Come diceva mons. Tonino Bello: ‘attendere è l’infinito del verbo amare’.
In Francesco e Chiara si scorgono tutti i segni di questa Attesa-Evento.
Essi avevano compreso che il Signore Viene, e va sospirato con zelo non solo in certi periodi liturgici, quasi a pareggiare le noncuranze dei momenti precedenti, ma che il cammino di fede è parabola di attesa del Veniente, del Regno che si avvicina e bussa alla porta.
Alla luce di tutto questo per i due santi Avvento era ogni mattina, ogni giorno, ogni istante e per questo avevano le “orecchie del cuore” sempre ben tese a non perdere l’appuntamento.
Chiara si ere resa lei stessa lampada che emana luce per la Luce che viene.
Leggiamo nelle Fonti, mentre scrive alla sua figlia spirituale, Agnese di Boemia:
«Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai soli suoi amici, e gusterai la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato fin dall’inizio per coloro che lo amano.
Senza concedere neppure uno sguardo alle seduzioni, che in questo mondo fallace ed irrequieto tendono lacci ai ciechi che vi attaccano il cuore, con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato» (FF 2889).
Amare: infinito del verbo attendere!
E ancora, Chiara:
«A quel modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure. seguendo le sue vestigia, specialmente dell’umiltà e povertà di lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale» (FF 2893).
Aspettativa e Speranza di un Evento che attraversa l’esistenza di chi veglia e non si distrae dall’importanza dell’Incontro.
Tutto ciò la rendeva, per Grazia, vivida e potente Luce che apre la strada all’Avvento del Gran Re.
Nel documento papale «Clara Claris praeclara» leggiamo:
«Non poteva avvenire che una lampada tanto vivida, tanto splendente rimanesse occulta senza diffondere la luce e di emanare chiaro lume nella casa del Signore» (FF 3285).
L’Attesa dello Sposo che Viene era in Chiara così sostanziale da non lasciare spazio a tiepidezze di sorta.
Era divenuta lei stessa Lampada che attende e risplende.
La sua vita era stata trasformata in un Avvento a lode del Signore.
1.a Domenica d’Avvento (anno C) (Lc 21,25-28.34-36)