La Nuova Creazione, dall’Ascolto
(Gv 20,11-18)
Mc narra di un giovane vestito di bianco, Mt di un angelo, Lc di due uomini vestiti di bianco, Gv di due angeli.
I racconti sull’annunciazione e sugli annunciatori della Risurrezione non si conciliano secondo il nostro modo di raccontare.
Per evitare una limitata visuale circa la vittoria della Vita, è opportuno comprendere che non stiamo celebrando la settimana delle apparizioni del Risorto, ma delle sue Manifestazioni [testo greco].
Non appare solo a qualcuno - ad altri no: si Manifesta. Lo sperimentiamo.
E c’è una nuova Creazione: ora non si riconosce Gesù quando lo si vede, ma allorché si ‘ascolta’ (v.16).
Il Signore si fa ‘vedere’ non nel momento della visione, bensì nel tempo della Parola, dell’Appello personale che fa «voltare» lo sguardo dal senso di marcia irrilevante che si aggrappa all’immagine di “ieri”.
L’esperienza del Cristo vivo esclude i ricordi da custodire piangendo.
È relazione attuale e fondata, convincente, ricca di sfaccettature e accessibile - diretta.
La stessa osservanza della legge antica [v.1: nel caso particolare, del sabato] sembra ritardare l’esperienza della forza dirompente della rinascita, nello Spirito.
Man mano, nelle prime comunità si stavano riattivando quelle energie personali primordiali che neppure i ricatti, le intimidazioni e le emarginazioni dell’apparato istituzionale potevano sfiorare.
L’Incarnazione continuava, dispiegandosi nei credenti; risvegliando in essi nuovi stati creativi.
I fedeli erano sull’onda virtuosa ed entusiasmante di una ulteriore modifica fondamentale: adesso si sentivano «fratelli» del Risorto (v.17).
Il rapporto di ‘discepolato’ (Gv 13,13) cresciuto in ‘amicizia’ (Gv 15,15) diventava quello dei consanguinei che si sentivano ‘figli’.
[Gv 1,11-12: «Venne tra i suoi, e i suoi non lo accolsero. Ma a quanti lo ricevettero diede loro ‘potere’ di diventare figli di Dio; a quelli che credono nel suo Nome» - ossia aderiscono a tutta la sua parola, vicenda e azione; anche problematica, dolorosa, di denuncia].
Iniziava così l’Annuncio esplicito, malgrado la parte di “chiesa” davvero vitale e sempre più determinata si dimostrava essere quella periferica e proveniente dai pagani [nella figura della Maddalena].
Donna: Assemblea autentica nello Spirito.
Campo sterminato di umiliati, che tuttavia in Cristo Risorto «si vede» e si sblocca; acquista nuovo respiro, supera lo sconforto, il disorientamento, l’incertezza.
Ancora oggi la ricerca del nostro Rabbunì può nascere anche dal senso di perdita, o dalle percosse subite - ma è scandita d’incontri pasquali e tappe di nuova consapevolezza.
Nuovi Ascolti, che infrangono le rassicurazioni. Il Risorto è radicale novità: ferita dentro e slancio.
Solo nell’esperienza del «rinascere trasmettendolo» si scatena lo Spirito che appassiona e carica - e il Vivente non resta un estraneo o qualcuno di cui ci si è già fatta un’idea.
C’è una situazione senza precedenti.
Ma chi se ne accorge? Malgrado la trascuratezza che subiscono, solo le anime spose - le poco considerate.
[Martedì fra l’Ottava di Pasqua, 22 aprile 2025]