Nel Vangelo odierno l’evangelista Marco propone il tema del pagamento delle tasse all’imperatore di Roma.
I farisei ed erodiani, per trarre Gesù in fallo, gli sottopongono una domanda:
«È lecito dare il tributo a Cesare oppure no?» (Mc 12,14).
Ma il Signore risponde con quella sapienza che viene dall’alto e che gli è propria:
«Quello [che è] di Cesare rendete a Cesare, e quello di Dio, a Dio» (Mc 12,17).
Nelle Fonti francescane il Minimo Assisano mostra nell’arco della vita la Sapienza di un Povero.
All’inizio della sua conversione dona il suo denaro ad un sacerdote per poter riparare la chiesa, comprendendo che così avrebbe reso a Dio ciò che era suo, vivendo la giustizia distributiva.
"Il nuovo cavaliere di Cristo si avvicina alla chiesa, e vedendola in quella miseranda condizione, si sente stringere il cuore.
Vi entra con timore riverenziale e, incontrandovi un povero sacerdote, con grande fede gli bacia le mani consacrate, gli offre il denaro che reca con sé e gli manifesta i suoi proponimenti.
Stupito per l’improvvisa conversione, il sacerdote quasi non crede a quanto odono le sue orecchie e ricusa di prendere quei soldi, temendo una burla.
Infatti lo aveva visto, per così dire, il giorno innanzi a far baldoria tra parenti e amici, superando tutti nella stoltezza.
Ma Francesco insiste e lo supplica ripetutamente di credere alle sue parole, e lo prega di accoglierlo con lui a servire il Signore.
E finalmente il sacerdote gli permette di rimanere con lui, pur persistendo nel rifiuto del denaro, per paura dei parenti.
Allora Francesco, vero dispregiatore della ricchezza, lo getta sopra una finestrella, incurante di esso, quanto della polvere.
Bramava, infatti, possedere la sapienza che è migliore dell’oro e ottenere la prudenza che è più preziosa dell’argento" (FF 335).
Dopo tante lascivie voleva dare il giusto peso alle cose e rendere a Dio ciò che è suo e agli uomini quanto spetta loro.
E le fonti continuano a illustrare le dinamiche del suo vivere nella verità:
"Francesco, sommamente innamorato di Dio, aveva un grande disprezzo per tutte le cose terrene, ma soprattutto detestava il denaro.
Cominciò a disprezzarlo in modo tutto particolare fin dagli inizi della sua conversione e raccomandava ai seguaci di fuggirlo come il diavolo in persona.
Aveva suggerito loro questo accorgimento, di fare lo stesso conto del denaro e dello sterco […]" (FF 651).
Come Gesù spiazza gli astanti con la sua risposta acuta, così Francesco, sulle orme di Lui, sorprende tutti con una nuova esistenza all’insegna del vero e del giusto.
Martedì 9.a sett. T.O (Mc 12, 13-17)