggioranza - elevati al rango di figli. Essi non si sottoponevano a trafile snervanti, ma spontaneamente riconoscevano il Signore
And thus we must see Christ again and ask Christ: “Is it you?” The Lord, in his own silent way, answers: “You see what I did, I did not start a bloody revolution, I did not change the world with force; but lit many I, which in the meantime form a pathway of light through the millenniums” (Pope Benedict)
E così dobbiamo di nuovo vedere Cristo e chiedere a Cristo: “Sei tu?”. Il Signore, nel modo silenzioso che gli è proprio, risponde: “Vedete cosa ho fatto io. Non ho fatto una rivoluzione cruenta, non ho cambiato con forza il mondo, ma ho acceso tante luci che formano, nel frattempo, una grande strada di luce nei millenni” (Papa Benedetto)
Experts in the Holy Scriptures believed that Elijah's return should anticipate and prepare for the advent of the Kingdom of God. Since the Lord was present, the first disciples wondered what the value of that teaching was. Among the people coming from Judaism the question arose about the value of ancient doctrines…
Gli esperti delle sacre Scritture ritenevano che il ritorno di Elia dovesse anticipare e preparare l’avvento del Regno di Dio. Poiché il Signore era presente, i primi discepoli si chiedevano quale fosse il valore di quell’insegnamento. Tra i provenienti dal giudaismo sorgeva il quesito circa il peso delle dottrine antiche...
Gospels make their way, advance and free, making us understand the enormous difference between any creed and the proposal of Jesus. Even within us, the life of Faith embraces all our sides and admits many things. Thus we become more complete and emancipate ourselves, reversing positions.
I Vangeli si fanno largo, avanzano e liberano, facendo comprendere l’enorme differenza tra credo qualsiasi e proposta di Gesù. Anche dentro di noi, la vita di Fede abbraccia tutti i nostri lati e ammette tante cose. Così diventiamo più completi e ci emancipiamo, ribaltando posizioni

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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