Apr 28, 2025 Scritto da 

"Io sono il pane della vita" (Gv 6, 35)

Come pellegrino al 46° Congresso Eucaristico Internazionale, dirigo i primi passi verso l'antichissima Cattedrale di Wrocław , per inginocchiarmi con fede davanti al Santissimo Sacramento è il "Pane della vita". Lo faccio con profonda commozione e con il cuore colmo di gratitudine, nei riguardi della Divina Provvidenza, per il dono di questo Congresso e perchè esso si svolge proprio qui, a Wrocław , in Polonia - nella mia Patria.

Dopo la moltiplicazione miracolosa del pane, Cristo dice alle folle che lo cercavano: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perchè avete visto dei segni, ma perchè avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà" (Gv 6, 26-27). Come era difficile, a chi ascoltava Gesù, questo passaggio dal segno al mistero indicato da quel segno, dal pane quotidiano a quel pane "che dura per la vita eterna"! Ciò non è facile neppure per noi, uomini del XX secolo. I Congressi Eucaristici vengono celebrati proprio per questo, per ricordare questa verità a tutto il mondo: "Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna".

Gli interlocutori di Cristo, continuando il dialogo, domandano giustamente: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?" (Gv 6, 28). E Cristo risponde: "Questa è l'opera di Dio [l'opera intesa da Dio]: credere in colui che egli ha mandato" (Gv 6, 29). E' un'esortazione ad aver fede nel Figlio dell'uomo, nel Datore del cibo che non perisce. Senza la fede in colui che il Padre ha mandato, non è possibile riconoscere ed accettare questo Dono che non passa. Proprio per questo siamo qui - qui, a Wrocław , al 46° Congresso Eucaristico Internazionale. Siamo qui per confessare, insieme con tutta la Chiesa, la nostra fede in Cristo-Eucaristia, in Cristo-Pane vivo e Pane che dà la vita. Diciamo con san Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16, 16) ed ancora: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6, 68).

2. "Signore, dacci sempre questo pane" (Gv 6, 34).

La moltiplicazione miracolosa del pane non aveva destato l'attesa risposta della fede nei testimoni oculari di quell'evento. Essi pretendevano un nuovo segno: "Quale segno dunque tu fai perchè vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo" (Gv 6, 30-31). I discepoli che circondano Gesù attendono dunque un segno simile alla manna, che i loro avi avevano mangiato nel deserto. Gesù, tuttavia, li esorta ad aspettarsi qualcosa di più di un'ordinaria ripetizione del miracolo della manna, di aspettarsi un cibo di un altro tipo. Cristo dice: "Non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo" (Gv 6, 32-33).

Oltre alla fame fisica l'uomo porta in sè ancora un'altra fame, una fame più fondamentale, che non può essere saziata con un cibo ordinario. Si tratta qui di fame di vita, di fame di eternità. Il segno della manna era l'annuncio dell'avvento di Cristo, che avrebbe soddisfatto la fame di eternità da parte dell'uomo diventando Lui stesso il "pane vivo" che "dà la vita al mondo". Ed ecco: coloro che l'ascoltano chiedono a Gesù di compiere ciò che veniva annunziato dal segno della manna, forse senza rendersi conto di quanto lontano andava quella loro richiesta: "Signore, dacci sempre questo pane" (Gv 6, 34). Quanto è eloquente questa richiesta! Quanto generoso e quanto sorprendente è il suo compimento. "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete . . . Perchè la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui" (Gv 6, 35.55-56). "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (Gv 6, 54).

Quale grande dignità ci è stata elargita! Il Figlio di Dio si dona a noi nel Santissimo Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Quanto infinitamente grande è la liberalità di Dio! Risponde ai nostri più profondi desideri, che non sono soltanto desideri di pane terreno, ma raggiungono gli orizzonti della vita eterna. Questo è il grande mistero della fede!

3. "Rabbi [Maestro], quando sei venuto qui?" (Gv 6, 25).

Posero a Gesù questa domanda coloro che lo cercavano dopo la moltiplicazione miracolosa del pane. Anche noi poniamo oggi, a Wrocław , la stessa domanda. La pongono tutti i partecipanti al Congresso Eucaristico Internazionale. E Cristo ci risponde: sono venuto quando i vostri avi ricevettero il battesimo, ai tempi di Mieszko I e di Boleslao il Prode, quando i vescovi e i sacerdoti iniziarono a celebrare in questa terra il "mistero della fede" che riuniva tutti coloro che avevano fame del cibo che dà la vita eterna.

In questo modo Cristo giunse a Wrocław  oltre mille anni fa, quando qui nacque la Chiesa, e Wrocław  divenne sede vescovile, una delle prime nei territori dei Piast. Nel corso dei secoli Cristo è giunto in tutti i luoghi del globo terrestre di dove provengono i partecipanti al Congresso Eucaristico. E da allora continua la sua presenza nell'Eucaristia, sempre ugualmente silenziosa, umile e generosa. Davvero, "dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (Gv 13, 1).

Ora, alla soglia del terzo millennio, vogliamo dare una particolare espressione alla nostra gratitudine. Questo Congresso Eucaristico di Wrocław  ha una dimensione internazionale. Vi prendono parte non solo i fedeli della Polonia, ma quelli di tutto il mondo. Tutti insieme vogliamo esprimere la nostra profonda fede nell'Eucaristia e la nostra ardente gratitudine per il cibo eucaristico di cui da quasi duemila anni si nutrono intere generazioni di credenti in Cristo. Quanto inesauribile ed a tutti aperto è il tesoro dell'Amore di Dio! Quanto enorme è il debito contratto nei riguardi di Cristo-Eucaristia! Ci rendiamo conto di questo e insieme a san Tommaso d'Aquino esclamiamo: "Quantum potes, tantum aude: quia maior omni laude, nec laudare sufficis", "Quanto puoi, tanto osa, perchè Egli supera ogni lode, nè vi è canto che sia degno" (Lauda Sion).

Queste parole esprimono molto bene l'atteggiamento dei partecipanti al Congresso Eucaristico. In questi giorni cerchiamo di dare al Signore Gesù nell'Eucaristia l'onore e la gloria che Egli merita. Cerchiamo di rendergli grazie per la sua presenza, perchè da quasi duemila anni ormai Egli rimane con noi.

"Ti ringraziamo, o Padre nostro . . .
a noi hai fatto grazia
di un cibo e di una bevanda spirituale
e della vita eterna
per opera di Gesù, tuo servo.
A te sia gloria nei secoli!" (cfr Didachè).

[Giovanni Paolo II, omelia a Wroclaw 31 maggio 1997]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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In addition to physical hunger man carries within him another hunger — all of us have this hunger — a more important hunger, which cannot be satisfied with ordinary food. It is a hunger for life, a hunger for eternity which He alone can satisfy, as he is «the bread of life» (Pope Francis)
Oltre alla fame fisica l’uomo porta in sé un’altra fame – tutti noi abbiamo questa fame – una fame più importante, che non può essere saziata con un cibo ordinario. Si tratta di fame di vita, di fame di eternità che Lui solo può appagare, in quanto è «il pane della vita» (Papa Francesco)
The Eucharist draws us into Jesus' act of self-oblation. More than just statically receiving the incarnate Logos, we enter into the very dynamic of his self-giving [Pope Benedict]
L'Eucaristia ci attira nell'atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione [Papa Benedetto]
Jesus, the true bread of life that satisfies our hunger for meaning and for truth, cannot be “earned” with human work; he comes to us only as a gift of God’s love, as a work of God (Pope Benedict)
Gesù, vero pane di vita che sazia la nostra fame di senso, di verità, non si può «guadagnare» con il lavoro umano; viene a noi soltanto come dono dell’amore di Dio, come opera di Dio (Papa Benedetto)
Jesus, who shared his quality as a "stone" in Simon, also communicates to him his mission as a "shepherd". It is a communication that implies an intimate communion, which also transpires from the formulation of Jesus: "Feed my lambs... my sheep"; as he had already said: "On this rock I will build my Church" (Mt 16:18). The Church is property of Christ, not of Peter. Lambs and sheep belong to Christ, and to no one else (Pope John Paul II)
Gesù, che ha partecipato a Simone la sua qualità di “pietra”, gli comunica anche la sua missione di “pastore”. È una comunicazione che implica una comunione intima, che traspare anche dalla formulazione di Gesù: “Pasci i miei agnelli… le mie pecorelle”; come aveva già detto: “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18). La Chiesa è proprietà di Cristo, non di Pietro. Agnelli e pecorelle appartengono a Cristo, e a nessun altro (Papa Giovanni Paolo II)
Praying, celebrating, imitating Jesus: these are the three "doors" - to be opened to find «the way, to go to truth and to life» (Pope Francis)
Pregare, celebrare, imitare Gesù: sono le tre “porte” — da aprire per trovare «la via, per andare alla verità e alla vita» (Papa Francesco)
In recounting the "sign" of bread, the Evangelist emphasizes that Christ, before distributing the food, blessed it with a prayer of thanksgiving (cf. v. 11). The Greek term used is eucharistein and it refers directly to the Last Supper, though, in fact, John refers here not to the institution of the Eucharist but to the washing of the feet. The Eucharist is mentioned here in anticipation of the great symbol of the Bread of Life [Pope Benedict]
Narrando il “segno” dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita [Papa Benedetto]
Work is part of God’s loving plan, we are called to cultivate and care for all the goods of creation and in this way share in the work of creation! Work is fundamental to the dignity of a person [Pope Francis]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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