Mag 13, 2025 Scritto da 

Vite e tralci: una nuova Mistica

(Gv 15,1-8)

 

L’allegoria della vite e dei tralci descrive la Presenza del Signore in mezzo ai suoi. Egli è fonte della vita intima e delle opere.

L’imperativo di credere in Lui (c.14) diventa esigenza di rimanere in Lui [cf. Gv 6,56: tema eucaristico del “corpo unico”].

La vite è una pianta che esige molte attenzioni. Nei testi biblici è presa come simbolo delle cure di Dio verso il suo popolo, e viceversa la sua distruzione raffigurava le antiche calamità nazionali.

Gesù si serve dell’immagine della vite e dei tralci per trasmettere un insegnamento sulla famigliarità con Lui e la fraternità tra discepoli, che ne illustri il legame profondo.

Unione intima, alimento comune, solidarietà e continuità del legame richiedono un’opera attenta e costante, tra cui taglio e mondatura, perché non tutti i pampini e i germogli recano fecondità.

Ma attenzione: l'Amore divino è impulso che chiede un lasciarsi portare. Esso trascina; ci prende e si fa linfa nutriente. C’investe purificando.

Non è dimensione da intendersi quale sforzo (sostanzialmente nostro) bensì come un... essere afferrati e farsi coinvolgere nel moto della vita di Grazia.

A paragone con le allusioni del Primo Testamento, si nota una sostituzione: sebbene il vignaiolo continui a rappresentare il Padre, la vite non è più figura del popolo, ma di Gesù.

E «portare frutto» è espressione frequente che indica solo Amore: il risultato vero che Dio si attende, l’opera unica da realizzare in tutte le nostre opere.

Il permanere di Cristo nei discepoli, la sua unione con ciascuno, è essenziale per vivere sulla terra la stessa vita divina.

La Fede-amore incorpora ed è contagiosa. Laddove incontrasse resistenza, sarà proprio tale ostacolo a incitarla a maggiore purezza, dunque a più vigore (v.2).

L’uomo invece abbandonato a se stesso non prolunga l’influsso di Cristo; non supera le barriere della nomenclatura e del normale.

Chi s’immagina autosufficiente - spezzando l’unione - incrina il Mistero che lo avvolge, e sarà preda dei suoi stessi affastellamenti infecondi.

Ma è anche vero che una vigna di razza è invadente per sua natura: dimostra in modo palese una piena disponibilità a esprimere… amore (frutto, gusto, vita).

Insomma, se oggi la missione segna il passo è perché ha già perso la sua vitalità dinamica: non basteranno i piani di adattamento o le narrazioni e una riforma esterna a risuscitarla.

È l’Incontro vitale che fa emergere le onde della forza e della più amichevole franchezza.

 

Negli anni, la Vocazione ci ha guidati e portati ad avere un modo di essere personale e un ambito di relazioni caratterizzante.

Ancora il Signore continua a chiamare, affinché entrando nel suo linguaggio [irripetibile, commisurato a ciascuna vicenda e sensibilità] veniamo sottratti a condizionamenti che non ci appartengono.

Gesù invita ad avere cura dei codici dell’interiorità, e da essi assumere l’impulso risoluto cui affidare le scelte e che già ci ha guidati a crescere.

Dagli albori della nostra storia e della nostra personalità, Lui solo continua ad essere Fonte intima e zampillante dello sviluppo - anche delle impronte che avevamo trattenuto.

Se ci fossimo affidati all’esteriorità, l’anima avrebbe disperso la sua linfa, smarrendo l’essenza che le apparteneva e specificava.

Così non avremmo incontrato noi stessi e non ci saremmo mai alimentati delle risorse costitutive più efficienti, che ora donano insieme equilibrio, maggiore completezza, capacità di giudizio in situazione, amabile trasparenza.

Si diventa se stessi, si diventa persona a tutto tondo, si diventa missionari, allo stesso modo: capendo che nelle vene scorre una Linfa, uno stimolo, che viene da Chi la sa più lunga di noi e delle opinioni.

Ci sono piante di sottobosco, altre che svettano; altre ancora, intrufolandosi nelle zone vuote e misteriosamente lasciate alla luce piena stanno crescendo a ritmo assai sostenuto rispetto a quelle da molto tempo piantate e installate - habitué da sembrare omologate.

La magia del creato - vite, tralci - parla di un altro regno, di un Logos che si correla a noi e dirige sapientemente i suoi flussi e le forze vitali.

In tal guisa accade nello Spirito, che interiorizza, chiama, nutre, trasmette equilibrio o profezia, e genera lo stupore del tutto e dell’unicità.

Come hanno fatto quei semi (nell’esempio che ho davanti casa, un doppio pino e un pino singolo) a radicare proprio nei punti caratteristici, intermedi e giusti - sia dal punto di vista estetico che dell’utilità, densità e ampiezza? Neanche avrei saputo pensarli così nitidamente disposti; tanto allineati in perfetta proporzione, misura, volume e scala.

Solo l’Alleato nascosto vede bene l’insieme, la struttura, la funzionalità e i dettagli delle nostre fibre.

Egli sa dove condurre, e come nutrirci per ritrovare l’Io, l'unità qualitativa dell’essere.

Lo fa seminando, immettendo, rigenerando, calibrando l’energia del suo e nostro Sogno. A ritmo conveniente, e curando la banalità razionale utilitarista dei nostri progetti. 

Incessantemente ricentrando il portato personale, la consapevolezza di sé, l’inclinazione spontanea.

Nonché distaccando l’anima da chi in mille modi vuole lasciarci nell’ignoranza della Via creaturale, per trattenere i luoghi comuni ed i totem del suo mondo abitudinario, snervante.

Ciò mentre lo Spirito separa il nostro pensiero poliedrico da false guide unilaterali [antiquate e grette, o isteriche e sofisticate, ma disincarnate].

I primi della classe magari pedinano, incalzano, e plagiano, distraendoci dal Dialogo non conformista con l’irripetibile compito della vita personale.

 

Nel brano di Vangelo il Creatore-contadino taglia e purifica, per riallacciare l’intesa.

Gesù parla di «Vite quella vera» (v.1): è solo Lui il germe autentico del Popolo piantato dal Padre.

Vuol dire che in giro venivano inculcati insegnamenti devianti, e interrate o esposte false viti - come quella favolosa ricolma di pampini d’oro sulla porta del Santuario interno del Tempio di Gerusalemme.

La linfa vitale non scorre dalle ricchezze, né da dottrine e discipline - neppure dalle grandi, impressionanti magnificenze del vecchio culto. 

Neppure da fantasie à la page e senza spina dorsale.

L’interesse dell’Agricoltore è che la Vigna porti sempre più Frutto ossia Amore, null’altro.

In tale traiettoria, il Contadino che sa cosa fare, «taglia» (v.2) [anche affinché non ci siano cordate, marpioni organizzati. Essi che assorbono le energie del suo popolo [munto e tosato] senza minimamente porsi il problema di comunicare - a loro volta - vita autentica agli altri.

 

Prima «Taglia» ciò ch’è stato rigoglioso nel passato ma non darebbe più nulla.

Ce ne accorgiamo nel tempo della crisi, che smaschera e rovescia posizioni assillanti e importune, mortificanti lo sviluppo.

Poi «purifica» (v.2: testo greco) ossia procede come fa il bravo villico, a una seconda sfrondatura leggera dei germogli della vite; staccando quelli che assorbono linfa ma si addensano troppo e non hanno giusta vitalità [onde non togliere nutrimento ai punti propulsivi].

 

Questo brano è stato spesso interpretato come invito per eccellenza ad abbracciare una spiritualità delle “potature” [il termine nei Vangeli non esiste] che non ha senso in ottica di Fede, ossia d’Amore.

Nelle religioni antiche è il soggetto - «tralcio» - a doversi centrare su se stesso, individuare le mancanze, difetti e vizi, e “potarli”.

Invece solo il Padre-agricoltore sa individuare gli elementi nocivi, quelli parassiti e senza futuro, che non vale la pena continuare a sorreggere.

Egli agisce nella realtà del nostro cammino, come si farebbe con un’antiquata e intimamente corrotta costruzione di cartapesta [nonché, con le fantasie alla moda, che portano al vuoto].

 

La vita in Cristo non si preoccupa dei limiti esterni, anzi evita di rendere protagonisti i difetti [rinnegati!] della vita spirituale.

Tale configurazione risulterebbe ossessiva, inconcludente, perché insediata su un’immagine di sterile “perfezione” che a Dio non interessa.

Piuttosto, sarà uno stupore osservare come nel cammino di Fede proprio le anime incerte, i loro passi malfermi e lati considerati oscuri possano nascondere le vere Perle del mondo.

Una Potenza spontanea, il mistero delle immagini che sgorgano dal profondo delle radici vocazionali e riattivano energie; l’opera a più livelli di un’essenza radicale, innata, che ci accompagna [immanente l’essere e che ne sa più di noi] sono energie tutte in grado di alimentare e correggere ogni geometria a tavolino.

Come non produrre danni irreparabili? Cedendo il dirigismo esterno.

 

Agli impedimenti pensa il Padre, non il singolo tralcio, né altri tralci - reduci, esperti, veterani che siano.

Sebbene più in alto, più grossi... eletti a vita, costoro non fornirebbero giusto umore vitale, né legame organico: ci presenterebbero solo contenuti sepolti, e il conto.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quale Linfa ti sazia, quella esterna?

Quale geometria mondana e normale segui?

Qual è la tua idea di miglioramento nella Fede?

85
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Let our prayer spread out and continue in the churches, communities, families, the hearts of the faithful, as though in an invisible monastery from which an unbroken invocation rises to the Lord (John Paul II)
La nostra preghiera si diffonda e continui nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, nei cuori credenti, come in un monastero invisibile, da cui salga al Signore una invocazione perenne (Giovanni Paolo II)
"The girl is not dead, but asleep". These words, deeply revealing, lead me to think of the mysterious presence of the Lord of life in a world that seems to succumb to the destructive impulse of hatred, violence and injustice; but no. This world, which is yours, is not dead, but sleeps (Pope John Paul II)
“La bambina non è morta, ma dorme”. Queste parole, profondamente rivelatrici, mi inducono a pensare alla misteriosa presenza del Signore della vita in un mondo che sembra soccombere all’impulso distruttore dell’odio, della violenza e dell’ingiustizia; ma no. Questo mondo, che è vostro, non è morto, ma dorme (Papa Giovanni Paolo II)
Today’s Gospel passage (cf. Lk 10:1-12, 17-20) presents Jesus who sends 72 disciples on mission, in addition to the 12 Apostles. The number 72 likely refers to all the nations. Indeed, in the Book of Genesis 72 different nations are mentioned (cf. 10:1-32) [Pope Francis]
L’odierna pagina evangelica (cfr Lc 10,1-12.17-20) presenta Gesù che invia in missione settantadue discepoli, in aggiunta ai dodici apostoli. Il numero settantadue indica probabilmente tutte le nazioni. Infatti nel libro della Genesi si menzionano settantadue nazioni diverse (cfr 10,1-32) [Papa Francesco]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.