Egli è Figlio, e si è fatto “servo”!
Ne parla esplicitamente l’odierna liturgia con le parole del libro di Isaia: “Ecco il mio servo che io sostengo, / il mio eletto in cui mi compiaccio. / Ho posto il mio spirito su di lui; / egli porterà il diritto alle nazioni” (Is 42, 1).
Gesù Cristo: Figlio che si è fatto servo. Il Battesimo nel Giordano lo riconferma pienamente: Gesù si presenta a Giovanni per farsi battezzare; ma questi cerca di impedirglielo dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” (Mt 3, 14).
Come se volesse dire: “Proprio tu che sei il fautore della Grazia salvifica e signore della nostra salvezza”. Gesù tuttavia risponde: “Lascia fare per ora poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia” (Mt 3, 15).
Gesù riceve il Battesimo da Giovanni: il Battesimo di penitenza. In questo modo manifesta se stesso come servo della nostra redenzione. Viene come Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (cf. Gv 1, 29.36). Porta in sé la volontà dell’obbedienza al Padre fino alla morte.
Viene come colui che “non spezzerà una canna incrinata, / non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta” (Is 42, 3).
[Papa Giovanni Paolo II, Angelus 13 gennaio 1985]