Mar 17, 2025 Scritto da 

Salvezza: Dono

La salvezza «non si compra e non si vende» perché «è un regalo totalmente gratuito». Ma per riceverla Dio ci chiede di avere «un cuore umile, docile, obbediente». Lo ha detto Papa Francesco, nella messa celebrata martedì mattina 25 marzo nella cappella della Casa Santa Marta, invitando «a fare festa e a rendere grazie a Dio» perché «oggi commemoriamo una tappa definitiva nel cammino» verso la salvezza «che l’uomo ha fatto dal giorno che è uscito dal paradiso».

Proprio «per questo oggi facciamo festa: la festa di questo cammino da una madre a un’altra madre, da un padre a un altro padre», ha spiegato il Pontefice. E ha invitato a contemplare «l’icona di Eva e Adamo, l’icona di Maria e Gesù», e a guardare il corso della storia con Dio che cammina sempre insieme al suo popolo. Così, ha proseguito, «oggi possiamo abbracciare il Padre che, grazie al sangue del suo Figlio, si è fatto come uno di noi, e ci salva: questo Padre che ci aspetta tutti i giorni». Da qui l’invito a dire «grazie: grazie, Signore, perché oggi tu dici a noi che ci hai regalato la salvezza».

Nella sua riflessione il Pontefice ha preso le mosse dal mandato affidato ad Adamo ed Eva: l’impegno a lavorare e dominare la terra, e a essere fecondi. «È la promessa della redenzione — ha spiegato — e con questo comandamento, con questa promessa, hanno cominciato a camminare, a fare strada». Una «strada lunga», fatta di «tanti secoli», ma cominciata «con una disobbedienza». Adamo ed Eva infatti «sono stati ingannati, sono stati sedotti. Hanno avuto la seduzione di satana: sarete come Dio!». In loro hanno prevalso «l’orgoglio e la superbia», tanto che «sono caduti nella tentazione: prendere il posto di Dio, con la superbia sufficiente». È proprio «quell’atteggiamento che soltanto satana ha totalmente in sé».

Adamo ed Eva «hanno fatto un popolo». E «questo cammino non lo hanno fatto da soli: con loro c’era il Signore», che ha accompagnato l’umanità lungo un itinerario «iniziato con una disobbedienza e finito con una obbedienza». Per spiegarlo, ha ricordato Papa Francesco, «il concilio Vaticano II prende una bella frase di sant’Ireneo di Lione che dice: il nodo che ha fatto Eva con la sua disobbedienza lo ha sciolto Maria con la sua obbedienza». Inoltre, ha aggiunto, la Chiesa spiega questo cammino anche con una preghiera che recita: «Signore, tu che hai creato meravigliosamente l’umanità e l’hai restaurata, ristabilita più meravigliosamente...». Si tratta perciò di «un cammino dove le meraviglie di Dio si moltiplicano, sono di più!».

Dio dunque resta sempre «con il suo popolo in cammino: invia i profeti e invia le persone che spiegano la legge». Ma «perché — si è chiesto il Pontefice — il Signore camminava con il suo popolo con tanta tenerezza? Per ammorbidire il nostro cuore» è la risposta. E infatti la Scrittura lo ricorda esplicitamente: io farò del tuo cuore di pietra un cuore di carne.

In sostanza il Signore vuole «ammorbidire il nostro cuore» perché possa ricevere «quella promessa che lui aveva fatto nel paradiso: per un uomo è entrato il peccato, per un altro Uomo viene la salvezza». E proprio questo «cammino tanto lungo» ha aiutato «tutti noi ad avere un cuore più umano, più vicino a Dio; non tanto superbo, non tanto sufficiente».

«Oggi — ha spiegato il Papa — la liturgia ci parla di questo cammino di restaurazione, di questa tappa nel cammino di restaurazione. E ci parla di obbedienza, di docilità alla parola di Dio». Un pensiero, ha fatto notare il Pontefice, che «è molto chiaro» nella seconda lettura, tratta dalla lettera agli Ebrei (10, 4-10): «Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati».

Ecco dunque l’affermazione che «la salvezza non si compra, non si vende. Si regala, è gratuita». E poiché «noi non possiamo salvarci da noi stessi, la salvezza è un regalo, totalmente gratuita». Come scrive san Paolo, non si compra con «il sangue di tori e di capri». E se «non si può comprare», per «entrare in noi questa salvezza chiede un cuore umile, un cuore docile, un cuore obbediente, come quello di Maria». Così «il modello di questo cammino di salvezza è lo stesso Dio, suo Figlio, che non stimò un bene irrinunciabile essere uguale a Dio — lo dice Paolo — ma annientò se stesso e obbedì fino alla morte e alla morte di croce».

Cosa significa allora «il cammino dell’umiltà, dell’umiliazione»? Significa semplicemente, ha concluso Papa Francesco, «dire: io sono uomo, io sono donna e tu sei Dio! E andare davanti, in presenza di Dio, come uomo, come donna nell’obbedienza e nella docilità del cuore».

[Papa Francesco, omelia s. Marta, in L’Osservatore Romano 26/03/2014]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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We may ask ourselves: who is a witness? A witness is a person who has seen, who recalls and tells. See, recall and tell: these are three verbs which describe the identity and mission (Pope Francis, Regina Coeli April 19, 2015)
Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione (Papa Francesco, Regina Coeli 19 aprile 2015)
There is the path of those who, like those two on the outbound journey, allow themselves to be paralysed by life’s disappointments and proceed sadly; and there is the path of those who do not put themselves and their problems first, but rather Jesus who visits us, and the brothers who await his visit (Pope Francis)
C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto se stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita (Papa Francesco)
So that Christians may properly carry out this mandate entrusted to them, it is indispensable that they have a personal encounter with Christ, crucified and risen, and let the power of his love transform them. When this happens, sadness changes to joy and fear gives way to missionary enthusiasm (John Paul II)
Perché i cristiani possano compiere appieno questo mandato loro affidato, è indispensabile che incontrino personalmente il Crocifisso risorto, e si lascino trasformare dalla potenza del suo amore. Quando questo avviene, la tristezza si muta in gioia, il timore cede il passo all’ardore missionario (Giovanni Paolo II)
This is the message that Christians are called to spread to the very ends of the earth. The Christian faith, as we know, is not born from the acceptance of a doctrine but from an encounter with a Person (Pope Benedict))
È questo il messaggio che i cristiani sono chiamati a diffondere sino agli estremi confini del mondo. La fede cristiana come sappiamo nasce non dall'accoglienza di una dottrina, ma dall'incontro con una Persona (Papa Benedetto)
From ancient times the liturgy of Easter day has begun with the words: Resurrexi et adhuc tecum sum – I arose, and am still with you; you have set your hand upon me. The liturgy sees these as the first words spoken by the Son to the Father after his resurrection, after his return from the night of death into the world of the living. The hand of the Father upheld him even on that night, and thus he could rise again (Pope Benedict)
Dai tempi più antichi la liturgia del giorno di Pasqua comincia con le parole: Resurrexi et adhuc tecum sum – sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano. La liturgia vi vede la prima parola del Figlio rivolta al Padre dopo la risurrezione, dopo il ritorno dalla notte della morte nel mondo dei viventi. La mano del Padre lo ha sorretto anche in questa notte, e così Egli ha potuto rialzarsi, risorgere (Papa Benedetto)
The Church keeps watch. And the world keeps watch. The hour of Christ's victory over death is the greatest hour in history (John Paul II)
Veglia la Chiesa. E veglia il mondo. L’ora della vittoria di Cristo sulla morte è l’ora più grande della storia (Giovanni Paolo II)
Before the Cross of Jesus, we apprehend in a way that we can almost touch with our hands how much we are eternally loved; before the Cross we feel that we are “children” and not “things” or “objects” [Pope Francis, via Crucis at the Colosseum 2014]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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