Ott 23, 2025 Scritto da 

Essere se stesso ed essere diverso. Strada della vicinanza

Fine di un ordine sacro: inzeppati - o liberi

(Lc 14,1-6)

 

La Bibbia presenta sovente la Salvezza sotto l’immagine di un convito al quale Dio stesso partecipa a fianco dell’uomo.

Qui si allude in modo specifico all’assemblea dei convocati a spezzare il Pane [«per mangiare pane»: v.1 testo greco] - scena ancora dominata da tradizionalisti o conformisti giudaizzanti.

In apparenza, la superficie è tranquilla. Motivo in più perché il Signore (dispettosissimo) getti il sassolino, a rimodularne i lati soporiferi.

Dov’Egli si fa presente sul serio - financo nei luoghi deputati al sereno svolgimento dei Sacramenti, nulla resta come prima.

La sua schiettezza sbalordisce ancora, e sconcerta ogni quietismo.

Strano che un idropico possa essere entrato in casa di un fariseo - ma significativo, nel senso del richiamo evangelico.

Nella dimora del dirigente [all’antica, o alla moda “approvata” che sia], l’umanità ospite è inzeppata di tritumi vagamente spirituali - non della Fede luminosa e vivente.

Lì ci si muove a fatica.

Nell’assemblea (guarda caso) qualcuno non si tiene in piedi; è zeppo dentro... di cose da eliminare prima possibile - o non ce la farà.

Ma è solo la domanda di Gesù che fa subito pulizia degli inutili eccessi inoculati goccia a goccia dalle false guide, nei malcapitati.

Dentro il pozzo del v.5 è come se fosse caduto non un asino o un bue, ma un fratello o un figlio, e noi stessi.

Insomma: le scuse del legalismo religioso [antico o à la page] e delle buone maniere neppure sfiorano il Padre.

I leaders presenti non sanno che parola proferire: in realtà, non hanno nulla da dire (a chiunque).

Neanche concepiscono vagamente la Volontà di Dio come Amore che interviene prontamente, che si coinvolge per le nostre vulnerabilità o eccentricità.

Direbbe di loro Papa Francesco, nella sua terza enciclica: «abituati a girare lo sguardo, passare accanto, ignorare le situazioni» (Fratelli Tutti, n.64).

Invece il Figlio - e chiunque lo renda Presente - afferra per mano l'umanità malferma, nella sua Unicità. E ne guarisce il limite.

Ma Egli si attiva non per appiccicarsela dietro [come avrebbero fatto i direttori del tempo] bensì per renderla più leggera, in grado di respirare e non solo di comprimersi.

Umanità liberata, finalmente autonoma - capace di tracciare un cammino sulle proprie gambe; anche se poi risultasse “distante”.

 

Una pennellata spietata, questa di Lc, che rimarca la differenza tra “insegnamento” vuoto - sebbene in forma religiosa - e ‘azione di Fede’ legata alla vita concreta (v.3).

Nella scelta fra bene reale della persona e nomea del gruppo [la cricca dominante] Gesù non ha dubbio alcuno.

Invece, per i grandi devoti e direttori, il dare a credere, o il prestigio dell’istituzione, e la “consuetudine” della dottrina, nonché le grandi idee sofisticate... sono tutta la vita.

Il Maestro ancora oggi non tace, e ridicolizza l’incoerenza personale di alcuni maestri di teologia che fatte salve le apparenze, nel privato si sentono esentati da tutto.

E infatti, proprio agli “esperti” talora manca «il gusto di riconoscere l’altro [...] di essere se stesso e di essere diverso» (FT, 217-218).

Teologia sì ma dell’Incarnazione. Il sale della vita non sono le permanenze: meglio eliminare i pesi inutili.

 

Nelle nostre assemblee ci sono dei credenti ingenui e praticanti, ma poco consapevoli, piuttosto sprovveduti e malguidati.

Potremmo dire: fedeli considerati bicchieri da riempire, devoti destinati al signorsì e non esprimere se stessi: valutati senza personalità spirituale di rilievo.

Essi non sono accolti come Dono, piuttosto trascurati; ammantati di pensieri, pratiche e obiettivi altrui.

Per alcuni responsabili di comunità… fanno solo numero.

Proviamo a parafrasare Giovanni Paolo II (Dives in Misericordia nn.12-13) ma in riferimento, appunto, alla figura dell’idropico.

Ci sono anime - di ogni denominazione cristiana - che temono di restare vittime di oppressione, e si celano.

Sono prive di libertà interiore, della possibilità di esternare il loro carattere vocazionale, di esprimere ciò di cui sono convinti.

Non si sentono di farsi guidare dalla voce della coscienza, che pure intimamente indica la retta via da seguire.

Per timore di ritorsioni o beffe, ovvero mancata consapevolezza, preferiscono un soggiornamento pacifico, in tutti gli ambiti di vita.

Esprimersi in modo spontaneo, naturale e sano potrebbe risultare scomodo - poco in sintonia col programma di domesticazione locale.

Così, mentre i manipolatori tendono a servirsene senza scrupolo, i semplici continuano a collocarsi in posizione subalterna.

Neppure lontanamente immaginano o sono educati a considerarsi depositari di una Perla preziosa irripetibile per l’opera di Salvezza.

Subiscono quotidianamente una sorta di tortura che li ingorga di idee esterne, di osservanze che non corrispondono all’anima e al loro diritto a verità e libertà.

Insomma, come illustra la pericope evangelica, la Chiesa assume il rischio educativo e fa trapelare il senso del ‘Cristo in azione’ solo quando accosta le persone malferme alle fonti della coscienza e della “carne” personale.

 

Insomma, anche l’originalità o il dolore arrivano a noi per generare occhi giusti; per insegnarci a vivere. Per ricordare che siamo chiamati a nascere ancora, ben oltre l’idea di ‘perfezione’.

In tal guisa, non possiamo contare solo sul contesto, sull’approvazione esterna; realtà spesso prive di passione umanizzante.

C’è un ‘fuoco’ che vive dentro di noi, una Chiamata per Nome che sa smaltire le zavorre inutili, altrui. Esse ci calpestano e inquinano; dunque vanno poste sullo sfondo e sorvolate.

Il nostro viaggio nello Spirito - anche nel luogo di culto ufficiale - è un itinerario inedito, verso la realizzazione personale.

Non possiamo allontanarci dalla Meta che ci appartiene.

In tal guisa, ogni dolore durerà poco, e sarà d’insegnamento: lì stiamo semplicemente partorendo l’essenzialità che ci abita.

Il passaggio dal senso religioso alla vita di Fede reca con sé il balzo pasquale della Libertà.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Come descriveresti il tuo passaggio dalla religiosità alla Fede?

Ti sei depurato dagli orpelli inculcati, che affaticavano la tua personalità essenziale?

Ti sei liberato dei pensieri sofisticatissimi che sorvolano la “carne”?

Hai fatto il balzo pasquale della libertà?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The saints: they are our precursors, they are our brothers, they are our friends, they are our examples, they are our lawyers. Let us honour them, let us invoke them and try to imitate them a little (Pope Paul VI)
I santi: sono i precursori nostri, sono i fratelli, sono gli amici, sono gli esempi, sono gli avvocati nostri. Onoriamoli, invochiamoli e cerchiamo di imitarli un po’ (Papa Paolo VI)
Man rightly fears falling victim to an oppression that will deprive him of his interior freedom, of the possibility of expressing the truth of which he is convinced, of the faith that he professes, of the ability to obey the voice of conscience that tells him the right path to follow [Dives in Misericordia, n.11]
L'uomo ha giustamente paura di restar vittima di una oppressione che lo privi della libertà interiore, della possibilità di esternare la verità di cui è convinto, della fede che professa, della facoltà di obbedire alla voce della coscienza che gli indica la retta via da seguire [Dives in Misericordia, n.11]
We find ourselves, so to speak, roped to Jesus Christ together with him on the ascent towards God's heights (Pope Benedict)
Ci troviamo, per così dire, in una cordata con Gesù Cristo – insieme con Lui nella salita verso le altezze di Dio (Papa Benedetto)
Church is a «sign». That is, those who looks at it with a clear eye, those who observes it, those who studies it realise that it represents a fact, a singular phenomenon; they see that it has a «meaning» (Pope Paul VI)
La Chiesa è un «segno». Cioè chi la guarda con occhio limpido, chi la osserva, chi la studia si accorge ch’essa rappresenta un fatto, un fenomeno singolare; vede ch’essa ha un «significato» (Papa Paolo VI)
Let us look at them together, not only because they are always placed next to each other in the lists of the Twelve (cf. Mt 10: 3, 4; Mk 3: 18; Lk 6: 15; Acts 1: 13), but also because there is very little information about them, apart from the fact that the New Testament Canon preserves one Letter attributed to Jude Thaddaeus [Pope Benedict]
Li consideriamo insieme, non solo perché nelle liste dei Dodici sono sempre riportati l'uno accanto all'altro (cfr Mt 10,4; Mc 3,18; Lc 6,15; At 1,13), ma anche perché le notizie che li riguardano non sono molte, a parte il fatto che il Canone neotestamentario conserva una lettera attribuita a Giuda Taddeo [Papa Benedetto]
Bernard of Clairvaux coined the marvellous expression: Impassibilis est Deus, sed non incompassibilis - God cannot suffer, but he can suffer with (Spe Salvi, n.39)
Bernardo di Chiaravalle ha coniato la meravigliosa espressione: Impassibilis est Deus, sed non incompassibilis – Dio non può patire, ma può compatire (Spe Salvi, n.39)
Pride compromises every good deed, empties prayer, creates distance from God and from others. If God prefers humility it is not to dishearten us: rather, humility is the necessary condition to be raised (Pope Francis)
La superbia compromette ogni azione buona, svuota la preghiera, allontana da Dio e dagli altri. Se Dio predilige l’umiltà non è per avvilirci: l’umiltà è piuttosto condizione necessaria per essere rialzati (Papa Francesco)
A “year” of grace: the period of Christ’s ministry, the time of the Church before his glorious return, an interval of our life (Pope Francis)
Un “anno” di grazia: il tempo del ministero di Cristo, il tempo della Chiesa prima del suo ritorno glorioso, il tempo della nostra vita (Papa Francesco)
The Church, having before her eyes the picture of the generation to which we belong, shares the uneasiness of so many of the people of our time (Dives in Misericordia n.12)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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