Ago 17, 2025 Scritto da 

Teatranti e guide cieche, senza chiave di lettura

(Mt 23,13-22)

 

«Ahimé per voi, scribi e farisei teatranti, poiché chiudete il regno dei cieli davanti alla gente» (Mt 23,13).

Senza troppi complimenti, Gesù smaschera gli intoccabili veterani e capi religiosi, tutti d’accordo [per la prima volta nella loro vita] e coalizzati per motivi d’interesse.

Ipocrita è chi mette un velo alla realtà, affinché appaia diversa: il brutto deve sembrare bello, il male (o la fatica) un bene.

‘Radicalità del credere’ non è attaccamento alle sottigliezze di ragionamenti e discipline, bensì la Fede come corrente di vita - “dovere” sì, ma di amore.

Il tono durissimo e attualissimo fa comprendere che il Signore si duole profondamente [vv.13-16.23: «Ahimé per voi...»; «Ahi a voi...»].

Il giovane Rabbi non si sta confrontando con le doppiezze ben mascherate di scribi e farisei di due millenni or sono.

Egli parla da padrone perché si rivolge ai primi della classe nelle sue comunità. Vanitosi che fanno teatro di sé, usando il Signore a paravento, sequestrandolo; prendendolo in ostaggio.

Proprio gli esperti chiudono il Regno - ossia l’ambito in cui il Padre “regna”.

Essi presentano un Dio legislatore e giudice, in ultima analisi uguale a quello delle religioni o del Primo Testamento.

In tal guisa, proprio i leaders falsificano l’immagine della Chiesa.

Così facendo, sono proprio appunto i presunti eletti, gli integri ed esperti di ritorno nelle assemblee cristiane, che mortificano il Volto amabile dell’Eterno.

Lo rendevano una caricatura insopportabile, che allontanava i cuori.

Insomma, già nelle prime assemblee i responsabili che non sapevano mettersi da parte manipolavano Figlio e Padre.

Reintroducevano antiche trafile, forme di rispetto [e di dazio] nei loro confronti; nonché l’idea di un Dio moralizzatore, che imbarazzava di tormenti coloro che si affacciavano alla soglia delle assemblee.

Idiozie di superbi che ritenevano di non aver bisogno di compassione… esercitate sui segni (così ritenuti) del peccato altrui.

Tutto ciò chiudeva l'anima dei malfermi. Insomma, nulla aveva a che fare con il Progetto di salvezza del Padre.

 

«Verità» è ciò che si dona, non quel che si crede di possedere.

Nelle sue fraternità Gesù pretende guide illuminate, non di grido; non «recitanti» che si appiccicano a ruoli [sorpassati o à la page].

Ricominciavano invece a fare capolino discipline dell’arcano, tabelle di marcia, pretese, false forme di sudditanza e manipolazione.

Artifici utili solo ai marpioni che sapevano come trasformare la devozione spontanea delle persone in mercato, foro, e passerella - dove tutto si compra e si vende a prezzo (anche di realizzo).

Situazione che blocca la vita, perché lo zelo delle figure ufficiali non sempre è buono - in specie se di maniera.

Nei lontani e insignificanti - viceversa - Gesù incontrava persone forse eticamente più negative e compromesse delle guide conformiste, ma senza maschera.

Donne e uomini dal volto genuino, non «teatranti» con qualcosa di fasullo da salvare [vv.13-15 testo greco].

Gli ultimi e inesperti non erano doppi, né corrotti dentro. Non perdevano il senso della vicinanza.

Sempre i ‘piccoli’, gli ‘infanti’ conoscono il Padre che cammina col suo popolo. E non diventano sleali: possono dunque ricevere la gioia di una vita ritrovata.

 

 

[Lunedì 21.a sett. T.O.  25 agosto 2025]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

While the various currents of human thought both in the past and at the present have tended and still tend to separate theocentrism and anthropocentrism, and even to set them in opposition to each other, the Church, following Christ, seeks to link them up in human history, in a deep and organic way [Dives in Misericordia n.1]
Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e perfino a contrapporre il teocentrismo e l'antropocentrismo, la Chiesa invece, seguendo il Cristo, cerca di congiungerli nella storia dell'uomo in maniera organica e profonda [Dives in Misericordia n.1]
Jesus, however, reverses the question — which stresses quantity, that is: “are they few?...” — and instead places the question in the context of responsibility, inviting us to make good use of the present (Pope Francis)
Gesù però capovolge la domanda – che punta più sulla quantità, cioè “sono pochi?...” – e invece colloca la risposta sul piano della responsabilità, invitandoci a usare bene il tempo presente (Papa Francesco)
The Lord Jesus presented himself to the world as a servant, completely stripping himself and lowering himself to give on the Cross the most eloquent lesson of humility and love (Pope Benedict)
Il Signore Gesù si è presentato al mondo come servo, spogliando totalmente se stesso e abbassandosi fino a dare sulla croce la più eloquente lezione di umiltà e di amore (Papa Benedetto)
More than 600 precepts are mentioned in the Law of Moses. How should the great commandment be distinguished among these? (Pope Francis)
Nella Legge di Mosè sono menzionati oltre seicento precetti. Come distinguere, tra tutti questi, il grande comandamento? (Papa Francesco)
The invitation has three characteristics: freely offered, breadth and universality. Many people were invited, but something surprising happened: none of the intended guests came to take part in the feast, saying they had other things to do; indeed, some were even indifferent, impertinent, even annoyed (Pope Francis)
L’invito ha tre caratteristiche: la gratuità, la larghezza, l’universalità. Gli invitati sono tanti, ma avviene qualcosa di sorprendente: nessuno dei prescelti accetta di prendere parte alla festa, dicono che hanno altro da fare; anzi alcuni mostrano indifferenza, estraneità, perfino fastidio (Papa Francesco)
Those who are considered the "last", if they accept, become the "first", whereas the "first" can risk becoming the "last" (Pope Benedict)
Proprio quelli che sono considerati "ultimi", se lo accettano, diventano "primi", mentre i "primi" possono rischiare di finire "ultimi" (Papa Benedetto)
St Clement of Alexandria commented: “Let [the parable] teach the prosperous that they are not to neglect their own salvation, as if they had been already foredoomed, nor, on the other hand, to cast wealth into the sea, or condemn it as a traitor and an enemy to life, but learn in what way and how to use wealth and obtain life” (Who is the Rich Man That Shall Be Saved, 27, 1-2) [Pope Benedict]
Così commenta San Clemente di Alessandria: «La parabola insegni ai ricchi che non devono trascurare la loro salvezza come se fossero già condannati, né devono buttare a mare la ricchezza né condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita» (Quale ricco si salverà?, 27, 1-2) [Papa Benedetto]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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