Feb 21, 2025 Scritto da 

Lasciate che vengano

Nella gioia e nella speranza desidero esortarvi con questo Messaggio quaresimale alla penitenza, che produrrà in voi abbondanti frutti spirituali di più dinamica vita cristiana e di operosa carità.

Il tempo della Quaresima, che segna profondamente la vita di tutte le comunità cristiane, favorisce lo spirito di raccoglimento, di preghiera e di ascolto della Parola di Dio; esso ci incita a rispondere generosamente all'appello del Signore, espresso dal profeta: «E' piuttosto questo il digiuno che voglio... dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto... Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà:"Eccomi"» (cfr. Is 58,6.7.9).

La Quaresima del 1988 si svolge nel contesto dell'anno mariano, all'avvicinarsi del terzo millennio dalla nascita di Gesù, il Salvatore. Contemplando la maternità divina di Maria che portò nel suo seno il Figlio di Dio e circondò di particolari attenzioni l'infanzia di Gesù, si impone al mio spirito il dramma doloroso di tante madri, le cui gioie e speranze vengono infrante dalla morte precoce dei loro figlioli.

Si, cari fratelli e sorelle, io vi chiedo di riflettere su questo scandalo della mortalità infantile, che miete ogni giorno decine di migliaia di vittime. Ci sono bambini che muoiono prima di venire alla luce, altri non hanno se non una breve e dolorosa esistenza, troncata da malattie che sarebbe pur facile evitare.

Alcuni sondaggi attendibili dimostrano che, nei Paesi drammaticamente provati dalla povertà, proprio tra i fanciulli si riscontra il più elevato numero di morti dovute ad una disidratazione acuta, ad infezioni parassitarie, all'acqua inquinata, alla fame, alla mancanza di vaccinazione contro le epidemie e, perfino, alla mancanza di affetto.

In tali condizioni di miseria, moltissimi bambini muoiono prematuramente, altri sono colpiti tanto gravemente che ne è compromesso lo sviluppo fisico e psichico, la loro semplice sopravvivenza permane precaria, ed essi stessi sono svantaggiati nel trovare un posto nella società.

Le vittime di questa tragedia sono soprattutto i bambini che nascono in situazioni di povertà determinate troppo spesso da ingiustizie sociali; sono le famiglie che mancano delle risorse necessarie e che rimangono ferite per sempre dalla morte prematura dei loro piccoli.

Ricordiamo con quanta premura il Signore Gesù ha voluto dimostrarsi solidale con i fanciulli: «Allora Gesù chiamò a sè un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:"...chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me..."»; egli ordinò: «Lasciate che i bambini vengano a me» (cfr. Mt 18,2.5;19,14).

In questo tempo liturgico di Quaresima, vi esorto vivamente a lasciarvi afferrare dallo Spirito di Dio, il quale può spezzare le catene dell'egoismo e del peccato. Condividete, in spirito di solidarietà, con coloro che hanno meno di voi. Donate non soltanto quanto è per voi superfluo, ma anche ciò che forse vi è necessario, affinché possiate sostenere generosamente tutte le azioni ed i progetti della vostra Chiesa locale, specialmente quelli tesi ad assicurare un avvenire giusto ai bambini meno protetti.

In questo modo, cari fratelli e sorelle in Cristo, risplenderà la vostra carità: «Così gli uomini vedano le vostre opere buone e diano gloria al vostro Padre, che è nei cieli» (cfr. Mt 5,16).

Durante questa Quaresima, sull'esempio di Maria che accompagnò fedelmente suo Figlio fino alla croce, si rafforzi la nostra fedelta al Signore e la nostra vita generosa renda testimonianza della nostra obbedienza al suo comandamento! Vi benedico di tutto cuore, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

9 febbraio 1988

[Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la Quaresima 1988]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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We see that the disciples are still closed in their thinking […] How does Jesus answer? He answers by broadening their horizons […] and he confers upon them the task of bearing witness to him all over the world, transcending the cultural and religious confines within which they were accustomed to think and live (Pope Benedict)
Vediamo che i discepoli sono ancora chiusi nella loro visione […] E come risponde Gesù? Risponde aprendo i loro orizzonti […] e conferisce loro l’incarico di testimoniarlo in tutto il mondo oltrepassando i confini culturali e religiosi entro cui erano abituati a pensare e a vivere (Papa Benedetto)
The Fathers made a very significant commentary on this singular task. This is what they say: for a fish, created for water, it is fatal to be taken out of the sea, to be removed from its vital element to serve as human food. But in the mission of a fisher of men, the reverse is true. We are living in alienation, in the salt waters of suffering and death; in a sea of darkness without light. The net of the Gospel pulls us out of the waters of death and brings us into the splendour of God’s light, into true life (Pope Benedict)
I Padri […] dicono così: per il pesce, creato per l’acqua, è mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento vitale per servire di nutrimento all’uomo. Ma nella missione del pescatore di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita (Papa Benedetto)
We may ask ourselves: who is a witness? A witness is a person who has seen, who recalls and tells. See, recall and tell: these are three verbs which describe the identity and mission (Pope Francis, Regina Coeli April 19, 2015)
Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione (Papa Francesco, Regina Coeli 19 aprile 2015)
There is the path of those who, like those two on the outbound journey, allow themselves to be paralysed by life’s disappointments and proceed sadly; and there is the path of those who do not put themselves and their problems first, but rather Jesus who visits us, and the brothers who await his visit (Pope Francis)
C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto se stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita (Papa Francesco)
So that Christians may properly carry out this mandate entrusted to them, it is indispensable that they have a personal encounter with Christ, crucified and risen, and let the power of his love transform them. When this happens, sadness changes to joy and fear gives way to missionary enthusiasm (John Paul II)
Perché i cristiani possano compiere appieno questo mandato loro affidato, è indispensabile che incontrino personalmente il Crocifisso risorto, e si lascino trasformare dalla potenza del suo amore. Quando questo avviene, la tristezza si muta in gioia, il timore cede il passo all’ardore missionario (Giovanni Paolo II)
This is the message that Christians are called to spread to the very ends of the earth. The Christian faith, as we know, is not born from the acceptance of a doctrine but from an encounter with a Person (Pope Benedict))

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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