Il turbamento di Gesù per l’imminente tradimento-consegna di Giuda aveva provocato interrogativi, dolore e tristezza nel discepolo che Lui amava e in tutti i suoi intimi.
Francesco (come Giovanni) era fattivamente «quello che Gesù amava», poiché viveva con il capo reclinato sul cuore di Cristo, avvertendo tutte le pulsazioni e i contraccolpi del suo essere consegnato agli aguzzini.
Il boccone intinto e dato a Giuda Iscariota aveva indotto Francesco a collocarsi davanti alla Croce, contemplandola.
Guardando ad essa amava autodefinirsi «un novello pazzo», riferendosi a S. Paolo, alla follia della Croce (cfr. 1Cor 1,18-25).
La pazzia del Poverello consisteva nel voler vivere secondo il Vangelo, così come Cristo lo aveva delineato.
Secondo alcuni racconti soleva ripetere: «l’Amore non è amato». Questo il grido che risuonava nel cuore e sulle labbra di lui.
"Una volta andava solingo nei pressi della chiesa di Santa Maria della
Porziuncola, piangendo e lamentandosi a voce alta.
Un uomo pio, udendolo, suppose ch’egli soffrisse di qualche malattia o dispiacere e, mosso da compassione, gli chiese perché piangeva così.
Disse Francesco:
«Piango la passione del mio Signore. Per amore di lui non dovrei vergognarmi di andare gemendo ad alta voce per tutto il mondo».
Allora anche l’uomo devoto si unì ai lamenti di Francesco.
Spesso, alzandosi dall’orazione, aveva gli occhi che parevano pieni di sangue, tanto erano arrossati a forza di piangere.
E non si limitava alle lacrime, ma, in memoria delle sofferenze di Cristo, si asteneva dal mangiare e dal bere" (FF 1413).
Nell’anima di Francesco, quel boccone intinto e dato a Giuda era sufficiente per astenersi da ogni cibo, tanto era il dolore e l’amarezza in Cristo, consegnato dal tornaconto umano.
Chiara d’Assisi, anche lei compresa della Passione di Gesù, meditava continuamente i misteri della Croce.
"Il Crocifisso amato ricambia l’amante e colei che tanto è infiammata d’amore per il mistero della Croce, è per virtù della Croce resa luminosa da segni e miracoli.
Quando infatti traccia il segno della vivificante Croce sui malati, allontana prodigiosamente da loro le malattie" (FF 3218).
«Intinto dunque il boccone, lo prende e dà a Giuda, di Simone Iscariota» (Gv 13,26)
Martedì santo (Gv 13,21-33.36-38)