Giu 30, 2025 Scritto da 

Prima di tutto, pregare

E' la prima volta che il nuovo Papa si rivolge a voi in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni.

Innanzitutto il mio e vostro ricordo affettuoso, pieno di riconoscenza, vada al compianto Papa Paolo VI. Riconoscenza, perché egli, durante il Concilio, ha istituito questa Giornata di preghiera per tutte le vocazioni di speciale consacrazione a Dio e alla Chiesa. Riconoscenza, perché ogni anno, per quindici anni, egli ha illuminato questa Giornata con la sua parola di Maestro e ci ha incoraggiati con il suo cuore di Pastore.

Seguendo il suo esempio, ora mi rivolgo a voi in questa sedicesima Giornata Mondiale per confidarvi alcune cose che mi stanno molto a cuore, quasi tre parole d'ordine: pregare - chiamare - rispondere.

1. Prima di tutto, pregare.

E' certamente grande lo scopo per cui dobbiamo pregare, se Cristo stesso ci ha comandato di farlo: «Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe» (Mt 9, 38). Sia questa Giornata una pubblica testimonianza di fede e di obbedienza al comando del Signore. Celebratela dunque nelle vostre cattedrali: il Vescovo insieme al clero, i religiosi, le religiose, i missionari, gli aspiranti al sacerdozio e alla vita consacrata, il popolo, i giovani, molti giovani. Celebratela nelle parrocchie, nelle comunità, nei santuari, nei collegi e nei luoghi dove sono persone che soffrono. Si innalzi in ogni parte del mondo questo assalto al cielo, per chiedere al Padre ciò che Cristo ha voluto che noi domandiamo.

Sia una Giornata piena di speranza. Ci trovi riuniti, come in un cenacolo universale: «Perseveravano concordi nella preghiera . . . con Maria, la Madre di Gesù» (At 1, 14), nell'attesa fiduciosa dei doni dello Spirito Santo. Infatti, sull'altare del sacrificio eucaristico, attorno al quale ci stringiamo pregando, c'è lo stesso Cristo che prega con noi e per noi e ci assicura che otterremo ciò che chiediamo: «Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 19ss). Noi siamo molti riuniti nel suo nome e chiediamo soltanto ciò che lui vuole. Di fronte alla sua solenne promessa, com'è possibile non pregare con animo pieno di speranza?

Sia questa Giornata un centro di irradiazione spirituale. La nostra preghiera si diffonda e continui nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, nei cuori credenti, come in un monastero invisibile, da cui salga al Signore una invocazione perenne.

[Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la 16.a Giornata Mondiale per le Vocazioni, 6 gennaio 1979]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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We must not fear the humility of taking little steps, but trust in the leaven that penetrates the dough and slowly causes it to rise (cf. Mt 13:33) [Pope Benedict]
Occorre non temere l’umiltà dei piccoli passi e confidare nel lievito che penetra nella pasta e lentamente la fa crescere (cfr Mt 13,33) [Papa Benedetto]
The disciples, already know how to pray by reciting the formulas of the Jewish tradition, but they too wish to experience the same “quality” of Jesus’ prayer (Pope Francis)
I discepoli, sanno già pregare, recitando le formule della tradizione ebraica, ma desiderano poter vivere anche loro la stessa “qualità” della preghiera di Gesù (Papa Francesco)
Saint John Chrysostom affirms that all of the apostles were imperfect, whether it was the two who wished to lift themselves above the other ten, or whether it was the ten who were jealous of them (“Commentary on Matthew”, 65, 4: PG 58, 619-622) [Pope Benedict]
San Giovanni Crisostomo afferma che tutti gli apostoli erano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia gli altri che hanno invidia di loro (cfr Commento a Matteo, 65, 4: PG 58, 622) [Papa Benedetto]
St John Chrysostom explained: “And this he [Jesus] says to draw them unto him, and to provoke them and to signify that if they would covert he would heal them” (cf. Homily on the Gospel of Matthew, 45, 1-2). Basically, God's true “Parable” is Jesus himself, his Person who, in the sign of humanity, hides and at the same time reveals his divinity. In this manner God does not force us to believe in him but attracts us to him with the truth and goodness of his incarnate Son [Pope Benedict]
Spiega San Giovanni Crisostomo: “Gesù ha pronunciato queste parole con l’intento di attirare a sé i suoi ascoltatori e di sollecitarli assicurando che, se si rivolgeranno a Lui, Egli li guarirà” (Comm. al Vang. di Matt., 45,1-2). In fondo, la vera “Parabola” di Dio è Gesù stesso, la sua Persona che, nel segno dell’umanità, nasconde e al tempo stesso rivela la divinità. In questo modo Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a Sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato [Papa Benedetto]
This belonging to each other and to him is not some ideal, imaginary, symbolic relationship, but – I would almost want to say – a biological, life-transmitting state of belonging to Jesus Christ (Pope Benedict)
Questo appartenere l’uno all’altro e a Lui non è una qualsiasi relazione ideale, immaginaria, simbolica, ma – vorrei quasi dire – un appartenere a Gesù Cristo in senso biologico, pienamente vitale (Papa Benedetto)
She is finally called by her name: “Mary!” (v. 16). How nice it is to think that the first apparition of the Risen One — according to the Gospels — took place in such a personal way! [Pope Francis]
Viene chiamata per nome: «Maria!» (v. 16). Com’è bello pensare che la prima apparizione del Risorto – secondo i Vangeli – sia avvenuta in un modo così personale! [Papa Francesco]
Jesus invites us to discern the words and deeds which bear witness to the imminent coming of the Father’s kingdom. Indeed, he indicates and concentrates all the signs in the enigmatic “sign of Jonah”. By doing so, he overturns the worldly logic aimed at seeking signs that would confirm the human desire for self-affirmation and power (Pope John Paul II)
Gesù invita al discernimento in rapporto alle parole ed opere, che testimoniano l'imminente avvento del Regno del Padre. Anzi, Egli indirizza e concentra tutti i segni nell'enigmatico "segno di Giona". E con ciò rovescia la logica mondana tesa a cercare segni che confermino il desiderio di autoaffermazione e di potenza dell'uomo (Papa Giovanni Paolo II)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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