Lc pone l’accento sul mandato di Gesù ai suoi, evidenziando in che modo dovevano essere itineranti del Vangelo.
«Andate! Ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Non portate borsa, né bisaccia, né sandali, e non salutate nessuno per la via» (Lc 10,3-4).
Dopo aver incontrato il Signore, Francesco considerava fondamentale l’annuncio del Regno di Dio.
A tutti quelli che incontrava dava il saluto ricevuto per divina Rivelazione: «Il Signore vi dia Pace!» (FF 1052).
Sulla base del mandato di Gesù ai suoi discepoli, anche lui inviava i frati a predicare la Buona Novella, due a due, raccomandando di vivere in stretta povertà, come Gesù insegnava nel Vangelo.
Nelle Fonti leggiamo:
“Francesco, compiuti i restauri della chiesa di S. Damiano, seguitava a portare l’abito di eremita, camminava col bastone in mano, le calzature ai piedi, una cintura di pelle ai fianchi.
Ma un giorno, mentre ascoltava la Messa, udì le istruzioni date da Cristo quando inviò i suoi discepoli a predicare: che cioè per strada non dovevano portare né oro, né argento, né pane, né bastone, né calzature, né veste di ricambio. Comprese meglio queste consegne dopo, facendosi spiegare il brano dal sacerdote.
Allora, raggiante di gioia, esclamò:
«È proprio quello che bramo realizzare con tutte le mie forze!».
E fissando nella memoria quelle direttive, s’impegnò ad eseguirle lietamente […] Mise tutto il suo entusiasmo a bene intendere e realizzare i suggerimenti della nuova grazia. Ispirato da Dio, cominciò ad annunziare la perfezione del Vangelo, predicando a tutti la penitenza, con semplicità” (FF 1427).
E ai frati raccomandava di non provocare nessuno all’ira, ma annunciassero il Regno con mitezza:
«La Pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori.
Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza [...]
Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti […]» (FF 1469).
Francesco esortava i suoi a vivere alla lettera il Vangelo di Cristo come agnelli mansueti tra lupi.
Giovedì 26.a sett. T.O. (Lc 10,1-12)