Mar 6, 2025 Scritto da 

Primo debito: una Giustizia maggiore

(Mt 5,20-26)

 

«Vi dico infatti che se la vostra giustizia non abbonderà di più [quella] degli scribi e farisei, non entrerete nel Regno dei cieli»

 

Nelle chiese di Galilea e Siria serpeggiavano opinioni differenti e conflittuali circa la Legge di Mosè: per alcuni un assoluto da adempiere persino nei dettagli, per altri ormai un orpello senza senso (v.22).

I contendenti giungevano all’insulto, per ridicolizzare la parte avversa.

[Ma come dice il Tao Tê Ching (xxx): «Là dove stanziano le milizie nascono sterpi e rovi». Il maestro Wang Pi commenta: «Colui che si fa promotore suscita disordini, perché si sforza di affermare i suoi meriti»].

 

Mt aiuta tutti i fratelli di comunità a comprendere il contenuto delle Scritture antiche e capire l’atteggiamento di “continuità e taglio” dato ad esse dal Signore: «Avete udito che [...] Ora io vi dico» (vv.21-22).

La ‘freccia’ dei codici antichi è stata scoccata nella direzione giusta, ma solo capirne la portata nello spirito di concordia ne sostiene il tragitto sino a fornire l’energia necessaria per cogliere il “bersaglio”.

L’ideale della religiosità antica era presentarsi puri davanti a Dio, e in tal senso gli scribi teologi ufficiali del sinedrio sottolineavano il valore delle norme che ritenevano si annidassero nella ‘prigione della lettera’ del Primo Testamento.

I sadducei - classe sacerdotale - puntavano sulle osservanze sacrificali della sola Torah. I farisei, leaders della religiosità popolare, accentuavano il rispetto di ogni consuetudine tradizionale.

 

L’insegnamento dei professionisti del sacro produceva nel popolo un senso di oppressione legalista che oscurava lo spirito della Parola di Dio e della stessa Tradizione.

Gesù ne fa emergere l’obbiettivo: la Giustizia maggiore dell’Amore.

Lo splendore, la bellezza e ricchezza della Gloria del Dio vivente non si produce nell’osservare, bensì nella capacità di manifestarlo Presente.

L’assetto giusto davanti al Padre diventa - nella proposta di Gesù - ‘giusta posizione’ davanti alla propria storia e a quella del prossimo.

Il primo «debito» è dunque la comprensione globale: qui si svela l’Eterno.

Giustizia non è prodotto dell’accumulare azioni rette, in vista del merito: ciò manifesterebbe grettezza, distacco e supponenza (un tipo di uomo dal pensiero indiscutibile).

La nuova Giustizia insegue le complicità col male sino alle radici segrete del cuore e delle idee. Ma non per accentuare il senso di colpa, né per farci inseguire sogni esterni.

L’osservanza che non permanesse nell’amicizia, nella tolleranza anche di se stessi, in Cristo che orienta, sorgerebbe da un rapporto ambiguo con la norma e le dottrine.

 

Possiamo trascurare il bisogno infantile di approvazione.

La Vita di Dio trapela in un mondo non di puri e flemmatici sterilizzati o unilaterali, ma in una convivialità delle differenze che gli somiglia.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Dove trovi il nutrimento emotivo che ti è necessario?

Cosa pensi delle comitive esclusive e della loro idea di tribunale risolutivo?

 

 

[Venerdì 1.a sett. Quaresima, 14 marzo 2025]

258 Ultima modifica il Venerdì, 14 Marzo 2025 12:03
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

To love God is therefore a journeying with one's heart to God. A wonderful journey! When I was a boy, I was thrilled by the journeys described by Jules Verne ("Twenty Thousand Leagues Under The Sea", "From The Earth To The Moon", "Round The World In Eighty Days", etc). But the journeys of love for God are far more interesting. You read them in the lives of the Saints [Pope John Paul I]
Amare Dio è dunque un viaggiare col cuore verso Dio. Viaggio bellissimo. Ragazzo, mi estasiavo nei viaggi descritti da Giulio Verne (« Ventimila leghe sotto i mari », « Dalla terra alla luna », « Il giro del mondo in ottanta giorni », ecc.). Ma i viaggi dell'amore a Dio sono molto più interessanti. Li si legge nella vita dei Santi [Papa Giovanni Paolo I]
You ought not, however, to be satisfied merely with knocking and seeking: to understand the things of God, what is absolutely necessary is oratio. For this reason, the Saviour told us not only: ‘Seek and you will find’, and ‘Knock and it shall be opened to you’, but also added, ‘Ask and you shall receive’ [Verbum Domini n.86; cit. Origen, Letter to Gregory])
Non ti devi però accontentare di bussare e di cercare: per comprendere le cose di Dio ti è assolutamente necessaria l’oratio. Proprio per esortarci ad essa il Salvatore ci ha detto non soltanto: “Cercate e troverete”, e “Bussate e vi sarà aperto”, ma ha aggiunto: “Chiedete e riceverete” [Verbum Domini n.86; cit. Origene, Lettera a Gregorio]
In the crucified Jesus, a kind of transformation and concentration of the signs occurs: he himself is the “sign of God” (John Paul II)
In Gesù crocifisso avviene come una trasformazione e concentrazione dei segni: è Lui stesso il "segno di Dio" (Giovanni Paolo II)
Only through Christ can we converse with God the Father as children, otherwise it is not possible, but in communion with the Son we can also say, as he did, “Abba”. In communion with Christ we can know God as our true Father. For this reason Christian prayer consists in looking constantly at Christ and in an ever new way, speaking to him, being with him in silence, listening to him, acting and suffering with him (Pope Benedict)
Solo in Cristo possiamo dialogare con Dio Padre come figli, altrimenti non è possibile, ma in comunione col Figlio possiamo anche dire noi come ha detto Lui: «Abbà». In comunione con Cristo possiamo conoscere Dio come Padre vero. Per questo la preghiera cristiana consiste nel guardare costantemente e in maniera sempre nuova a Cristo, parlare con Lui, stare in silenzio con Lui, ascoltarlo, agire e soffrire con Lui (Papa Benedetto)
In today’s Gospel passage, Jesus identifies himself not only with the king-shepherd, but also with the lost sheep, we can speak of a “double identity”: the king-shepherd, Jesus identifies also with the sheep: that is, with the least and most needy of his brothers and sisters […] And let us return home only with this phrase: “I was present there. Thank you!”. Or: “You forgot about me” (Pope Francis)
Nella pagina evangelica di oggi, Gesù si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. Potremmo parlare come di una “doppia identità”: il re-pastore, Gesù, si identifica anche con le pecore, cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi […] E torniamo a casa soltanto con questa frase: “Io ero presente lì. Grazie!” oppure: “Ti sei scordato di me” (Papa Francesco)
Lent is like a long "retreat" in which to re-enter oneself and listen to God's voice in order to overcome the temptations of the Evil One and to find the truth of our existence. It is a time, we may say, of spiritual "training" in order to live alongside Jesus not with pride (Pope Benedict)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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