Dinanzi ai discepoli che discutono su chi fosse il più grande tra loro, Gesù li educa ponendo dinanzi allo sguardo un bambino. Questi è misura della loro grandezza.
Dunque: accoglienza e piccolezza sono le credenziali per il Regno enunciate in questo brano evangelico. Guardiamo nelle Fonti tali tematiche.
Di mente raffinata, che invece si definiva semplice e idiota, Francesco aveva compreso molto bene la logica del Vangelo: chi vuol essere grande sia il più piccolo, alla stregua di un bambino, considerato nei tempi passati di nessun valore; minimo.
Egli s’impegnava a far comprendere tutto questo ai suoi frati, più con i fatti che con le parole.
Nondimeno, nella “Lettera ai reggitori dei popoli” scrive:
«A tutti i podestà e consoli, magistrati e reggitori d’ogni parte del mondo […] ai quali giungerà questa lettera, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace» (FF 210).
Inoltre, leggiamo nelle Fonti:
“Il servo di Dio, Francesco, piccolo di statura, umile di spirito e minore di professione, mentre viveva qui sulla terra scelse per sé e per i suoi una piccola porzione di mondo: altrimenti, senza usare nulla di questo mondo, non avrebbe potuto servire Cristo.
E furono di certo ispirati da Dio quelli che, anticamente, chiamarono Porziuncola il luogo che toccò in sorte a coloro che non volevano assolutamente possedere nulla su questa terra.
Sorgeva in questo luogo una chiesa dedicata alla Vergine Madre, che, per la sua particolare umiltà, meritò, dopo il Figlio, di essere Sovrana di tutti i Santi.
Qui ebbe inizio l’Ordine dei minori, e s’innalzò ampia e armoniosa, come poggiata su fondamento solido, la loro nobile costruzione.
Il Santo amò questo luogo più di ogni altro e comandò ai suoi frati di venerarlo con particolare devozione.
Volle che fosse sempre custodito come specchio dell’Ordine in umiltà e altissima povertà, riservandone ad altri la proprietà e ritenendone per sé ed i suoi soltanto l’uso” (FF 604).
E ai suoi amati frati ripeteva:
«Abbiamo promesso grandi cose, maggiori sono promesse a noi; osserviamo quelle ed aspiriamo a queste.
Il piacere è breve, la pena eterna; piccola la sofferenza, infinita la gloria» (FF 778).
«Il più piccolo fra tutti voi, questi è grande […] chi non è contro di voi, è per voi» (Lc 9,48b.50b).
Lunedì della 26.a sett. T.O. (Lc 9,46-50)