Ago 7, 2025 Scritto da 

Correzione fraterna e Preghiera Comune, ovunque

In mezzo ai riconciliati: il cambiamento di rotta e di sorte nel Regno

(Mt 18,15-20)

 

«Il verbo che l'evangelista usa per "si accorderanno" è synphōnēsōsin: c'è il riferimento ad una "sinfonia" dei cuori» [papa Benedetto, Vespri a conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, 25 gennaio 2006].

Questa nuova energia plasmabile ha una misteriosa presa sul cuore della realtà - che sempre è più forte di noi; svolge la trama e propone, ma qui viceversa ci accoglie.

Ovvero ci disturba con un disagio… che però è già la terapia. Perché ogni lacrima guida verso gli strati profondi del nostro essere primordiale, del nostro seme e del suo mondo di relazioni proprie.

E allora l’anima si scioglie, diventa meno tortuosa, segue un’indicazione che non pensava; ritrova la strada inebriante delle sintonie profonde, abbandona il sentiero scadente.

Predilige la Via che le corrisponde, più delle identificazioni: tutti gli idoli che prima avevano il sopravvento, i quali - malgrado le apparenze - battagliavano con la nostra destinazione essenziale.

- Senza fuggire da se stessi, ma solo dalle convenzioni esterne, Insieme si può passare dall’unilateralità alla completezza, dalla banalità alla pienezza; al motivo per cui siamo al mondo; al destino dell’essere che siamo.

Forse non riuscivamo prima a percepirlo, perché l’occhio rimbalzava tra le pareti della solita domesticazione.

E il pensiero effimero, assuefatto, non distruggeva l’idea [senza percezione] di noi stessi; idea senz’ascolto, che non svaniva.

 

La correzione fraterna ci stringe alla gola, ma è quell’amarezza che riporta l’essenziale; è quell’ansia (se accolta) che ci cura davvero.

 

Dopo la distruzione di Gerusalemme si andava facendo crescente la contrapposizione fra mondo della sinagoga e nuove fraternità in Cristo.

I convertiti al Signore Gesù delle comunità giudaizzanti di Galilea e Siria vivevano un momento di grande tensione, anche all’interno delle famiglie di provenienza.

Nel contempo, stava iniziando l’afflusso di pagani, che via via accentuavano il distacco col giudaismo - sia nel confronto esterno, tra sinagoga ed ‘ecclesìa’, che nel dibattito interno alle piccole assemblee.

Non era affatto semplice ricostruire i rapporti e porre in dialogo persone di estrazione differente, con un bagaglio culturale segnato dall’adesione a forme di religiosità arcaica; devozione che rendeva ostinati in tutto.

Ma il Risorto vede lontano.

Nello spirito di Fede che soppianta le grettezze delle convinzioni impulsive o idolatriche, Mt cerca di sostenere la convivialità delle differenze nelle sue comunità.

L’evangelista lo fa ponendo l’accento sulla riconciliazione, e la giusta posizione di coloro che desideravano farsi segno vivo della Presenza del Signore.

Alle soglie delle minuscole chiese i nuovi spesso non riuscivano a trovare una serena accoglienza; piuttosto dovevano subire esami e trafile da parte di veterani malfidi, e vivere in clima di sospetto.

I primi della classe, sempre puntigliosi a difesa delle loro credenze e posizioni di spicco, sentivano la presenza di alcuni fratelli di fede (più liberi di loro) come un ingombro e un peso.

Molti pagani inizialmente fiduciosi e motivati da aspettative di candore si stavano anche allontanando, indispettiti dal clima diffidente dei rigoristi. Legalisti che di fatto tendevano a riprodurre la medesima atmosfera competitiva delle religioni antiche.

Altre defezioni erano motivate anche dal sorgere di zone d’ombra e scandali interni.

Alcuni forse approfittavano della gestione dei beni, o malgrado la conversione formale rimanevano egoisti e trattenevano il proprio - usurpando la dignità dei minimi e deturpando l’atmosfera di cordialità.

Quasi tutti costoro [gli stessi che volevano mettere i nuovi o gli erranti alle strette] sgomitavano per le precedenze, creando un clima di risentimento che accentuava gli attriti e attenuava la Fede, sino poi storicamente a rovinarla.

 

Mt suggerisce il dialogo, che tenta di capire i motivi dell’altro.

In effetti, nelle prime realtà giudeo cristiane il clima era forse eccessivamente scrupoloso. [In seguito la scomunica è diventata anche un’arma...].

Quindi era previsto pure il distacco dalla comunità, ma permaneva la consapevolezza che il peccatore non era comunque un separato da Dio, anche ‘fuori’ della chiesa particolare: «Dove sono due o tre riuniti nel mio Nome...» (v.20).

È il centro della nuova concezione pedagogica - non più “religiosa” e di massa, ma di Fede viva e personale.

L’espressione «nel mio Nome» sta a indicare che Gesù stesso ha avuto il suo bel daffare coi giudicanti del suo tempo.

Tutto reale. Anche una esclusione può unire a Lui e farlo rivivere concretamente, altroché.

Se il Cristo vero - non vago - resta il perno della fraternità, il Padre concederà il ritorno del fratello che si è escluso.

Ovviamente, ciò può avvenire solo se l’allontanato sperimenta che per primi i responsabili di comunità cercano il confronto umano - non fare i principini, anzi ricalcare la stessa posizione del Maestro: «in mezzo».

Equidistanti da tutti, e ogni tanto con un bel ricambio di mansioni - evento previsto dal nuovo diritto canonico, ma totalmente disatteso sul territorio - perché ancora solo dei prescelti possono di fatto mettere il naso nelle cose che contano, e mani e piedi nei ruoli di spicco.

Chi ancora oggi ci fa vedere Gesù vivo non sta al di “sopra” degli altri; non si fa capofila, né si colloca “davanti” [in modo che qualcuno sia vicino e altri sempre lontani].

Gente fra la gente. Siamo chiamati a ritrovare la saldatura tra onore a Dio e amore per le sorelle e i fratelli - non solo di fede conforme.

L’amore chiama amore, il perdono attira spontaneamente perdono - non per sforzo, non per buone maniere o dovere, bensì come canale per far entrare nel mondo nuove energie preparatorie e colpi di scena.

 

Fragrante segno della Chiesa è il rovesciamento dei ruoli e delle sorti. L’alternativa “vittoria-o-sconfitta” è falsa: bisogna uscirne.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Cosa convince le persone a perdonare o fare correzione fraterna, forse l’esempio di gratuità e il modo di collocarsi dei responsabili di chiesa? 

Fra loro si correggono amabilmente o c’è invidia e attrito?

Nella tua comunità chi dice di rappresentare Cristo è in mezzo o sempre capofila e capotavola?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

From a human point of view, he thinks that there should be distance between the sinner and the Holy One. In truth, his very condition as a sinner requires that the Lord not distance Himself from him, in the same way that a doctor cannot distance himself from those who are sick (Pope Francis))
Da un punto di vista umano, pensa che ci debba essere distanza tra il peccatore e il Santo. In verità, proprio la sua condizione di peccatore richiede che il Signore non si allontani da lui, allo stesso modo in cui un medico non può allontanarsi da chi è malato (Papa Francesco)
The life of the Church in the Third Millennium will certainly not be lacking in new and surprising manifestations of "the feminine genius" (Pope John Paul II)
Il futuro della Chiesa nel terzo millennio non mancherà certo di registrare nuove e mirabili manifestazioni del « genio femminile » (Papa Giovanni Paolo II)
And it is not enough that you belong to the Son of God, but you must be in him, as the members are in their head. All that is in you must be incorporated into him and from him receive life and guidance (Jean Eudes)
E non basta che tu appartenga al Figlio di Dio, ma devi essere in lui, come le membra sono nel loro capo. Tutto ciò che è in te deve essere incorporato in lui e da lui ricevere vita e guida (Giovanni Eudes)
This transition from the 'old' to the 'new' characterises the entire teaching of the 'Prophet' of Nazareth [John Paul II]
Questo passaggio dal “vecchio” al “nuovo” caratterizza l’intero insegnamento del “Profeta” di Nazaret [Giovanni Paolo II]
The Lord does not intend to give a lesson on etiquette or on the hierarchy of the different authorities […] A deeper meaning of this parable also makes us think of the position of the human being in relation to God. The "lowest place" can in fact represent the condition of humanity (Pope Benedict)
Il Signore non intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità […] Questa parabola, in un significato più profondo, fa anche pensare alla posizione dell’uomo in rapporto a Dio. L’"ultimo posto" può infatti rappresentare la condizione dell’umanità (Papa Benedetto)
We see this great figure, this force in the Passion, in resistance to the powerful. We wonder: what gave birth to this life, to this interiority so strong, so upright, so consistent, spent so totally for God in preparing the way for Jesus? The answer is simple: it was born from the relationship with God (Pope Benedict)
Noi vediamo questa grande figura, questa forza nella passione, nella resistenza contro i potenti. Domandiamo: da dove nasce questa vita, questa interiorità così forte, così retta, così coerente, spesa in modo così totale per Dio e preparare la strada a Gesù? La risposta è semplice: dal rapporto con Dio (Papa Benedetto)
These words are full of the disarming power of truth that pulls down the wall of hypocrisy and opens consciences [Pope Benedict]
Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze [Papa Benedetto]
While the various currents of human thought both in the past and at the present have tended and still tend to separate theocentrism and anthropocentrism, and even to set them in opposition to each other, the Church, following Christ, seeks to link them up in human history, in a deep and organic way [Dives in Misericordia n.1]
Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e perfino a contrapporre il teocentrismo e l'antropocentrismo, la Chiesa invece, seguendo il Cristo, cerca di congiungerli nella storia dell'uomo in maniera organica e profonda [Dives in Misericordia n.1]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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