Francesco era davvero il Minimo e si riteneva un nulla davanti a Dio e agli uomini, rifuggendo dagli onori.
Nelle Fonti troviamo come lui stesso si considerava: «Ed io frate Francesco piccolino, vostro servo, per quel poco che io posso, confermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizione […]» (FF 131).
L’essere ultimo fra tutti era il fondamento del frate minore e della comunità.
A tal proposito, egli una volta ebbe a dire:
«L’Ordine e la vita dei frati minori si assomiglia a un piccolo gregge, che il Figlio di Dio, in questa ultima ora, ha chiesto al suo Padre celeste, dicendo: Padre vorrei che tu suscitassi e donassi a me in questa ultima ora un nuovo umile popolo, diverso per la sua umiltà e povertà da tutti gli altri che lo hanno preceduto, e fosse felice di non possedere che me solo».
E il Padre rispose al suo Figlio diletto: «Figlio ciò che hai chiesto, è fatto». ( FF 1617).
Infatti, il servo di Dio è descritto da Francesco, nella Leggenda perugina, così:
«Il servo di Dio è come una pittura, una creatura fatta a immagine di Dio, nella quale è Dio che viene onorato nei suoi benefici. Il servo di Dio, dunque, simile a una tavola dipinta, non deve riferire nulla a se stesso: l’onore e la gloria vanno resi a Dio solo» (FF 1660).
“Francesco volle essere umile in mezzo si suoi fratelli. Per conservare una più grande umiltà, pochi anni dopo la sua conversione […] egli rassegnò le dimissioni dall’incarico di prelato, dicendo alla presenza di tutti i frati convenuti:
«Da ora io sono morto per voi. Ma ecco frate Pietro Cattanio, al quale io e voi tutti obbediremo» (FF 1661).
Fu davvero, durante tutta la vita, infinitamente piccolo e servo di tutti, per ricalcare le orme di Gesù.
Agli stessi frati, nella Regola, è chiesto di vivere come stranieri e pellegrini in questo mondo, e nei primordi “volle che abitassero nei lazzaretti a servizio dei lebbrosi” (FF 1658).