Gesù versa lacrime su Gerusalemme per la sua ingrata scelta del potere, nel tempo in cui era stata visitata.
Anche Francesco, discepolo del Signore, sulle orme della Parola fatta carne, appena terminate le commissioni (anzi le troncava in un baleno, per non distrarsi dalle cose di Dio!) si ritirava, come Gesù, tutto solo, a pregare, pure di notte.
Tommaso da Celano, uno dei suoi più eloquenti biografi, presente nelle Fonti, così parla a riguardo della Relazione di Francesco con Cristo.
Tale unione intima rafforzava la sua fede, rendendolo capace di andare a Dio anche sulle grandi acque della vita, fra i marosi del mondo.
“Trascorreva tutto il suo tempo in santo raccoglimento, per imprimere nel cuore la sapienza; temeva di tornare indietro se non progrediva sempre.
E se a volte urgevano visite di secolari o altre faccende, le troncava più che terminarle, per rifugiarsi di nuovo nella contemplazione” (FF 681).
“Quando invece pregava nelle selve e in luoghi solitari, riempiva i boschi di gemiti, bagnava la terra di lacrime, si batteva con la mano il petto; e lì, quasi approfittando di un luogo più intimo e riservato, dialogava spesso ad alta voce col suo Signore” (FF 682).
Ma pure Chiara, pianticella del Serafico padre Francesco, era nutrita dall’orazione assidua e dalla contemplazione solitaria per comprendere il volere di Dio e abbandonandosi a una fede solida.
Ne è testimone quanto scriveva nella terza lettera alla sua figlia spirituale, Agnese di Boemia. Parole cariche di ‘relazione cristiana’ autentica.
«Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell’eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria, colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine della divinità di Lui» (FF 2888).
I Poveri assisani hanno fatto dello “stare con Dio” la condizione per non temere le avversità incontrate nel loro cammino; camminando, per Grazia, sulle “grandi acque”.
Così, grazie all’esempio eloquente, molte anime abbandonavano lo spirito di confronto e sopraffazione, volgendosi a una vita conciliata e di Pace fraterna.
«Se avessi conosciuto in questo giorno anche tu quel che è per la pace! Ma adesso è stato nascosto ai tuoi occhi» (Lc 19,42).
Giovedì 33.a sett. T.O. (Lc 19,41-44)