Mag 31, 2024 Scritto da 

Cristo vivo

Nel suo cammino di fede particolare, san Francesco d’Assisi provò sempre amore verso il Corpo e Sangue di Cristo.

Egli aveva una visione di fede unitaria, concentrata sulla Parola, sulla Persona di Gesù.

Non un Cristo del ricordo devoto, ma vivente e vivificante, nell’unità con i fratelli, in cui vedeva riflesso il suo Volto.

 

Le Fonti c’informano su quanto Francesco dice nella ‘Lettera a tutti i chierici’:

«Sappiamo che non ci può essere il Corpo se prima non è santificato dalla Parola».

E nel suo Testamento:

«E voglio che questi santissimi misteri sopra tutte le altre cose siano onorati, venerati e collocati in luoghi preziosi».

«E dovunque troverò manoscritti con i nomi santissimi e le parole di Lui in luoghi indecenti, voglio raccoglierli, e prego che siano raccolti e collocati in luogo decoroso». (FF114).

«E dobbiamo onorare e venerare tutti i teologi e coloro che amministrano le santissime parole divine, così come coloro che ci amministrano lo Spirito e la vita». (FF115).

E ancora:

“Bruciava di fervore in tutte le sue viscere per il Sacramento del corpo e sangue del Signore, ammirando stupefatto quella degnazione piena di carità e quella carità piena di degnazione [...]” (FF 1164).

 

Francesco era innamorato della Francia, non perché la Madre, Monna Pica, provenisse da quelle terre, ma per il fiorire del culto eucaristico, di cui lo aveva informato Giacomo da Vitry, convinto fautore.

Quando andava per le selve o era particolarmente allegro, spesso cantava le lodi in francese.

Le Fonti testimoniano la sua viscerale devozione al Corpo di Cristo.

Il solo pensiero della Cena del Signore, di come e quanto Gesù avesse fatto per ogni anima, lo faceva fremere nel corpo e nello spirito. Considerava fondamentale, per vivere pienamente il Vangelo, che lui e i suoi frati si facessero dono al prossimo in ogni modo e in ogni circostanza.

Il Poverello aveva compreso perfettamente che tutto è retorica se non c’è l’effettivo Dono di sé ai fratelli, che hanno bisogno di concreta testimonianza per riconoscere Cristo.

Le Fonti, scrigno francescano, ci attestano questa verità da lui vissuta:

«Pertanto, scongiuro tutti voi fratelli, baciandovi i piedi e con tutto l’amore di cui sono capace, che prestiate, per quanto potete […] tutta la riverenza e tutto l’onore al Santissimo Corpo e Sangue del Signore nostro Gesù Cristo, nel quale tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state pacificate e riconciliate a Dio onnipotente” (FF 217).

Ancora:

«Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti «da morte a vita»” (Lettera di Francesco a tutti i chierici; FF 207).

E nelle Ammonizioni:

" Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del  Padre sull’altare, nelle mani del sacerdote.

E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato.

E come essi con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma contemplandolo con gli occhi dello spirito, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue  vivo e vero" (FF 144).

 

Essendo, dunque, penetrato per grazia nel Mistero, Francesco era divenuto Eucaristia vivente, donazione effettiva di Chi lo abitava.

"Riteneva grave segno di disprezzo non partecipare all’Eucaristia, anche unica, se il tempo lo permetteva.

Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri.

Infatti, essendo colmo di riverenza per questo venerando sacramento, offriva il sacrificio di tutte le sue membra, e quando riceveva l’Agnello immolato, immolava lo spirito in quel fuoco, che ardeva sempre sull’altare del suo cuore.

Per questo desiderava morire in Francia, per la venerazione che essa aveva dei sacri misteri.

Un giorno volle mandare i frati per il mondo con pissidi preziose, perché riponessero in luogo il più degno possibile il prezzo della redenzione, ovunque lo vedessero conservato con poco decoro" (FF 789).

"Voleva che si dimostrasse grande rispetto alle mani del sacerdote, perché ad esse è stato conferito il divino potere di consacrare questo sacramento.

«Se mi capitasse - diceva spesso - di incontrare insieme un santo che viene dal cielo ed un sacerdote poverello, saluterei prima il prete e correrei a baciargli le mani.

Direi infatti: Ohi! Aspetta, san Lorenzo [diacono, come Francesco] perché le mani di costui toccano il Verbo di vita e possiedono un potere sovrumano» " (FF 790).

E s. Chiara, dinanzi alla penuria di pane in monastero, per Grazia, ottenne di moltiplicarlo.

"C’era un solo pane, in monastero, e già incalzavano l’ora del desinare e la fame.

Chiamata la dispensiera, la Santa le comanda di dividere il pane e di mandarne una parte ai frati, di trattenere l’altra dentro, per le sorelle.

Da questa seconda metà serbata, ordina di tagliare cinquanta fette, quale era il numero delle Donne, e di presentarle loro sulla mensa della povertà.

E alla devota figlia, che le rispondeva:

«Occorrerebbero gli antichi miracoli di Cristo, per poter tagliare così poco pane in cinquanta fette», la Madre replicò, dicendole:

«Fa’ sicura quello che ti dico, figlia!».

Si affretta dunque la figlia a eseguire il comando della Madre; e si affretta la Madre a rivolgere pii sospiri al suo Cristo, per le sue figlie.

E per Grazia divina quella scarsa materia cresce tra le mani di colei che la spezza, così che risulta una porzione abbondante per ciascun membro della comunità" (FF 3189).

L’amore di Francesco e Chiara al Corpo e Sangue di Cristo li rendeva direttamente partecipi di quel Sacro Mistero.

Entrambi furono trasformati in Eucaristia vivente, testimoni credibili del Pane della Vita. 

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Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

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Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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