Ott 26, 2025 Scritto da 

Gratuito

Per la salvezza c’è «un biglietto di entrata». Ma con qualche avvertenza. Anzitutto è gratuito; e poi i titolari saranno sicuramente donne e uomini che hanno «bisogno di cura e di guarigione nel corpo e nell’anima». Facile immaginare che ai primi posti ci siano «peccatori, poveri e ammalati», i cosiddetti «ultimi» insomma. Celebrando la messa a Santa Marta, martedì 7 novembre, Papa Francesco ha rilanciato l’immagine evangelica — tratta dal passo di Luca (14, 15-24) — del banchetto a cui il padrone di casa invita «i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi» dopo il rifiuto dei ricchi che non comprendono il valore della gratuità della salvezza.

«I testi evangelici che abbiamo sentito questa settimana, questi ultimi giorni, sono inquadrati in un banchetto» ha fatto subito notare Francesco. È «il Signore che si reca alla casa di un capo dei farisei per pranzare e lì viene rimproverato perché non fa le abluzioni». Poi, ha proseguito il Papa, «durante il banchetto il Signore consiglia di non cercare i primi posti perché c’è il pericolo che venga uno che sia più importante e il padrone di casa ci dica: “Cedi il posto a questo, spostati!”. Sarebbe una vergogna».

«Il passo continua — ha affermato il Pontefice — con i consigli che dà il Signore a chi si deve invitare a un banchetto a casa». Ed egli indica proprio «quelli che non ti possono fare il contraccambio, cioè quelli che non hanno niente per darti in contraccambio». Ecco «la gratuità del banchetto». Così «quando finì di spiegare questo, uno dei commensali — è il passo di oggi — disse a Gesù: “Beato chi prenderà il cibo nel regno di Dio!”». Il Signore «gli rispose con una parabola, senza spiegazioni, di quest’uomo che diede una grande cena e fece molti invitati». Ma «i primi invitati non hanno voluto andare a cena, non importava né della cena né della gente che c’era lì, né del Signore che li invitava: a loro importavano altre cose».

E infatti uno dopo l’altro cominciarono a scusarsi, Così, ha fatto presente il Papa, «il primo gli disse: “Ho comprato un campo”; l’altro: “Ho comprato cinque paia di buoi”; un altro: “Mi sono sposato”; ma ognuno aveva il proprio interesse e questo interesse era più grande dell’invito». Il fatto è, ha affermato Francesco, che «questi erano attaccati all’interesse: cosa posso guadagnare?». Perciò a un invito gratuito la risposta è: «A me non importa, forse un altro giorno, sono tanto indaffarato, non posso andare». «Indaffarato» ma per i propri «interessi: indaffarato come quell’uomo che voleva, dopo la mietitura, dopo la raccolta del grano, fare dei magazzini per allargare i suoi beni. Poveretto, morì quella notte».

Queste persone sono attaccate «all’interesse a tal punto che» cadono in «una schiavitù dello spirito» e «sono incapaci di capire la gratuità dell’invito». Ma «se non si capisce la gratuità dell’invito di Dio, non si capisce nulla» ha avvertito il Papa. L’iniziativa di Dio, infatti, «è sempre gratuita: per andare a questo banchetto cosa si deve pagare? Il biglietto di entrata è essere ammalato, è essere povero, è essere peccatore». Proprio questo «è il biglietto di entrata: essere bisognoso sia nel corpo sia nell’anima». E «per bisogno», ha rilanciato Francesco, si intende «bisogno di cura, di guarigione, avere bisogno di amore».

«Qui — ha spiegato il Pontefice — si vedono i due atteggiamenti». Quello di Dio «è sempre gratuito: per salvare Dio non fa pagare nulla, è gratuito». E anche, ha aggiunto Francesco, «diciamo la parola, un po’ astratta, “universale”», nel senso che al servo «il padrone “adirato”» dice: «Esci subito per le piazze, per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi, gli zoppi». Nell’altra versione di Matteo, il padrone dice: «buoni e cattivi: tutti, tutti», perché «la gratuità di Dio non ha dei limiti: tutti, lui riceve tutti».

«Invece quelli che hanno il proprio interesse — ha proseguito il Papa — non capiscono la gratuità. Sono come il figlio che è rimasto accanto al padre quando se ne è andato il più piccolo e poi, dopo tanto tempo, è tornato povero e il padre fa festa e questo non vuole entrare a quel banchetto, non vuole entrare a quella festa perché non capisce: “Ha speso tutti i soldi, ha speso l’eredità, con i vizi, con i peccati, tu gli fai festa? E io che sono un cattolico, pratico, vado a messa tutte le domeniche, compio le cose, a me niente?”».

Il fatto è che «non capisce la gratuità della salvezza, pensa che la salvezza è il frutto del “io pago e tu mi salvi”: pago con questo, con questo, con questo». Invece «no, la salvezza è gratuita». E «se tu non entri in questa dinamica della gratuità non capisci nulla».

La salvezza infatti, ha affermato Francesco, «è un dono di Dio al quale si risponde con un altro dono, il dono del mio cuore». Ci sono però coloro «che hanno altri interessi, quando sentono parlare dei doni: “Sì, è vero, sì, ma si devono fare dei doni”. E subito pensano: “Ecco, io farò questo dono e lui domani e dopodomani, in un’altra occasione, me ne farà un altro”». Così c’è «sempre il contraccambio».

Invece «il Signore non chiede nulla in contraccambio: soltanto amore, fedeltà, come lui è amore e lui è fedele». Perché «la salvezza non si compra, semplicemente si entra nel banchetto: “Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!”». E «questa è la salvezza».

In realtà, ha confidato il Papa, «io mi domando: cosa sentono questi che non sono disposti a venire a questo banchetto? Si sentono sicuri, si sentono con una sicurezza, si sentono salvi a loro modo fuori dal banchetto». E «hanno perso il senso della gratuità, hanno perso il senso dell’amore e hanno perso una cosa più grande e più bella ancora e questo è molto brutto: hanno perso la capacità di sentirsi amati». E, ha aggiunto, «quando tu perdi — non dico la capacità di amare, perché quella si recupera — la capacità di sentirti amato, non c’è speranza: hai perso tutto».

Del resto, ha concluso il Pontefice, tutto questo «ci fa pensare allo scritto nella porta dell’inferno dantesco “Lasciate la speranza”: hai perso tutto». Da parte nostra, occorre guardare invece il padrone di casa che vuole che la sua casa si riempia: «è tanto amoroso che nella sua gratuità vuole riempire la casa». E così «chiediamo al Signore che ci salvi dal perdere la capacità di sentirsi amati».

[Papa Francesco, omelia s. Marta, in L’Osservatore Romano 08/11/2017]

65
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
In the communities of Galilee and Syria the pagans quickly became a majority - elevated to the rank of sons. They did not submit to nerve-wracking processes, but spontaneously were recognizing the Lord
Nelle comunità di Galilea e Siria i pagani diventavano rapidamente maggioranza - elevati al rango di figli. Essi non si sottoponevano a trafile snervanti, ma spontaneamente riconoscevano il Signore
And thus we must see Christ again and ask Christ: “Is it you?” The Lord, in his own silent way, answers: “You see what I did, I did not start a bloody revolution, I did not change the world with force; but lit many I, which in the meantime form a pathway of light through the millenniums” (Pope Benedict)
E così dobbiamo di nuovo vedere Cristo e chiedere a Cristo: “Sei tu?”. Il Signore, nel modo silenzioso che gli è proprio, risponde: “Vedete cosa ho fatto io. Non ho fatto una rivoluzione cruenta, non ho cambiato con forza il mondo, ma ho acceso tante luci che formano, nel frattempo, una grande strada di luce nei millenni” (Papa Benedetto)
Experts in the Holy Scriptures believed that Elijah's return should anticipate and prepare for the advent of the Kingdom of God. Since the Lord was present, the first disciples wondered what the value of that teaching was. Among the people coming from Judaism the question arose about the value of ancient doctrines…
Gli esperti delle sacre Scritture ritenevano che il ritorno di Elia dovesse anticipare e preparare l’avvento del Regno di Dio. Poiché il Signore era presente, i primi discepoli si chiedevano quale fosse il valore di quell’insegnamento. Tra i provenienti dal giudaismo sorgeva il quesito circa il peso delle dottrine antiche...
Gospels make their way, advance and free, making us understand the enormous difference between any creed and the proposal of Jesus. Even within us, the life of Faith embraces all our sides and admits many things. Thus we become more complete and emancipate ourselves, reversing positions.
I Vangeli si fanno largo, avanzano e liberano, facendo comprendere l’enorme differenza tra credo qualsiasi e proposta di Gesù. Anche dentro di noi, la vita di Fede abbraccia tutti i nostri lati e ammette tante cose. Così diventiamo più completi e ci emancipiamo, ribaltando posizioni
We cannot draw energy from a severe setting, contrary to the flowering of our precious uniqueness. New eyes are transmitted only by the one who is Friend. And Christ does it not when we are well placed or when we equip ourselves strongly - remaining in a managerial attitude - but in total listening
Non possiamo trarre energia da un’impostazione severa, contraria alla fioritura della nostra preziosa unicità. Gli occhi nuovi sono trasmessi solo da colui che è Amico. E Cristo lo fa non quando ci collochiamo bene o attrezziamo forte - permanendo in atteggiamento dirigista - bensì nell’ascolto totale
The Evangelists Matthew and Luke (cf. Mt 11:25-30 and Lk 10:21-22) have handed down to us a “jewel” of Jesus’ prayer that is often called the Cry of Exultation or the Cry of Messianic Exultation. It is a prayer of thanksgiving and praise [Pope Benedict]
Gli evangelisti Matteo e Luca (cfr Mt 11,25-30 e Lc 10,21-22) ci hanno tramandato un «gioiello» della preghiera di Gesù, che spesso viene chiamato Inno di giubilo o Inno di giubilo messianico. Si tratta di una preghiera di riconoscenza e di lode [Papa Benedetto]
The human race – every one of us – is the sheep lost in the desert which no longer knows the way. The Son of God will not let this happen; he cannot abandon humanity in so wretched a condition [Papa Benedetto]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.