Set 16, 2025 Scritto da 

Nell’enigma, la soluzione

Chi è Gesù: domanda che giudica

(Lc 9,7-9)

 

Gesù, chi è? Non si può dare risposta se non alla luce della sua vicenda e della sua condanna: nulla a che vedere con uno degli spiritati o facitori di miracolo che suscita curiosità, come Erode si aspettava.

Il contrasto tra la straordinaria figura attesa e fraintesa, e l’ottusità del giudizio elusivo finisce per lasciare le cose come stanno. Peggio: racchiude il Mistero - quello più normale del mondo, ma che rimane per sempre [l'umanità di Dio] - e smarrisce il suo “dove” oggi.

Non si comprende la Persona del Cristo a partire dalle cose che sappiamo o che cercano di inquadrarlo nei criteri consuetudinari del Primo Testamento; col sentire comune, coi modelli magici del tempo...

Egli non è uno degli antichi profeti, tornati a purificare le sconcezze delle cordate opportuniste del Tempio, e rabberciare le pratiche della religione antica. Viene a soppiantarle.

 

Per esigenze politiche, Erode Antipas è costretto a essere costantemente all’erta per la sicurezza del suo piccolo regno [Galilea e Perea] quindi il successo del Battista lo spaventa.

Come riferisce Giuseppe Flavio, il reuccio ha preferito farlo fuori per timore di una sollevazione popolare, di cui avrebbe dovuto rendere conto a Roma.

Ma - è la stupidità del potere - decapitato un profeta ecco subentrare qualcuno più incisivo.

Quando ancora il sangue del Battista era fresco, giunge notizia di un giovane Rabbi che sconvolge le menti dei sudditi di quelle terre.

L’incubo sovversivo si ripresenta, più sottile di prima: il Figlio di Dio non si limita a chiedere un miglioramento della situazione; vuole sostituirla.

Egli proclama la Verità del Padre e dell’uomo autentico, proponendo un germe di mondo alternativo alla società spietata e piramidale del tempo.

Intende spazzare via gl’idoli attrattivi ma falsi; però non ama la scure del Battezzatore, né lo zelo violento di Elia - il quale aveva fatto scendere un fuoco portentoso e irrefrenabile dal cielo, sui nemici.

 

Gesù vuol valorizzare l’intuizione delle coscienze, più che i doveri o la smania di analizzare i comportamenti. Questo l’incredibile.

Il Signore non è una sorta di ‘fantasma’ che affiora dal passato per fare il “massimo”, in un’atmosfera [anche di gruppo] che opprime e attende risultati potenziati o addirittura fuori scala.

Egli volge la storia a compimento secondo spinte innate e spontanee, che lasceranno emergere il semplice personale e il palese inedito.

 

Ogni gruppo religioso chiudeva il Messia nel suo modello interpretativo, consono a un ambiente venato di speranze antiche: difesa dei beni e consuetudini, identità “culturale”, benessere a discapito altrui, espansione, prodigi.

La rivoluzione dei figli pone una tematica che cerca la Via autentica, prossima e Altrove - appunto, l’umanità di Dio. In fondo, dietro l’angolo, ma non relegata dentro un angolo.

Insomma, interrogarsi sulla Persona di Gesù significa già iniziare a superare i codici conformisti e le piccine interpretazioni abitudinarie... per abbracciare l’irruzione dell’Eterno.

È il quesito stesso sul rilievo di Persona che invita a non guardare un’unica banale soluzione [quella di tutti o di qualche amante del parossismo].

Piuttosto, ad allargare l’orizzonte e cominciare un Esodo, che ci guiderà all’autentica intesa e misura; al motivo per cui siamo al mondo.

 

Cristo rovescia sorti e destino del regno dell’uomo, e le sue rivendicazioni.

Ogni accostamento esteriore a figure pur eminenti della galleria dei grandi della storia rimane statico, parziale, troppo prevedibile.

Non di rado deviante, per le inevitabili limitazioni cerebrali che procura, ingabbiando l'anima [e immobilizzando la vita].

Per Via, la crescita di conoscenza della sua vicenda, l’adesione alla sua profondità, l’Azione dello Spirito, non lasceranno perdurare nella nostra mente i pensieri fissi, gli attaccamenti, i luoghi comuni.

Interpretazioni, preconcetti o vetrine che poi impregnano tutta la vita e la attutiscono, privandola di ebbrezza.

Presenza del tutto personale, nuovo Fiuto, innata Sapienza di ‘natura’; non uno specifico particolarismo che non porge vita rigenerata - che fa l’occhiolino solo a se stessa.

 

Gesù: è Motore, Via e Motivo del Cammino nello Spirito che ci sta conducendo.

La sua Persona in noi trova un “punto” dentro da cui effonde il coraggio di essere se stessi, e di non cercare più l’approvazione esterna.

Ciò libera l'anima dalle attese comuni, o prodigiose; dai rimpianti del conformismo. Per far avanzare da stati e credenze primordiali a nuovi Sogni dell’essere che corrisponde e tintinna, che affiora e vuole esprimersi - umanizzando.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Secondo te, quali interpretazioni e preconcetti attutiscono l’esercizio dell’intuizione personale nella propria crescita, e l’Evangelizzazione? 

Quando ti sei accorto che nell’enigma sulla Persona del Cristo c’è già un taglio con l’ovvio di aspettative, e uno spunto - l’energia della soluzione, anche per la rinascita dall’emergenza globale?

 

 

Mentre lo seguiamo

 

Per conoscere veramente Gesù bisogna parlare con lui, dialogare con lui mentre lo seguiamo sulla sua strada. Papa Francesco ha incentrato proprio sulla conoscenza di Gesù l’omelia della messa celebrata il 26 settembre 2013, nella cappella di Santa Marta.

Il Pontefice ha preso spunto dal brano del Vangelo di Luca (9, 7-9) nel quale Erode si interroga su chi sia quel Gesù di cui sente tanto parlare. La persona di Gesù, ha ricordato il Pontefice, ha suscitato spesso domande del tipo: «Chi è costui? Da dove viene? Pensiamo a Nazareth, per esempio, nella sinagoga di Nazareth, quando se n’è andato per la prima volta: ma dove ha imparato queste cose? Noi lo conosciamo bene: è il figlio del falegname. Pensiamo a Pietro e agli apostoli dopo quella tempesta, quel vento che Gesù ha fatto tacere. Ma chi è costui al quale obbediscono il cielo e la terra, il vento, la pioggia, la tempesta? Ma chi è?».

Domande, ha spiegato il Papa, che si possono fare per curiosità o per avere sicurezze sul modo di comportarsi davanti a lui. Resta comunque il fatto che chiunque conosca Gesù si fa queste domande. Anzi, «alcuni — ha proseguito il Papa tornando all’episodio evangelico — incominciamo a sentire paura di quest’uomo, perché li può portare a un conflitto politico con i romani»; e dunque pensano di non tenere maggiormente in considerazione «quest’uomo che crea tanti problemi».

E perché, si è chiesto il Pontefice, Gesù crea problemi? «Non si può conoscere Gesù — è stata la sua risposta — senza avere problemi». Paradossalmente, ha aggiunto, «se tu vuoi avere un problema, vai per la strada che ti porta a conoscere Gesù» e allora di problemi ne sorgeranno tanti. In ogni caso, Gesù non si può conoscere «in prima classe» o «nella tranquillità», tantomeno «in biblioteca». Gesù lo si conosce solo nel cammino quotidiano della vita.

E lo si può conoscere, ha affermato il Santo Padre, «anche nel catechismo. È vero! Il catechismo — ha precisato — ci insegna tante cose su Gesù e dobbiamo studiarlo, dobbiamo impararlo. Così impariamo che il Figlio di Dio è venuto per salvarci e capiamo dalla bellezza della storia della salvezza l’amore del Padre». Resta comunque il fatto che anche la conoscenza di Gesù attraverso il catechismo «non è sufficiente»: conoscerlo con la mente è già un passo in avanti, ma «Gesù è necessario conoscerlo nel dialogo con lui. Parlando con lui, nella preghiera, in ginocchio. Se tu non preghi, se tu non parli con Gesù — ha detto — non lo conosci».

C’è infine una terza strada per conoscere Gesù: «È la sequela, andare con lui, camminare con lui, percorrere le sue strade». E mentre si cammina con lui, si conosce «Gesù con il linguaggio dell’azione. Se tu conosci Gesù con questi tre linguaggi: della mente, del cuore, dell’azione, allora puoi dire di conoscere Gesù». Fare questo tipo di conoscenza comporta il coinvolgimento personale. «Non si può conoscere Gesù — ha ribadito il Pontefice — senza coinvolgersi con lui, senza scommettere la vita per lui». Dunque per conoscerlo davvero è necessario leggere «quello che la Chiesa ti dice di lui, parlare con lui nella preghiera e camminare nella sua strada con lui». Questa è la strada e «ognuno — ha concluso — deve fare la sua scelta».

[Papa Francesco, s. Marta, in L’Osservatore Romano 27/09/2013]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Those living beside us, who may be scorned and sidelined because they are foreigners, can instead teach us how to walk on the path that the Lord wishes (Pope Francis)
Chi vive accanto a noi, forse disprezzato ed emarginato perché straniero, può insegnarci invece come camminare sulla via che il Signore vuole (Papa Francesco)
Many saints experienced the night of faith and God’s silence — when we knock and God does not respond — and these saints were persevering (Pope Francis)
Tanti santi e sante hanno sperimentato la notte della fede e il silenzio di Dio – quando noi bussiamo e Dio non risponde – e questi santi sono stati perseveranti (Papa Francesco)
In some passages of Scripture it seems to be first and foremost Jesus’ prayer, his intimacy with the Father, that governs everything (Pope Francis)
In qualche pagina della Scrittura sembra essere anzitutto la preghiera di Gesù, la sua intimità con il Padre, a governare tutto (Papa Francesco)
It is necessary to know how to be silent, to create spaces of solitude or, better still, of meeting reserved for intimacy with the Lord. It is necessary to know how to contemplate. Today's man feels a great need not to limit himself to pure material concerns, and instead to supplement his technical culture with superior and detoxifying inputs from the world of the spirit [John Paul II]
Occorre saper fare silenzio, creare spazi di solitudine o, meglio, di incontro riservato ad un’intimità col Signore. Occorre saper contemplare. L’uomo d’oggi sente molto il bisogno di non limitarsi alle pure preoccupazioni materiali, e di integrare invece la propria cultura tecnica con superiori e disintossicanti apporti provenienti dal mondo dello spirito [Giovanni Paolo II]
This can only take place on the basis of an intimate encounter with God, an encounter which has become a communion of will, even affecting my feelings (Pope Benedict)
Questo può realizzarsi solo a partire dall'intimo incontro con Dio, un incontro che è diventato comunione di volontà arrivando fino a toccare il sentimento (Papa Benedetto)
We come to bless him because of what he revealed, eight centuries ago, to a "Little", to the Poor Man of Assisi; - things in heaven and on earth, that philosophers "had not even dreamed"; - things hidden to those who are "wise" only humanly, and only humanly "intelligent"; - these "things" the Father, the Lord of heaven and earth, revealed to Francis and through Francis (Pope John Paul II)
Veniamo per benedirlo a motivo di ciò che egli ha rivelato, otto secoli fa, a un “Piccolo”, al Poverello d’Assisi; – le cose in cielo e sulla terra, che i filosofi “non avevano nemmeno sognato”; – le cose nascoste a coloro che sono “sapienti” soltanto umanamente, e soltanto umanamente “intelligenti”; – queste “cose” il Padre, il Signore del cielo e della terra, ha rivelato a Francesco e mediante Francesco (Papa Giovanni Paolo II)
We are faced with the «drama of the resistance to become saved persons» (Pope Francis)
Siamo davanti al «dramma della resistenza a essere salvati» (Papa Francesco)
That 'always seeing the face of the Father' is the highest manifestation of the worship of God. It can be said to constitute that 'heavenly liturgy', performed on behalf of the whole universe [John Paul II]
Quel “vedere sempre la faccia del Padre” è la manifestazione più alta dell’adorazione di Dio. Si può dire che essa costituisce quella “liturgia celeste”, compiuta a nome di tutto l’universo [Giovanni Paolo II]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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