Gesù esorta a non accumulare tesori sulla terra, presto consumati, ma in Dio perché eterni.
Nelle Fonti il tema del non accumulare è di casa, visto che Francesco, per tutta la sua vita, non pensò che a restituire quanto aveva ricevuto, a partire da suo padre a cui "restituì" persino gli abiti, seguendo ‘nudo’ la via della povertà, sua ambita ricchezza.
Il Minimo aveva mente e cuore rivolti a Dio e cercava solo il Regno dei cieli, in semplicità e purezza di cuore. Testimonianza di questo ci è data da uno dei vari passi delle Fonti Francescane.
Leggiamo:
"Queste visite ai lebbrosi accrebbero la sua bontà. Conducendo un suo compagno, che aveva molto amato, in località fuori mano, gli diceva di aver scoperto un grande e prezioso tesoro.
Quello ne fu tutto felice e volentieri si univa a Francesco, quando era invitato.
Spesso lo conduceva in una grotta, presso Assisi; ci entrava da solo, lasciando fuori l’amico, impaziente di impadronirsi del tesoro […]
Animato da un nuovo straordinario spirito, pregava in segreto il Padre […]
Pativa nell’intimo sofferenza indicibile e angoscia, poiché non riusciva ad essere sereno fino a tanto che non avesse realizzato la sua vocazione" (FF 1409).
Nel suo cammino, in pieno inverno, a Celano, il Poverello donò ad una vecchierella il suo mantello.
Le disse:
«Va’, fatti un vestito, che ne hai veramente bisogno» (FF 673).
E Chiara, nelle sue lettere, scrivendo alla sua figlia spirituale, Agnese di Boemia, attesta:
«Voi che avete preferito la povertà alle ricchezze temporali, e avete affidato i vostri tesori, piuttosto che alla terra, al cielo, ove non li corrode ruggine, non li consuma il tarlo, non li scoprono né rubano i ladri, voi riceverete abbondantissima ricompensa nei cieli […]» (FF 2866).
Il tema della ricchezza da condividere, del ‘non trattenere’ e del ‘restituire’ a Dio e ai fratelli, era molto sentito da Francesco d’Assisi; uno dei motivi conduttori del suo cammino di fede.
Nelle Fonti leggiamo:
"Una volta, mentre ritornava da Siena, incontrò un povero. Si dava il caso che Francesco a causa della malattia, avesse indosso sopra l’abito un mantello.
Mirando con gli occhi misericordiosi la miseria di quell’uomo, disse al compagno:
«Bisogna che restituiamo il mantello a questo povero: perché è suo. Difatti noi lo abbiamo ricevuto in prestito, fino a quando ci sarebbe capitato di trovare qualcuno più povero di noi».
Il compagno, però, considerando lo stato in cui il padre pietoso si trovava, oppose un netto rifiuto: egli non aveva il diritto di dimenticare se stesso, per provvedere all’altro.
Ma il santo:
«Ritengo che il Grande Elemosiniere mi accuserà di furto, se non darò quel che porto indosso a chi è più bisognoso» " (FF 1143).
«Non accumulatevi tesori sulla terra» (Mt 6,19).
Venerdì dell’11.a sett. T.O. (Mt 6,19-23)