Apr 11, 2025 Scritto da 

Veglia la Chiesa. E veglia il mondo

1. “Cercate Gesù il Crocifisso”? (Mt 28,5).

È la domanda che sentiranno le donne quando, “all’alba del primo giorno della settimana” (Mt 28,1), esse verranno al sepolcro.

Crocifisso!

Prima del sabato egli fu condannato a morte e spirò sulla croce gridando: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46).

Deposero dunque Gesù in un sepolcro, nel quale nessuno era stato ancora deposto, in un sepolcro prestato da un amico, e si allontanarono. Si allontanarono tutti, in fretta, per adempiere la norma della Legge religiosa. Infatti dovevano iniziare la festa, la Pasqua degli Ebrei, la memoria dell’esodo dalla schiavitù dell’Egitto: la notte prima del sabato.

Poi passo il sabato pasquale e iniziò la seconda notte.

2. Ed ecco, siamo venuti tutti in questo tempio, così come tanti nostri fratelli e sorelle nella fede ai diversi templi in tutto il globo terrestre, perché scenda nelle nostre anime e nei nostri cuori la notte santa: la notte dopo il sabato.

Siete qui, figli e figlie della Chiesa che è a Roma, figli e figlie della Chiesa che è estesa nei vari paesi e continenti, ospiti e pellegrini. Insieme abbiamo vissuto il Venerdì santo: la Via Crucis tra i resti del Colosseo – e l’adorazione della Croce fino al momento in cui una grande pietra fu rotolata sulla porta del sepolcro – e vi fu apposto un sigillo.

Perché siete venuti ora?

Cercate Gesù il Crocifisso?

Sì. Cerchiamo Gesù Crocifisso. Lo cerchiamo in questa notte dopo il sabato, che ha preceduto l’arrivo delle donne al sepolcro, quando esse con grande stupore hanno visto e hanno sentito: “Non è qui...” (Mt 28,6).

Siamo quindi venuti presto, già a tarda sera, per vegliare presso la sua tomba. Per celebrare la veglia pasquale.

E proclamiamo la nostra lode a questa meravigliosa notte, pronunciando con le labbra del diacono l’“Exsultet” della veglia. Ed ascoltiamo le letture sacre, che paragonano questa unica notte al giorno della Creazione e soprattutto alla notte dell’esodo, durante la quale il sangue dell’agnello salvò i figli primogeniti d’Israele dalla morte e li fece uscire dalla schiavitù d’Egitto. E poi nel momento di rinnovata minaccia il Signore li condusse all’asciutto in mezzo al mare.

Vegliamo, quindi, in questa notte unica presso la tomba sigillata di Gesù di Nazaret, consapevoli che tutto ciò che è stato preannunciato dalla Parola di Dio nel corso delle generazioni si compirà in questa notte, e che l’opera della redenzione dell’uomo raggiungerà in questa notte il suo zenit.

Vegliamo dunque, e, anche se la notte è profonda, e il sepolcro sigillato, confessiamo che si è già accesa in essa la Luce e cammina attraverso il buio della notte e le oscurità della morte. È la luce di Cristo: “Lumen Christi”.

3. Siamo venuti per immergerci nella sua morte; sia noi che tempo fa abbiamo già ricevuto il Battesimo che immerge in Cristo, sia anche coloro che riceveranno il Battesimo in questa notte.
Essi sono i nostri nuovi fratelli e sorelle nella fede; finora erano catecumeni, e questa notte possiamo salutarli nella comunità della Chiesa di Cristo, che è una, santa, cattolica e apostolica. Essi sono i nostri nuovi fratelli e sorelle nella fede e nella comunità della Chiesa, e provengono da diversi paesi e continenti: Corea, Giappone, Italia, Nigeria, Olanda, Rwanda, Senegal e Togo.

Li salutiamo cordialmente e con gioia proclamiamo l’“Exsultet” in onore della Chiesa, nostra Madre, che li vede raccolti qui nella piena luce di Cristo: “Lumen Christi”.

E proclamiamo insieme con loro la lode dell’acqua battesimale, nella quale, per opera della morte di Cristo, è discesa la potenza dello Spirito Santo: la potenza della vita nuova che zampilla per l’eternità, per la vita eterna (cf. Gv 4,14).

4. Così, prima ancora che spunti l’alba e le donne arrivino alla tomba da Gerusalemme, noi siamo venuti qui per cercare Gesù Crocifisso,

poiché: “Il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché... noi non fossimo più schiavi del peccato...” (Rm 6,6);

poiché: non ci consideriamo “morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Rm 6,11): “Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio” (Rm 6,10);

poiché: “Per mezzo del Battesimo siamo... stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova (Rm 6,4);

poiché: “Se siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione” (Rm 6,5);

poiché crediamo: che “se siamo morti con Cristo... anche vivremo con lui” (Rm 6,8);

e poiché crediamo che “Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui” (Rm 6,9).

5. Proprio per questo siamo qui. Per questo vegliamo presso la sua tomba.

Veglia la Chiesa. E veglia il mondo. L’ora della vittoria di Cristo sulla morte è l’ora più grande della storia.

[Papa Giovanni Paolo II, omelia alla Veglia Pasquale 18 aprile 1981]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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The Church keeps watch. And the world keeps watch. The hour of Christ's victory over death is the greatest hour in history (John Paul II)
Veglia la Chiesa. E veglia il mondo. L’ora della vittoria di Cristo sulla morte è l’ora più grande della storia (Giovanni Paolo II)
Before the Cross of Jesus, we apprehend in a way that we can almost touch with our hands how much we are eternally loved; before the Cross we feel that we are “children” and not “things” or “objects” [Pope Francis, via Crucis at the Colosseum 2014]
Di fronte alla Croce di Gesù, vediamo quasi fino a toccare con le mani quanto siamo amati eternamente; di fronte alla Croce ci sentiamo “figli” e non “cose” o “oggetti” [Papa Francesco, via Crucis al Colosseo 2014]
The devotional and external purifications purify man ritually but leave him as he is replaced by a new bathing (Pope Benedict)
Al posto delle purificazioni cultuali ed esterne, che purificano l’uomo ritualmente, lasciandolo tuttavia così com’è, subentra il bagno nuovo (Papa Benedetto)
If, on the one hand, the liturgy of these days makes us offer a hymn of thanksgiving to the Lord, conqueror of death, at the same time it asks us to eliminate from our lives all that prevents us from conforming ourselves to him (John Paul II)
La liturgia di questi giorni, se da un lato ci fa elevare al Signore, vincitore della morte, un inno di ringraziamento, ci chiede, al tempo stesso, di eliminare dalla nostra vita tutto ciò che ci impedisce di conformarci a lui (Giovanni Paolo II)
The school of faith is not a triumphal march but a journey marked daily by suffering and love, trials and faithfulness. Peter, who promised absolute fidelity, knew the bitterness and humiliation of denial:  the arrogant man learns the costly lesson of humility (Pope Benedict)
La scuola della fede non è una marcia trionfale, ma un cammino cosparso di sofferenze e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno. Pietro che aveva promesso fedeltà assoluta, conosce l’amarezza e l’umiliazione del rinnegamento: lo spavaldo apprende a sue spese l’umiltà (Papa Benedetto)
We are here touching the heart of the problem. In Holy Scripture and according to the evangelical categories, "alms" means in the first place an interior gift. It means the attitude of opening "to the other" (John Paul II)
Qui tocchiamo il nucleo centrale del problema. Nella Sacra Scrittura e secondo le categorie evangeliche, “elemosina” significa anzitutto dono interiore. Significa l’atteggiamento di apertura “verso l’altro” (Giovanni Paolo II)
Jesus shows us how to face moments of difficulty and the most insidious of temptations by preserving in our hearts a peace that is neither detachment nor superhuman impassivity (Pope Francis)
Gesù ci mostra come affrontare i momenti difficili e le tentazioni più insidiose, custodendo nel cuore una pace che non è distacco, non è impassibilità o superomismo (Papa Francesco)
If, in his prophecy about the shepherd, Ezekiel was aiming to restore unity among the dispersed tribes of Israel (cf. Ez 34: 22-24), here it is a question not only of the unification of a dispersed Israel but of the unification of all the children of God, of humanity - of the Church of Jews and of pagans [Pope Benedict]
Se Ezechiele nella sua profezia sul pastore aveva di mira il ripristino dell'unità tra le tribù disperse d'Israele (cfr Ez 34, 22-24), si tratta ora non solo più dell'unificazione dell'Israele disperso, ma dell'unificazione di tutti i figli di Dio, dell'umanità - della Chiesa di giudei e di pagani [Papa Benedetto]

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don Giuseppe Nespeca

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