Mar 17, 2025 Scritto da 

Libertà, obbedendo

Di generazione in generazione resta vivo lo stupore per questo ineffabile mistero. Sant’Agostino, immaginando di rivolgersi all’Angelo dell’Annunciazione, domanda: "Dimmi, o Angelo, perché è avvenuto questo in Maria?". La risposta, dice il Messaggero, è contenuta nelle parole stesse del saluto: "Ave, o piena di grazia" (cfr Sermo 291,6). Di fatto, l’Angelo, "entrando da Lei", non la chiama con il nome terreno, Maria, ma col suo nome divino, così come Dio da sempre la vede e la qualifica: "Piena di grazia – gratia plena", che nell’originale greco è κεχαριτωµενη, "piena di grazia", e la grazia è nient'altro che l'amore di Dio, così potremmo alla fine tradurre questa parola: "amata" da Dio (cfr Lc 1,28). Origene osserva che mai un simile titolo fu rivolto ad essere umano, e che esso non trova riscontro in tutta la Sacra Scrittura (cfr In Lucam 6,7). E’ un titolo espresso in forma passiva, ma questa "passività" di Maria, che da sempre e per sempre è l’"amata" dal Signore, implica il suo libero consenso, la sua personale e originale risposta: nell’essere amata, nel ricevere il dono di Dio, Maria è pienamente attiva, perché accoglie con personale disponibilità l’onda dell’amore di Dio che si riversa in lei. Anche in questo Ella è discepola perfetta del suo Figlio, che nell’obbedienza al Padre realizza interamente la propria libertà e proprio così esercita la libertà, obbedendo. Nella seconda Lettura abbiamo ascoltato la stupenda pagina in cui l’Autore della Lettera agli Ebrei interpreta il Salmo 39 proprio alla luce dell’Incarnazione di Cristo: "Entrando nel mondo Cristo dice: … Ecco, io vengo per compiere, o Dio, la tua volontà" (Eb 10,5-7). Di fronte al mistero di questi due "Eccomi", l' "Eccomi" del Figlio e l' "Eccomi" della Madre, che si rispecchiano l’uno nell’altro e formano un unico Amen alla volontà d’amore di Dio, noi rimaniamo attoniti e, pieni di riconoscenza, adoriamo.

Che grande dono, Fratelli, poter tenere questa suggestiva celebrazione nella solennità dell’Annunciazione del Signore! Quanta luce possiamo attingere da questo mistero per la nostra vita di ministri della Chiesa. In particolare voi, cari nuovi Cardinali, quale sostegno potrete avere per la vostra missione di eminente "Senato" del Successore di Pietro! Questa provvidenziale coincidenza ci aiuta a considerare l’evento odierno, in cui risalta in modo particolare il principio petrino della Chiesa, alla luce dell’altro principio, quello mariano, che è ancora più originario e fondamentale. L’importanza del principio mariano nella Chiesa è stata particolarmente evidenziata, dopo il Concilio, dal mio amato Predecessore Papa Giovanni Paolo II, coerentemente col suo motto Totus tuus. Nella sua impostazione spirituale e nel suo instancabile ministero si è resa manifesta agli occhi di tutti la presenza di Maria quale Madre e Regina della Chiesa. Più che mai questa presenza materna fu da lui avvertita nell’attentato del 13 maggio 1981 qui in Piazza San Pietro. A ricordo di quel tragico evento egli volle che un mosaico raffigurante la Vergine dominasse, dall’alto del Palazzo Apostolico, su Piazza San Pietro, per accompagnare i momenti culminanti e la trama ordinaria del suo lungo pontificato, che proprio un anno fa entrava nell’ultima fase, dolorosa e insieme trionfale, veramente pasquale. L’icona dell’Annunciazione, meglio di qualunque altra, ci fa percepire con chiarezza come tutto nella Chiesa risalga lì, a quel mistero di accoglienza del Verbo divino, dove, per opera dello Spirito Santo, l’Alleanza tra Dio e l’umanità è stata suggellata in modo perfetto. Tutto nella Chiesa, ogni istituzione e ministero, anche quello di Pietro e dei suoi successori, è "compreso" sotto il manto della Vergine, nello spazio pieno di grazia del suo "sì" alla volontà di Dio. Si tratta di un legame che in tutti noi ha naturalmente una forte risonanza affettiva, ma che ha prima di tutto una valenza oggettiva. Tra Maria e la Chiesa vi è infatti una connaturalità che il Concilio Vaticano II ha fortemente sottolineato con la felice scelta di porre la trattazione sulla Beata Vergine a conclusione della Costituzione sulla Chiesa, la Lumen gentium.

Il tema del rapporto tra il principio petrino e quello mariano lo possiamo ritrovare anche nel simbolo dell’anello, che tra poco vi consegnerò. L’anello è sempre un segno nuziale. Quasi tutti voi lo avete già ricevuto nel giorno della vostra Ordinazione episcopale, quale espressione di fedeltà e d’impegno a custodire la santa Chiesa, sposa di Cristo (cfr Rito dell’Ordinazione dei Vescovi). L’anello che oggi vi conferisco, proprio della dignità cardinalizia, intende confermare e rafforzare tale impegno, a partire ancora una volta da un dono nuziale, che vi ricorda il vostro essere prima di tutto intimamente uniti a Cristo, per compiere la missione di sposi della Chiesa. Ricevere l’anello sia dunque per voi come rinnovare il vostro "sì", il vostro "eccomi", rivolto al tempo stesso al Signore Gesù, che vi ha scelti e costituiti, e alla sua santa Chiesa, che siete chiamati a servire con amore sponsale. Le due dimensioni della Chiesa, mariana e petrina, si incontrano dunque in quello che costituisce il compimento di entrambe, cioè nel valore supremo della carità, il carisma "più grande", la "via migliore di tutte", come scrive l’apostolo Paolo (1 Cor 12,31; 13,13).

Tutto passa in questo mondo. Nell’eternità solo l’Amore rimane. Per questo, Fratelli, profittando del tempo propizio della Quaresima, impegniamoci a verificare che ogni cosa nella nostra vita personale, come pure nell’attività ecclesiale in cui siamo inseriti, sia mossa dalla carità e tenda alla carità. Anche per questo ci illumina il mistero che oggi celebriamo. Infatti, il primo atto che Maria compì dopo aver accolto il messaggio dell’Angelo, fu di recarsi "in fretta" a casa della cugina Elisabetta per prestarle il suo servizio (cfr Lc 1,39). Quella della Vergine fu un’iniziativa di autentica carità, umile e coraggiosa, mossa dalla fede nella Parola di Dio e dalla spinta interiore dello Spirito Santo. Chi ama dimentica se stesso e si mette al servizio del prossimo. Ecco l’immagine e il modello della Chiesa! Ogni Comunità ecclesiale, come la Madre di Cristo, è chiamata ad accogliere con piena disponibilità il mistero di Dio che viene ad abitare in essa e la spinge sulle vie dell’amore. E’ questa la strada su cui ho voluto avviare il mio pontificato invitando tutti, con la prima Enciclica, a edificare la Chiesa nella carità, quale "comunità d’amore" (cfr Enc. Deus caritas est, Seconda parte). Nel perseguire tale finalità, venerati Fratelli Cardinali, la vostra vicinanza, spirituale e fattiva, mi è di grande sostegno e conforto. E per questo vi ringrazio, mentre invito voi tutti, sacerdoti, diaconi, religiosi e laici, ad unirvi nell’invocazione dello Spirito Santo, affinché il Collegio dei Cardinali sia sempre più ardente di carità pastorale, per aiutare tutta la Chiesa a irradiare nel mondo l’amore di Cristo, a lode e gloria della Santissima Trinità. Amen!

[Papa Benedetto, omelia coi nuovi cardinali 25 marzo 2006]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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We may ask ourselves: who is a witness? A witness is a person who has seen, who recalls and tells. See, recall and tell: these are three verbs which describe the identity and mission (Pope Francis, Regina Coeli April 19, 2015)
Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione (Papa Francesco, Regina Coeli 19 aprile 2015)
There is the path of those who, like those two on the outbound journey, allow themselves to be paralysed by life’s disappointments and proceed sadly; and there is the path of those who do not put themselves and their problems first, but rather Jesus who visits us, and the brothers who await his visit (Pope Francis)
C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto se stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita (Papa Francesco)
So that Christians may properly carry out this mandate entrusted to them, it is indispensable that they have a personal encounter with Christ, crucified and risen, and let the power of his love transform them. When this happens, sadness changes to joy and fear gives way to missionary enthusiasm (John Paul II)
Perché i cristiani possano compiere appieno questo mandato loro affidato, è indispensabile che incontrino personalmente il Crocifisso risorto, e si lascino trasformare dalla potenza del suo amore. Quando questo avviene, la tristezza si muta in gioia, il timore cede il passo all’ardore missionario (Giovanni Paolo II)
This is the message that Christians are called to spread to the very ends of the earth. The Christian faith, as we know, is not born from the acceptance of a doctrine but from an encounter with a Person (Pope Benedict))
È questo il messaggio che i cristiani sono chiamati a diffondere sino agli estremi confini del mondo. La fede cristiana come sappiamo nasce non dall'accoglienza di una dottrina, ma dall'incontro con una Persona (Papa Benedetto)
From ancient times the liturgy of Easter day has begun with the words: Resurrexi et adhuc tecum sum – I arose, and am still with you; you have set your hand upon me. The liturgy sees these as the first words spoken by the Son to the Father after his resurrection, after his return from the night of death into the world of the living. The hand of the Father upheld him even on that night, and thus he could rise again (Pope Benedict)
Dai tempi più antichi la liturgia del giorno di Pasqua comincia con le parole: Resurrexi et adhuc tecum sum – sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano. La liturgia vi vede la prima parola del Figlio rivolta al Padre dopo la risurrezione, dopo il ritorno dalla notte della morte nel mondo dei viventi. La mano del Padre lo ha sorretto anche in questa notte, e così Egli ha potuto rialzarsi, risorgere (Papa Benedetto)
The Church keeps watch. And the world keeps watch. The hour of Christ's victory over death is the greatest hour in history (John Paul II)
Veglia la Chiesa. E veglia il mondo. L’ora della vittoria di Cristo sulla morte è l’ora più grande della storia (Giovanni Paolo II)
Before the Cross of Jesus, we apprehend in a way that we can almost touch with our hands how much we are eternally loved; before the Cross we feel that we are “children” and not “things” or “objects” [Pope Francis, via Crucis at the Colosseum 2014]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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