Apr 8, 2025 Scritto da 

Nella tua fedeltà soccorrimi, Signore

1.Con domenica scorsa, Domenica delle Palme, siamo entrati nella settimana detta «santa», perché in essa commemoriamo gli eventi centrali della nostra redenzione. Il cuore di questa settimana è il Triduo della Passione e della Risurrezione del Signore che, come si legge nel Messale Romano, "risplende al vertice dell'anno liturgico, perché l'opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio è stata compiuta da Cristo specialmente per mezzo del mistero pasquale, col quale, morendo, ha distrutto la nostra morte, e, risorgendo, ci ha ridonato la vita" (Norme Generali, 18). Nella storia dell'umanità nulla è avvenuto di più significativo e di maggior valore. Al termine della Quaresima, ci apprestiamo così a vivere con fervore i giorni più importanti per la nostra fede, intensifichiamo il nostro impegno a seguire, con sempre più grande fedeltà, Cristo, Redentore dell'uomo.

2. La Settimana Santa ci conduce a meditare sul senso della Croce, in cui "la rivelazione dell'amore misericordioso di Dio raggiunge il suo culmine" (cfr Dives in misericordia, 8). In maniera tutta particolare, ci stimola a tale riflessione il tema di questo terzo anno di immediata preparazione al Grande Giubileo del Duemila, dedicato al Padre. Ci ha salvati la sua infinita misericordia. Egli, per redimere l'umanità, ha liberamente donato il suo Figlio Unigenito. Come non ringraziarlo? La storia è illuminata e guidata dall'evento incomparabile della redenzione: Dio, ricco di misericordia, ha effuso su ogni essere umano la sua infinita bontà, per mezzo del sacrificio di Cristo. Come manifestare in modo adeguato la nostra riconoscenza? La liturgia di questi giorni, se da un lato ci fa elevare al Signore, vincitore della morte, un inno di ringraziamento, ci chiede, al tempo stesso, di eliminare dalla nostra vita tutto ciò che ci impedisce di conformarci a lui. Contempliamo Cristo nella fede e ripercorriamo le tappe decisive della salvezza da lui operata. Ci riconosciamo peccatori e confessiamo la nostra ingratitudine, la nostra infedeltà e la nostra indifferenza di fronte al suo amore. Abbiamo bisogno del suo perdono che ci purifichi e ci sostenga nell'impegno di interiore conversione e di perseverante rinnovamento dello spirito.

3. "Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia: nella tua grande bontà cancella il mio peccato... Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato" (Sal 50, 1.4). Queste parole, che abbiamo proclamato il Mercoledì delle Ceneri, ci hanno accompagnato durante tutto l'itinerario quaresimale. Esse risuonano nel nostro spirito con singolare intensità all'approssimarsi dei giorni santi, nei quali ci viene rinnovato il dono straordinario della remissione delle colpe, ottenuto per noi da Gesù sulla Croce. Di fronte al Crocifisso, richiamo eloquente alla misericordia di Dio, come non pentirsi dei propri peccati e non convertirsi all'amore? Come non riparare concretamente i torti causati agli altri e restituire i beni acquisiti in modo non onesto? Il perdono esige gesti concreti: il pentimento è vero ed efficace solo quando si traduce in atti tangibili di conversione e di giusta riparazione.

4. "Nella tua fedeltà soccorrimi, Signore"! Così ci esorta a pregare l'odierna liturgia del Mercoledì Santo, tutta proiettata verso gli eventi salvifici che commemoreremo nei prossimi giorni. Proclamando quest'oggi il Vangelo di Matteo sulla Pasqua e sul tradimento di Giuda, pensiamo già alla solenne Messa "in Cena Domini" di domani pomeriggio, che ricorderà l'istituzione del Sacerdozio e dell'Eucaristia, nonché il comando "nuovo" dell'amore fraterno lasciatoci dal Signore alla vigilia della sua morte.

Tale suggestiva celebrazione sarà preceduta, domani mattina, dalla Messa crismale, che in tutte le cattedrali del mondo il Vescovo presiede attorniato dal suo presbiterio. Vengono benedetti gli oli sacri per il Battesimo, per l'Unzione degli infermi ed il Crisma. In serata, poi, terminata la Messa "in Cena Domini", vi sarà il tempo dell'adorazione, quasi in risposta all'invito che Gesù rivolse ai suoi discepoli nella drammatica notte della sua agonia: «Restate qui e vegliate con me» (Mt 26, 38).

Il Venerdì Santo è giorno di grande commozione, nel quale la Chiesa ci farà riascoltare il racconto della Passione di Cristo. L'"adorazione" della Croce sarà al centro dell'azione liturgica che in quel giorno verrà celebrata, mentre la Comunità ecclesiale prega intensamente per le necessità dei credenti e del mondo intero.

Subentra, quindi, una fase di profondo silenzio. Tutto tacerà sino alla notte del Sabato Santo. Nel cuore delle tenebre irromperanno la gioia e la luce con i suggestivi riti della Veglia pasquale ed il canto festoso dell'"Alleluia". Sarà l'incontro nella fede con Cristo risorto e la gioia pasquale si prolungherà per tutti i cinquanta giorni che seguiranno.

5. Carissimi Fratelli e Sorelle, disponiamoci a rivivere questi eventi con intimo fervore insieme a Maria Santissima, presente nel momento della passione del suo Figlio e testimone della sua risurrezione. Dice un canto polacco: "Madre santissima, eleviamo il nostro grido al tuo Cuore trafitto con la spada del dolore!". Maria accetti le nostre preghiere ed i sacrifici di coloro che soffrono; avvalori i nostri propositi quaresimali e ci accompagni mentre seguiremo Gesù nell'ora della prova estrema. Cristo, martoriato e crocifisso, è sorgente di forza e segno di speranza per tutti i credenti e per l'intera umanità.

[Papa Giovanni Paolo II, Udienza Generale 31 marzo 1999]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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The Church keeps watch. And the world keeps watch. The hour of Christ's victory over death is the greatest hour in history (John Paul II)
Veglia la Chiesa. E veglia il mondo. L’ora della vittoria di Cristo sulla morte è l’ora più grande della storia (Giovanni Paolo II)
Before the Cross of Jesus, we apprehend in a way that we can almost touch with our hands how much we are eternally loved; before the Cross we feel that we are “children” and not “things” or “objects” [Pope Francis, via Crucis at the Colosseum 2014]
Di fronte alla Croce di Gesù, vediamo quasi fino a toccare con le mani quanto siamo amati eternamente; di fronte alla Croce ci sentiamo “figli” e non “cose” o “oggetti” [Papa Francesco, via Crucis al Colosseo 2014]
The devotional and external purifications purify man ritually but leave him as he is replaced by a new bathing (Pope Benedict)
Al posto delle purificazioni cultuali ed esterne, che purificano l’uomo ritualmente, lasciandolo tuttavia così com’è, subentra il bagno nuovo (Papa Benedetto)
If, on the one hand, the liturgy of these days makes us offer a hymn of thanksgiving to the Lord, conqueror of death, at the same time it asks us to eliminate from our lives all that prevents us from conforming ourselves to him (John Paul II)
La liturgia di questi giorni, se da un lato ci fa elevare al Signore, vincitore della morte, un inno di ringraziamento, ci chiede, al tempo stesso, di eliminare dalla nostra vita tutto ciò che ci impedisce di conformarci a lui (Giovanni Paolo II)
The school of faith is not a triumphal march but a journey marked daily by suffering and love, trials and faithfulness. Peter, who promised absolute fidelity, knew the bitterness and humiliation of denial:  the arrogant man learns the costly lesson of humility (Pope Benedict)
La scuola della fede non è una marcia trionfale, ma un cammino cosparso di sofferenze e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno. Pietro che aveva promesso fedeltà assoluta, conosce l’amarezza e l’umiliazione del rinnegamento: lo spavaldo apprende a sue spese l’umiltà (Papa Benedetto)
We are here touching the heart of the problem. In Holy Scripture and according to the evangelical categories, "alms" means in the first place an interior gift. It means the attitude of opening "to the other" (John Paul II)
Qui tocchiamo il nucleo centrale del problema. Nella Sacra Scrittura e secondo le categorie evangeliche, “elemosina” significa anzitutto dono interiore. Significa l’atteggiamento di apertura “verso l’altro” (Giovanni Paolo II)
Jesus shows us how to face moments of difficulty and the most insidious of temptations by preserving in our hearts a peace that is neither detachment nor superhuman impassivity (Pope Francis)
Gesù ci mostra come affrontare i momenti difficili e le tentazioni più insidiose, custodendo nel cuore una pace che non è distacco, non è impassibilità o superomismo (Papa Francesco)
If, in his prophecy about the shepherd, Ezekiel was aiming to restore unity among the dispersed tribes of Israel (cf. Ez 34: 22-24), here it is a question not only of the unification of a dispersed Israel but of the unification of all the children of God, of humanity - of the Church of Jews and of pagans [Pope Benedict]
Se Ezechiele nella sua profezia sul pastore aveva di mira il ripristino dell'unità tra le tribù disperse d'Israele (cfr Ez 34, 22-24), si tratta ora non solo più dell'unificazione dell'Israele disperso, ma dell'unificazione di tutti i figli di Dio, dell'umanità - della Chiesa di giudei e di pagani [Papa Benedetto]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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