1. “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono”(Eb 11, 1).
Con queste parole ci parla l’autore della lettera agli Ebrei nella seconda lettura della messa di oggi.
La fede, che fa passare l’uomo dal mondo delle cose visibili alla realtà invisibile di Dio e alla vita eterna, rassomiglia a quel cammino, al quale fu chiamato da Dio Abramo - qualificato perciò come “padre di tutti coloro che credono” (cf. Rm 4, 11.12). In seguito leggiamo nella lettera agli Ebrei: “Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa . . .” (Eb 11, 8-9). Sì, è così. La fede è il pellegrinaggio spirituale in cui l’uomo s’incammina, seguendo la parola del Dio vivente, per arrivare alla terra della pace promessa e della felicità, all’unione con Dio “faccia a faccia”; a quella unione che riempirà, nel cuore umano, la fame e la sete più profonda: la fame della verità e la sete dell’amore.
Perciò, come ascoltiamo in seguito nella liturgia dell’odierna domenica, l’atteggiamento di spirito, che si addice al credente, è l’atteggiamento di vigilanza: “Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate” (Lc 12, 40). Una simile vigilanza è anche l’espressione dell’aspirazione spirituale a Dio mediante la fede.
[Papa Giovanni Paolo II, Angelus 10 agosto 1980]